dal nostro inviato a Milano
L’aria che si respira nella splendida cornice del TC Alberto Bonacossa è afosa ma al tempo stesso tesa e febbricitante. In poche ore il Club si riempie di appassionati giunti da tutto il mondo per vedere quali saranno i vincitori di uno dei trofei Junior più prestigiosi del mondo. Elena Rybakina e Iga Swiatek – le giovani ragazze che si contendono il trofeo femminile – si sono impegnate ed hanno meravigliato per tutta la settimana dando prova di essere giunte con pieno merito a questa finale. Al maschile i due giocatori che più attiravano l’attenzione sono stati capaci di confermare le attese raggiungendo la finale, una finale che può significare molto anche al di là della semplice soddisfazione personale. Alexei Popyrin, australiano, è una promessa molto attesa in patria e questa finale testimonia l’ottimo lavoro che in Australia si sta facendo per il movimento giovanile. Marko Miladinovic è invece un autentico profeta in patria, una patria quella Serba che da molto tempo cerca un grande giovane su cui puntare, e se nel frattempo può godersi l’exploit di Laslo Djere, più di un occhio è dedicato a questo giovane che ha letteralmente impressionato tutti.
E. Rybakina b. [8] Iga Swiatek 1-6 7-6(5) 6-3
La partita inizia sotto il cocente caldo delle 12.30, ed i primi scambi testimoniano quanto sia difficile da gestire il sole di questo primo pomeriggio. Due break consecutivi aprono questa prima finale, ma è Swiatek che per prima riesce a prendere il largo, riuscendo tramite il suo dritto ad infliggere numerosi vincenti anche in risposta, togliendo alla russa il tempo per imbastire lo scambio. Swiatek è indubbiamente superiore alla sua avversaria in questo primo parziale e mette in mostra un tennis a dir poco pregevole, fatto di smorzate, dritti vincenti e un tocco sotto rete assolutamente lodevole per una ragazza così giovane. Il veloce 6-1 con cui si conclude il primo set evidenzia tutte le difficoltà della russa, che da parte sua commette anche una grande quantità di errori non-forzati. Nel secondo set l’auspicata crescita della Rybakina non si fa attendere, giocando più sciolta e più concentrata molte delle palle che prima uscivano di metri ora si stampano sulla riga senza lasciare scampo ad una Swiatek al contrario improvvisamente scarica. Sul 5-3 e servizio Rybakina la polacca ritrova però immediatamente il livello del primo set e dopo il primo punto, conclusosi con un vincente di dritto accompagnato da un fragoroso “C’mon!”, la via per il controbreak è servita. Questo game sembra rimettere in carreggiata Swiatek, che riesce a strappare nuovamente il servizio alla russa andando a servire per il match sul 6-5, ma qui Rybakina tira fuori tutto il suo orgoglio riuscendo con un paio di bellissime risposte vincenti di rovescio, ed altrettanti doppi falli di Swiatek, ad issarsi fino al tiebreak che, anche questo giocato con concentrazione, le consegna il secondo set. Il grosso rimpianto di Swiatek per non aver chiuso quando avrebbe potuto ritorna a farsi sentire nel terzo parziale, quando da un vantaggio di 2-0 si fa rimontare fino al 4-2. Ora Rybakina diventa un martello al servizio e colpo su colpo approfitta di una Swiatek molle ed arrendevole che chiude la sua prova con un rovescio lungo, l’ennesimo errore di questo terzo set.
[14] A. Popyrin b. [15] M. Miladinovic 6-4 6-2
Doveva essere la partita più spettacolare del torneo, ma si è rivelata un vero incubo per il giocatore serbo, che sebbene avesse mostrato di avere durante la settimana il gioco per poter almeno impensierire l’australiano, oggi è incappato in una giornata decisamente storta cedendo il passo al ‘gigante’ Popyrin. Popyrin che al contrario comincia la sua finale molto concentrato e solido, spingendo sia di dritto che di rovescio, per non parlare del servizio. I primi game scorrono via abbastanza veloci, entrambi fanno poca fatica a tenere i propri servizi, e anche quando si entra nello scambio si fatica a vedere un vero favorito. Il settimo gioco arriva quindi dopo pochi minuti, e qui si consuma il break che decide il primo parziale, e forse anche l’intero match. Miladinovic non comincia bene ritrovandosi presto 0-30 dopo un lungo scambio simile ad un braccio di ferro sulla diagonale del dritto e un brutto errore con il dritto. Un’ulteriore doppio fallo consegna a Popyrin la prima palla break, che trasforma con un drittone in risposta su cui il serbo non può replicare. Il parziale scorre via liscio fino alla sua rocambolesca conclusione, in cui dopo uno scambio veramente d’alto livello Miladinovic manca di quel tocco necessario per chiudere il punto a rete. Nel secondo set è subito evidente che il serbo non ha mandato giù il modo con cui ha perso il primo, e ancora la sua palla fatica a viaggiare, e in alcuni casi viaggia anche troppo finendo col commettere una incredibile serie di errori gratuiti che portano il giovane Aussie sul 4-0 pesante. La partita non ha quindi più nulla da raccontare, e pochi minuti dopo Alexei Popyrin può portarsi le mani alla testa per aver vinto un torneo fondamentale per il suo percorso di crescita.