[28] C. Garcia b. A. Cornet 6-2 6-4 (Giacomo Capra)
Lo scontro tra Garcia e Cornet non è iniziato e non terminerà senz’altro con il match di oggi. Volendo attenersi soltanto a quanto accaduto in campo, Caroline, classe ’93 e numero 27 WTA, ha sconfitto nettamente Alizé, 27 anni e numero 43 del mondo in due set raggiungendo così per la prima volta i quarti di finale di uno Slam. Primo incrocio tra le due nel circuito maggiore. Il primo break del match lo mette a segno Garcia nel sesto game con l’aiuto di un paio di gravi errori dell’avversaria, tra cui una volée sbagliata sull’ultimo punto. Sotto 5-2 e al servizio, Cornet riesce ad annullare un primo set point grazie a un pallonetto vincente ma è costretta a cedere al secondo. Alizé sbaglia troppo e non riesce a mettere in crisi il tennis dell’avversaria, Caroline ne approfitta e sale velocemente 3-0 nel secondo parziale strappando il servizio alla prima occasione. Proprio quando Garcia sembra essere in pieno controllo del match, l’avversaria riesce a trovare il controbreak ma vanifica tutto perdendo di nuovo la battuta appena dopo. La più giovane delle francesi serve per il match sul 5-3 ma subisce un pesante passaggio a vuoto cedendo di nuovo, a 15, il servizio con due doppi falli. Riesce a fare altrettanto male la numero 43 ATP che nel game successivo va subito sotto 0-40 commettendo a sua volta due doppi errori alla battuta. Il secondo match point sarà quello buono per Garcia. Pessima prestazione di Alizé Cornet che, dalla quale ci si aspettava decisamente di più dopo tre vittorie contro avversarie importanti come Babos, Strycova e Radwanska. Caroline vince mettendo in campo una prova di grande solidità e si appresta ad affrontare nei quarti la numero 3 del mondo Karolina Pliskova (2-2 i precedenti).
[2] K. Pliskova b. [2] V. Cepede Royg 2-6 6-3 6-4 (Michelangelo Sottili)
La terza giocatrice del mondo Karolina Pliskova e la n. 97 Veronica Cepede Royg entrano sul Suzanne Lenglen prima del previsto a causa del ritiro di Kevin Anderson dopo nemmeno un’ora di gioco. Karolina dimostra subito di soffrire questo anticipo almeno quanto le rotazioni top e la grande mobilità della venticinquenne paraguaiana di 163 cm, 23 in meno della giocatrice di Louny.Persi i primi quattro game, Pliskova annulla un match point servendo sotto 1-5, ma cede il set al game successivo nonostante la comprensibile tensione mostrata da Cepede al momento di chiudere. Dopo i 16 errori gratuiti a fronte di 4 vincenti da parte di Pliskova, la seconda partita inizia con la ceca che prende a poco a poco fiducia grazie a qualche unforced dell’avversaria per poi trovare finalmente la misura dei colpi e conquistarsi il 5-0. Cepede Royg torna a farsi sentire e vince tre giochi consecutivi annullando due set point; Pliskova non fallisce servendo sul 5-3, ma la sudamericana è ormai rientrata nel match come dimostrano l’equilibrio e l’ottimo livello della partita finale. Dopo un innocuo scambio di break al secondo turno di battuta, Pliskova esce bene da un pericoloso 15-40 al sesto gioco e salva ancora il servizio sul 3-4 con una seconda in kick che Cepede non controlla. È invece la paraguaiana a farsi brekkare: l’errore di dritto a campo aperto sul 15-30 le resterà ben impresso nella testa. Pliskova può servire per i quarti di finale e non manca l’occasione. Troverà Caroline Garcia: due pari i precedenti.
[3] S. Halep b. [21] C. Suarez Navarro 6-1 6-1 (Manuel Dicorato)
Tutto troppo facile per Simona Halep che, con un periodico 6-1 in un’ora esatta, ha buon gioco di Carla Suarez Navarro e torna tre anni dopo la prima volta ai quarti di finale a Parigi. Partita senza storia, con le geometrie e la potenza dell’ex numero 2 del mondo a farla da padrona sul magico tocco della spagnola (che chiuderà il match con appena 5 vincenti) nonostante i precedenti sulla terra battuta sorridessero a “Carlita”. Pronti via e la prima occasione è per la Suarez Navarro che non sfrutta due palle break. Sarà l’unico treno buono che passa per lei che, in un attimo, si ritrova sotto 0-5, per poi dopo appena 28 minuti veder volare via il primo set col punteggio di 6-1. A fare la differenza è la maggior velocità dei piedi e delle gambe della Halep, ma anche un dritto che nei 60 minuti di gioco si dimostrerà perfetto fino alla fine. Il secondo set prosegue con lo stesso leit-motiv del primo: la Halep alterna colpa potenti e precisi a colpi in top al centro del campo per mandare lontana dalla riga di fondo l’avversaria per poi chiudere coi piedi dentro il campo. Nel primo game del secondo set la rumena trova il break che però non saprà tenere nel game successivo grazie ad un sussulto d’orgoglio della spagnola dal rovescio monomano che, dopo quattro palle break mancate riesce a strappare il servizio all’avversaria. Sarà anche l’ultima game vinto dalla Suarez Navarro in un match che certamente non resterà nella storia del Philippe Chatrier. Al prossimo turno la finalista dell’edizione del 2014 attende Elina Svitolina per la rivincita della recente finale al Foro Italico.
[5] E. Svitolina b. [Q] P. Martic 4-6 6-3 7-5 (da Parigi, Carlo Carnevale)
Sarebbe stata forse la storia più bella di questo Roland Garros, finora, se Petra Martic non si fosse sciolta proprio nel momento decisivo. Forse la tensione, forse la consapevolezza di aver messo alle spalle cinque anni rovinati dagli infortuni, l’ultimo praticamente senza giocare: “Ho ripreso quest’anno in un 25.000 dollari, dalle qualificazioni. Ma era come se stessi giocando uno Slam”, aveva detto ieri in conferenza stampa. Il suo gioco leggero ma pungente, per nulla appariscente e in netta controtendenza con le bordate moderne, aveva fatto impazzire per quasi due ore Elina Svitolina, numero uno della Race e vincitrice di Roma due settimane fa: un netto calo al servizio le era costato il secondo set, prima di ritrovare birllantezza e fantasia, tradotte in discese a rete, dropshot con entrambi i fondamentali e in generale geometrie di chi il campo lo disegna a mano libera. L’ingranaggio si blocca ad un passo dall’ultimo clic, quando Petra arriva a servire per il match sul 5-4 e incassa tre game consecutivi, investita dal rientro prepotente del rovescio di Svitolina: a fine gara l’ucraina lamenterà problemi fisici (aveva chiamato il fisioterpaista per trattare la schiena, dopo il primo parziale), che le avrebbero impedito di rendere al meglio. Martic eguaglia il miglior risultato Slam, colto sempre qui a Parigi nel 2012 (perse da Kerber, allora semisconosciuta) e può lasciare il Roland Garros forte di una carriera che potrebbe essere ripartita. Svitolina raggiunge Halep, che nel caos del momento attuale per il tennis femminile, sembra essere la favorita per il titolo: l’unico precedente proprio nella finale di Roma, che la rumena perse anche perché vittima di una caviglia malandata.
Risultati:
[3] S. Halep b. [21] C. Suarez Navarro 6-1 6-1
[5] E. Svitolina b. [Q] P. Martic 4-6 6-3 7-5
[2] K. Pliskova b. [2] V. Cepede Royg 2-6 6-3 6-4
[28] C. Garcia b. A. Cornet 6-2 6-4