Che John McEnroe vinca un torneo nel 1981 tutto sommato non è una grandissima notizia. Ne avrebbe vinti 10 a fine stagione, di cui 2 Slam. Battendo tre volte in finale Borg e persino Vilas in una finale su terra battuta, a Boca Raton. Il trofeo sollevato al Queen’s Club, il terzo di fila per “Mac”, si distinse però per tutto il contorno del 7-6 7-6 inflitto a Brian Gottfried nel match conclusivo. Ad arbitrare l’incontro c’era Georgina Clark, che tre anni dopo sarebbe diventata la prima donna ad arbitrare una finale di Wimbledon (Navratilova-Evert). Al contrario di quanto supposto da qualcuno all’epoca, la solita intransigenza di John con il giudice di sedia aveva poco a che fare con il sessismo. Non fu altro che il “solito” trattamento riservato dal mancino di Wiesbaden a coloro che osavano stizzirlo e contraddirlo sul terreno di gioco.
Clark però si armava di coraggio – ce ne voleva sempre molto per prendere provvedimenti contro Mac – e infliggeva allo statunitense un warning per comportamento antisportivo, proprio sul finire dell’incontro, dopo una serie di battibecchi più o meno accesi. Tanto per non farsi mancare nulla John, uscendo dal campo, si rivolgeva ai tifosi consigliando loro di star zitti e di “andare a tuffarsi nel lago“. Mentre la vittoria del torneo era ormai passata in secondo piano, in conferenza McEnroe ebbe a dire “è più difficile per me litigare con un arbitro donna“. L’ammissione di John trovò pronta risposta nel suo avversario, secondo cui “un arbitro è un arbitro a prescindere dal sesso; Mac ha problemi con le donne perché a volte il suo linguaggio è un po’ singolare”. Nel bene o nel male, John McEnroe.