Saranno Feliciano Lopez, vincitore di uno scontro d’altri tempi con Mischa Zverev, e Lucas Pouille a battagliare per la conquista della Mercedes Cup. I due si sono affrontati due volte lo scorso anno durante lo swing europeo indoor, con una vittoria a testa (Lopez a Vienna e Pouille a Bercy). Lo spagnolo è alla prima finale dell’anno e il suo miglior risultato fino ad ora erano stati i quarti di finale raggiunti a Houston (sconfitto da Jack Sock), mentre il francese ha già giocato due finali nel 2017, a Marsiglia (sconfitto da Tsonga) e a Budapest (vittoria su Bedene). In caso di vittoria, Pouille alzerebbe il suo terzo trofeo (tutti su superfici diverse), mentre Lopez porterebbe a casa il sesto alloro ATP ( il terzo su erba dopo la doppietta a Eastbourne nel 2013 e 2014).
La prima semifinale è un incontro tra giardinieri con protagonisti Feliciano Lopez (33 ATP) e Mischa Zverev (31 ATP). I due precedenti sono tutti a favore dello spagnolo. Curiosamente per Lopez si tratta della prima partita contro un avversario mancino quest’anno, mentre Mischa è alla settima. Il match entra subito nel vivo e, pur rimanendo on serve per quanto riguarda il punteggio, regala numerosi punti meritevoli di applausi. Entrambi i giocatori accarezzano e blandiscono la pallina, troppo spesso bistrattata da top spin esasperati e superfici dure nel resto della stagione, con dolci slice e deliziose volée stoppate. Sul 4-3 in favore di Lopez, il dominio dei servizi è evidente: il mancino di Toledo ha giocato solo due seconde (su 19 punti al servizio), mentre il fratello di Sascha non ha ancora perso un punto sulla prima. Al termine del settimo gioco, Zverev richiede l’intervento del fisioterapista e si fa massaggiare la gamba, operazione che ripeterà anche al successivo cambio campo. Il problema non sembra tuttavia limitare più di tanto il tedesco, che prende costantemente la via della rete e in generale si muove con disinvoltura. Il match, assolutamente godibile e costellato di piccoli ricami, approda al tiebreak. Qui Lopez, fino ad allora intoccabile al servizio, ha un black out e non riesce a vincere nemmeno un punto con la battuta, finendo per soccombere 7-2.
Il secondo parziale non si discosta dal primo in termini di punteggio, ma è molto più scarno dal punto di vista del gioco. Il servizio si fa via via sempre più efficace e definitivo, mentre in fase di palleggio aumentano leggermente gli errori. I due contendenti si danno nuovamente appuntamento al jeu decisif. I primi otto punti scivolano via rapidissimi (ben cinque di questi sono ace), ma sul 4-4 Lopez trova il mini-break con uno strepitoso passante “à la Nadal” che fulmina Zverev. Sarà sufficiente a rimandare il verdetto finale al terzo set.
Nel parziale decisivo, nessuno dei due mancini è deciso a mollare di un centimetro e ancora, dopo oltre un’ora e mezza di partita, non si vede l’ombra di una palla break. I game si susseguono senza patemi per chi serve e all’orizzonte si staglia lo spettro del terzo tiebreak di giornata. Nel dodicesimo gioco però, Lopez trafigge due volte Zverev direttamente con la risposta e un’altra volta con un passante di dritto, portandosi sul 15-40. Le prime palle break di giornata sono dunque anche dei match point. Sul primo è bravo il tedesco a mettere pressione venendo a rete, sul secondo però commette un doppio fallo, confermato dall’occhio di falco, che gli impedisce di raggiungere la seconda finale nel giro di un mese. Per il tedesco comunque una buona settimana che gli porta in dote anche un nuovo best ranking (numero 29).
Chiude la giornata il derby francese tra Lucas Pouille (16 ATP) e Benoit Paire (49), decisamente il meno erbivoro tra i quattro semifinalisti. C’è un solo precedente nel circuito maggiore, ad Amburgo nel 2015, con vittoria di Pouille, anche se nello stesso anno i due si sono affrontati in una finale challenger e in quel caso fu Paire a trionfare. La partita, a differenza della sfida precedente, inizia un po’ in sordina. Entrambi i giocatori non trovano le misure in risposta e gli scambi si contano sulle dita di una mano. Piano piano però i due transalpini cominciano a ingranare e la qualità del gioco ne guadagna. L’estro di Paire regala agli spettatori un paio di lob da spellarsi le mani, mentre Pouille fa bella mostra di sé a rete. Tuttavia nessuno riesce a intaccare le certezze di chi è al servizio e la tenzone si decide al tiebreak. Nel secondo punto del gioco decisivo, Paire decide di spostarsi per giocare il rovescio da destra, spedendo il colpo in tribuna. Pouille non si fa pregare e capitalizza il prezioso mini-break, mettendo in campo solo prime e calando tre ace. In apertura di secondo set, Paire si procura due chance di break, malamente sprecate con due errori non forzati. Da questo momento si ritorna a seguire la dura legge dei servizi. Pouille ora si muove molto bene e spesso gira attorno al dritto producendo accelerazioni imprendibili, mentre Paire, come suo solito, alterna errori banali a vincenti sopraffini. Sul 6-5, il tennista di Avignone si incarta sul proprio dritto, da sempre il suo tallone d’Achille, e finisce col cedere il servizio. Pouille mantiene il sangue freddo e sigilla con un ace il raggiungimento della terza finale dell’anno.
Risultati:
F. Lopez b. [6] M. Zverev 6-7(2) 7-6(4) 7-5
[4/W] L. Pouille b. B. Paire 7-6(5) 7-5
Lorenzo Colle