Quando a inizio maggio uscì la notizia di Djokovic che aveva allontanato da sé tutto il suo storico team, le voci che accusavano Pepe Imaz di non far altro che mettere zizzania tra il serbo e gli altri membri della squadra si fecero sempre più insistenti, ma oltre alle smentite di Novak non si aveva mai avuto l’occasione di sentir parlare lo spagnolo. Recentemente José Imaz Ruiz, questo il suo nome completo, ha rilasciato un’intervista alla televisione spagnola Movistar+ mentre lui si trovava nella sua accademia a Marbella. Ricordiamo che è stato un tennista e ha come best ranking la posizione numero 146 del mondo, raggiunta nel 1998 anno in cui giunse al secondo turno del Roland Garros dove perse dal futuro campione Moya.
Il quarantatreenne spagnolo, il quale ha lavorato anche con Verdasco e Pennetta, basa la sua filosofia su “l’amore, il rispetto e l’accettazione di sé stessi,” e coma ha più volte ribadito anche Djokovic, i due sono entrati in contatto quando il guru ha aiutato Marco, fratello minore di Nole. “Marco stava passando un brutto momento e ha condiviso con me ciò che non andava e penso che la cosa gli sia stata d’aiuto. Dopo averci lavorato su ha fatto dei cambiamenti notevoli che sono stati percepiti anche dalla sua famiglia. Novak ne voleva sapere di più ed è così che ci siamo conosciuti quattro anni e mezzo fa.”
“Io con Djokovic condivido solo esperienze personali. Per quel che riguarda l’aspetto tennistico non hanno alcun rilievo. Questo gli è stato di grande supporto quattro anni fa e non c’è stata una perdita di energia o intensità da parte sua.” Pepe Imaz dice di “non essere il responsabile della crisi” del suo assistito, il quale dopo la vittoria al Roland Garros di 12 mesi fa sembra esser come entrato in una condizione di insoddisfazione dalla quale non sa uscirne. “In quel periodo Djokovic veniva da sei o sette anni durante i quali non si era mai fermato. Da quel momento in poi non ha più saputo gestire quello che doveva arrivare, ma era comunque molto difficile quando si tratta di qualcosa come Wimbledon e le Olimpiadi.” Per quanto riguarda questa stagione invece l’aspetto sul quale bisogna lavorare, secondo lui, non è tanto quello mentale, ma più quello fisico e in particolar modo la fase di recupero. “Djokovic dall’inizio dell’anno ancora non ha trovato la sua freschezza. Lui è il primo a voler tornare a vincere, però arriva un momento in cui il corpo non ha più riserve di energia.”