Wimbledon oggi ha un tetto, ma non ce l’ha sempre avuto. E ogni interruzione per pioggia negli anni passati finiva per regalare momenti di malinconia, quando “al tennis si aspettava il tennis”, sotto una fungaia di ombrelli e appesi alla possibilità che Giove Pluvio potesse smettere disturbare una manifestazione sportiva così suscettibile alle bizze del meteo. Il tetto è arrivato nel 2009 sul campo centrale, e dovrebbe arrivare nel 2019 sul campo 1. Ma c’è stato un tempo in cui neanche i big avevano la possibilità di continuare i loro incontri sotto la pioggia scrosciante.
Il 3 luglio 1996, giorno di quarti di finale maschili, il Regno Unito attende la sfida di Tim Henman contro Todd Martin e il tennis tutto quella tra Pete Sampras e Richard Krajcek, un olandese che sui prati sa decisamente come gestire la faccenda tennistica. Ancora nessuno immagina che proprio l’olandese solleverà il trofeo, e in pochi pensano già alla conclusione della 110ima edizione dei Championships quando una pioggia insistente investe il programma sul Centre Court. Non si gioca e non si gioca per un po’.
Quello che gli organizzatori decidono per ingannare l’attesa ha del singolare, ed è più appropriato lasciarlo raccontare dalle parole dello stesso protagonista. Cliff Richard, cantante pop inglese, è sugli spalti del campo centrale in qualità di “membro speciale”. Chi si assicura questo pacchetto esclusivo può testare direttamente con mano e racchetta i campi secondari, può accedere a corridoi preferenziali per spostarsi da un campo all’altro – se non vuole essere disturbato dalla folla – e una serie di altri privilegi che Cliff sta sperimentando ben lieto.
Come si sia giunti alla scelta di farlo esibire “a cappella” direttamente dagli spalti del tempio tennistico è storia bizzarra. La proposta di un’intervista per la radio di Wimbledon, l’idea di suonare ma “sono qui senza chitarra“, e poi Cliff che finisce a cantare “Summer Holiday” armato soltanto di microfono. “Cantavo totalmente a capella, che tra l’altro era un vantaggio perché non potevo essere stonato. E il pubblico sentiva la vulnerabilità di qualcuno che canta senza alcun aiuto. Sono stati magnifici, fin dal primo momento. La loro partecipazione fu grandiosa“.
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