[11] P. Kvitova b. J. Larsson 6-3 6-4 (Lorenzo Dicandia)
Il primo incontro femminile sul centrale dell’edizione 2017 di Wimbledon non vede la campionessa uscente, affaccendata in ben altre faccende, ma comunque una giocatrice che sui prati inglesi ha avuto un discreto successo. È infatti Petra Kvitova, campionessa nel 2011 e 2014, ad inaugurare il centrale per le donne. La ceca, rientrata meravigliosamente dopo la terribile aggressione subita in casa nel passato dicembre, ha a Wimbledon la sua casa tennistica. Kvitova è solo al terzo torneo dal rientro, eppure ha già avuto modo di sollevare un trofeo, la scorsa settimana a Eastbourne, mostrando resilienza e forza emotiva in quantità che prima si faticava ad attribuirle.
Per rompere il giacchio, il tabellone le ha portato in dono Johanna Larsson, numero 53 e contro cui ha un bilancio di 4 vittorie e 0 sconfitte. Larsonn, per di più, non vince una partita a Wimbledon da nove anni, quando sconfisse al primo turno delle qualificazioni l’australiana Jessica Moore. Da allora, solo sconfitte: otto. Sembrerebbe quindi che ci siano i presupposti per una partita che, tolto il richiamo emotivo dovuto al rientro di Kvitova, assuma più le sagome di un allenamento agonistico, che non di una vera competizione. Kvitova inizia contratta, visibilmente tesa, cedendo il servizio con tre doppi falli. Larsson ha dei colpi prevalentemente da superfici lente e con rimbalzi alti: un bel dritto in top e un servizio in kick che rimbalza alto. Non stupiscono quindi i risultati mediocri conseguiti sull’erba, che tende ad annullare i suoi punti di forza. Dopo qualche ulteriore difficoltà, Kvitova si sblocca tenendo il servizio nel terzo gioco. Il contro break è dunque questione di minuti, quelli necessari a far carburare il dritto. La ceca, ora al numero 12, mette giù vincenti a pioggia, dal servizio al rovescio al dritto, lungo linea e incrociato. Una risposta vincente di dritto le da il vantaggio nel set, 5 a 3. La ceca chiude il set , dopo aver annullato tre palle break, alla prima occasione.
Kvitova ha un braccio d’oro, come pochi se ne sono visti nella WTA, e non ha paura a lasciarlo andare. I cavalli però sono talmente tanti da rischiare a volte di andare fuori giri. Fa vedere allora, nel solo primo gioco del secondo set, durato dieci minuti, colpi in serie da lasciare a bocca aperta dallo stupore, talvolta positivo altre negativo. Kvitova fa vedere anche delle volée in allungo che lasciano intravedere la mano della scuola ceca nello sviluppo della giocatrice. Petra, avanti di un break dal terzo gioco, domina gli scambi, nel bene e nel male, e perde di tanto in tanto il ritmo, come le succedeva nella sua carriera pre-infortunio. Sopra 4-3, cade preda delle occasionali serie di errori, cedendo il break precedentemente acquisito. Kvitova è brava però a riacquistare immediatamente la concentrazione e, nel gioco successivo, con due straordinarie diagonali, prima di rovescio e poi di dritto, si riconquista il break e la possibilità di chiudere al servizio. Dopo un’ora e venticinque, la partita termina dunque 6-3 6-4 e Kvitova conferma, nel caso ci fossero dubbi, che nel lotto delle dieci e più pretendenti al titolo, lei è tra le più quotate. Kvitova troverà ora una tra Brengle, americana numero 96 contro cui è sotto 2 a 1 nei precedenti, e Hogenkamp, olandese al numero 104 contro cui ha vinto l’unico precedente fino a qui disputato.
V. Azarenka b. C. Bellis 3-6 6-2 6-1 (Emmanuel Marian)
Dio solo sa quanto il tennis femminile ha bisogno di Vika Azarenka in questo particolare momento storico. In assenza di Serena e Maria, che per tre lustri hanno retto spettacolo, aspettative e favori del pronostico, il ritorno della bielorussa, insieme a quello di Petra Kvitova, ha le sembianze della manna dal cielo per i manager sempre più sulle spine di un circuito senza padrone e vedette di sicuro successo. Può sparigliare le carte, la Victoria vista oggi, già in queste due settimane sull’erba londinese? Probabilmente no, ma la buonissima vittoria ottenuta ai danni della teenager terribile CiCi Bellis regala ai molti suoi adepti sensazioni confortanti. Il tennis dell’ex regina del circuito ovviamente non è soggiogante come ai tempi migliori, ma la strada imboccata sembra quella giusta. Le è toccato un primo turno complesso e ha dovuto soffrire per uscirne, superando un avvio choc e un primo set che l’aveva vista sprofondare sotto un pesante 0-4 macchiato da diciotto errori non forzati. Un primo parziale dal risultato bugiardo, che la due volte regina di Melbourne ha quasi riacciuffato quando, nel nono gioco, ha sprecato quattro palle per recuperare anche il secondo break di svantaggio, ma si capiva che l’andazzo del match aveva cambiato indirizzo. Supportata da una presenza fisica che pare persino migliore di quella che definiva la sua versione pre-parto, Vika nel secondo parziale ha aumentato vertiginosamente i giri del motore, smesso di sbagliare, e una volta pareggiato con discreto controllo il conto dei set ha dominato quello decisivo, tirando a mente sciolta e banchettando in risposta sulle paure di una rivale con il servizio in panne. Avanza, Victoria, e forse per il tennis tutto è una buona notizia. Nel prossimo turno avrà Elena Vesnina, quindicesima favorita in gara: i precedenti sono addirittura sette, tutti finiti dalle parti di Minsk.
[10] V. Williams b. E. Mertens 7-6(7) 6-4 (Tommaso Voto)
Un applauso caloroso e convinto accoglie Venus Williams, che a 37 anni è la tennista più anziana presente in tabellone nonché la più titolata (Venere ha trionfato 5 volte ai Championships più altre tre finali, l’ultima raggiunta nel 2008). C’era molta curiosità sulla condizione psico-fisica della campionessa di Lynwood, soprattutto dopo la notizia, rimbalzata su tutti i tabloid internazionali, del suo coinvolgimento nell’ incidente stradale del 9 giugno scorso in cui ha perso la vita il 78enne Jerome Barson. L’ex n.1 del mondo non si è fatta distrarre dai pensieri extra-sportivi, e seppur con qualche inciampo si è liberata della belga Mertens approdando al secondo turno di Wimbledon. È il 96esimo successo a Church Road (82-14 lo score), che le permette di raggiungere sua sorella Serena, che inevitabilmente rimarrà ferma essendo in dolce attesa.
Mertens, n. 54 del mondo, sembra paralizzata dell’emozione, del resto è comprensibile considerando che è all’esordio nel torneo più affascinante e prestigioso del mondo. Elise è rigida nei movimenti, i suoi colpi rimangono “strozzati” sulla racchetta, questo incide sulla dinamica del suo gioco, che nei primi minuti è poco fluido e molto frammentato. Venus prende immediatamente la scena, impone un ritmo alto e con la risposta conquista punti rapidi che le permettono di portarsi sul 3-0. La fiamminga prende coraggio e, agevolata anche da qualche gratuito dell’avversaria, raggiunge il 3-3, ma c’è un evidente cambio di ritmo del match. Ora Venus è più impacciata, meno decisa e questo permette ad Elise di farsi pericolosa e aggressiva. Il servizio, da sempre una delle armi decisive dell’arsenale della statunitense, è meno incisivo e quando si entra nello scambio il diritto della 21enne di Lovanio fa la differenza. Nel tiebreak l’equilibrio si spezza a favore della n.10 del seeding, che prende il largo fino al 6-3, poi qualche errore e un paio di colpi sporcati anche dal nastro permettono a Mertens di salvare tre set point e di raggiungere la pentacampionessa di Wimbledon sul 6-6. Il quinto tentativo è quello giusto: Venus muove meglio la palla, prova a rallentare lo scambio con il back di rovescio e alla fine Elise insacca in rete il diritto. La californiana, tra alti e bassi, recupera il break immediato in apertura di secondo parziale e va addirittura avanti sul 4-2, ma più per demerito altrui che per meriti propri. L’esperienza aiuta Venere a salvarsi dal 4-4 e a conquistarsi anche due match point sul successivo servizio dell’avversaria, poi la pioggia interrompe le ostilità per una ventina di minuti. Si ritorna in campo e Williams chiude sul definitivo 6-4. Al secondo turno per l’americana ci sarà l’ostacolo cinese Wang, che ha perso (ironia della sorte come Mertens) l’unico precedente giocato al Roland Garros nella scorsa edizione.
[25] C. Suarez Navarro b. E. Bouchard 1-6 6-1 6-1 (Giovanni Vianello)
In un match dai due volti, Suarez Navarro estromette la finalista qui a Wimbledon nel 2014 Eugenie Bouchard al terzo set. Si prospettava un incontro incerto quello tra la spagnola e la canadese, tra due tenniste che non stanno attraversando uno stato di forma folgorante. Il primo set è a senso unico, Suarez Navarro è costretta ai vantaggi già nel primo turno di battuta e poi cede il servizio per due volte consecutive. Bouchard dimostra un gioco molto più adatto all’erba, con aperture più rapide e colpi decisamente più piatti. Suarez Navarro eccede nel top-spin e raramente trova profondità con i suoi colpi. Il risultato è di 6-1. La partita cambia completamente volto nel secondo set. Genie improvvisamente si spegne e la spagnola in poco tempo si ritrova avanti 5-0. La canadese non trova più il campo e commette un numero elevato di gratuiti. Bouchard nel sesto game tiene il servizio per il game della bandiera, ma subisce in seguito il 6-1. Nel terzo set si assiste ad un altro monologo della spagnola, che dopo aver trovato un break di vantaggio nel terzo game (durato molti punti) poi dilaga, con Bouchard che pare sempre più impotente. Anche il terzo set come il secondo si conclude con un 6-1 di marca iberica. Dopo un avvio dirompente della canadese, si è assistito ad un drastico calo di Bouchard, che si conferma l’ombra della giocatrice che qui a Church Road raggiunse la finale. Per Suarez-Navarro al prossimo turno Shuai Peng.
[4] E. Svitolina b. A. Barty 7-5 7-6(8) (Gianluca Mitidieri)
Primo turno tra Elina Svitolina, testa di serie numero 4 del seeding e Ashleigh Barty, australiana numero 56 del ranking, tornata in modo prepotente sui campi dopo un calo motivazionale che l’ha tenuta lontana dalle competizioni per circa due anni. Sul campo 3 temperatura di circa 20° e clima mite per un match che si preannuncia ricco di spettacolo. Barty sorprende subito in avvio per la fluidità dei colpi e la leggerezza mentale: cinica e atleticamente brillante, comanda gli scambi e mette l’avversaria alle corde. Tre break consecutivi, dal terzo al quinto gioco, di cui due dell’australiana, fanno entrare il match nel vivo e le consentono di guidare con autorità fino al 5-4 e servizio: qui un doppio fallo rimette in corsa una abulica Svitolina che da qui, sulle ali dell’entusiasmo, mette il turbo e compie lo strappo decisivo, chiudendo il parziale con il punteggio di 7-5. Seconda frazione interrotta per pioggia sul punteggio di 3-2 Svitolina. Al rientro subito mille emozioni con break e controbreak che entusiasmano il pubblico. L’equilibrio si trascina fino al tie-break, dove si tocca il punto più alto del match: dopo ben cinque match point annullati con grandi accelerazioni di dritto, Barty soccombe. Prossimo turno in cui l’ucraina affronterà la nostra Francesca Schiavone, vincitrice nel match odierno su Mandy Minella con un perentorio 6-1 6-1. Un unico precedente tra le due a Baku nel 2014, in cui la Svitolina si impose sulla milanese col risultato di 3-6 6-1 6-4.
[2] S. Halep b. [Q] M. Erakovic 6-4 6-1 (Domenico Giugliano)
Fa il suo debutto a Wimbledon, sul campo numero 2, la finalista del Roland Garros 2017 Simona Halep, testa di serie numero 2 del tabellone. La sua avversaria è la neozelandese Marina Erakovic (numero 129 della classifica mondiale), arrivata al main draw attraverso le qualificazioni. L’inizio è abbastanza difficoltoso per la rumena, che sbaglia tantissimo di rovescio e concede nei suoi primi due turni di servizio ben tre palle break che Erakovic non riesce a convertire grazie a tre pesanti errori di dritto. Dal quinto game Halep cambia ritmo, commette meno errori e si porta avanti di un break, minando le certezze della sua avversaria. La numero due del mondo chiude il primo parziale per 6-4 in 40′ di tennis non scintillante. Nel secondo set la Halep parte subito forte, strappando il servizio all’avversaria che commette ben tre errori gratuiti di rovescio. Orami la partita è in discesa per la numero 2 del ranking, che limitandosi a palleggiare da fondo aspetta gli errori di Erakovic, che arrivano puntuali anche nel terzo gioco, permettendo alla rumena di scappare sul 3-0 pesante. Dopo una leggera distrazione nel quarto game, dove restituisce uno dei due break, Halep torna a non sbagliare e chiude facilmente con un netto 6-1 in un’ora e 20 minuti. Dopo una brutta partenza, una discreta prestazione per la rumena che chiude con un saldo negativo di 24 errori gratuiti e 19 vincenti. Per lei al secondo turno ci sarà la brasiliana Haddad Maia che ha battuto la padrona di casa Robson in due set.
[6] J. Konta b. S.W. Hsieh 6-2 6-2 (Giacomo Capra)
Sul campo numero 1 esordio vittorioso della grande speranza del pubblico britannico per il torneo femminile. Johanna Konta, numero 7 del mondo, si è imposta agevolmente sulla giocatrice di Taipei Su-Wei Hsieh, 31enne numero 113 WTA. 2-1 i precedenti in favore dell’asiatica che aveva estromesso Konta qualche mese fa al primo turno del Roland Garros, battendola in rimonta in un match estremamente combattuto. Tutt’altra storia invece quest’oggi. Nel primo set la britannica riesce a tenere con facilità tutti i turni di servizio ad eccezione del secondo, perso ai vantaggi dal 40-0. Ben tre break ottenuti però le renderanno piuttosto agevole la conquista del parziale per 6 giochi a 2 con, a conclusione, una spettacolare demi-volée incrociata di dritto sul set point. Nel secondo parziale la taiwanese perde nuovamente la battuta nel terzo game e a questo punto tenta di sparigliare le carte variando di più i colpi e provando spesso a giocare palle senza peso volte a togliere il ritmo all’avversaria. La strategia però non dà gli effetti sperati, con Johanna che non ci mette molto a trovare le contromisure e, mettendo a segno un secondo break, sale 4-1. Non avrà problemi la 26enne britannica a chiudere tenendo il servizio a 0 nell’ultimo game concludendo con un ace. Tutto molto facile per Konta che archivia la pratica in poco più di un’ora senza rischiare nulla. Deludente Hsieh la cui prestazione è stata decisamente sottotono. La giocatrice nativa di Sydney raggiunge così il secondo turno dove affronterà la vincente del match tra Donna Vekic e la giovane russa Natalia Vikhlyantseva.
Altri incontri (Domenico Giugliano)
Negli altri incontri di giornata, in uno dei match più importanti, Dominika Cibulkova batte 9-7 al terzo dopo una battaglia di tre ore Andrea Petkovic. Solita grinta per la slovacca che con il cuore ha tirato su un match complicatosi dopo il brillante avvio del primo set. Onore a Petkovic, che malgrado tutti gli acciacchi fisici degli ultimi anni ha lottato sino all’ultimo punto del terzo set. Cibulkova incontrerà al secondo turno l’americana Brady che ha eliminato in due set la montenegrina Kovinic. Vince Strycova, testa di serie numero 22 in due facili set su Cepede Royg. La sua prossima avversaria sarà la giapponese Osaka che ha avuto la meglio sulla spagnola Sorribes. Esulta anche Wang, che batte nel derby Cina-Taipei Chang e si “regala” al secondo turno Venus. Vittoria in due set anche per la canadese Abanda sulla nipponica Nara e per Caroline Garcia su Jana Cepelova. Vittoria davvero brillante per la francese che se la vedrà al secondo turno con la rumena Bogdan, vincitrice in due parziali sulla cinese Duan. Esce di scena la testa di serie numero 26, Lucic-Baroni, eliminata dopo un’autentica battaglia dalla tedesca Witthoeft, che la spunta al set decisivo per 8-6. L’avversaria di Petra Kvitova sarà, invece, Madison Brengle, che ha liquidato con un 6-3 periodico l’olandese Hogenkamp.
Risultati:
[Q] A. Sabalenka b. I. Khromacheva 6-3 6-4
B. Haddad Maia b. [WC] L. Robson 6-4 6-2
C. Giorgi b. A. Cornet 5-7 6-4 6-4
Q. Wang b. K.C. Chang 6-3 6-4
[17] M. Keys b. N. Hibino 6-4 6-2
[10] V. Williams b. E. Mertens 7-6(7) 6-4
[4] E. Svitolina b. A. Barty 7-5 7-6(8)
[22] B. Strycova b. V. Cepede Royg 6-3 6-3
F. Schiavone b. M. Minella 6-1 6-1
Kr. Pliskova b. [31] R. Vinci 7-6(6) 6-2
[2] S. Halep b. [Q] M. Erakovic 6-4 6-1
C. Witthoeft b. [26] M. Lucic-Baroni 6-3 5-7 8-6
N. Osaka b. S. Sorribes Tormo 6-3 7-6(3)
[21] C. Garcia b. J. Cepelova 6-1 6-1
[8] D. Cibulkova b. A. Petkovic 6-3 3-6 9-7
[11] P. Kvitova b. J. Larsson 6-3 6-4
M. Sakkari b. K. Siniakova 6-3 6-4
M. Brengle b. R. Hogenkamp 6-3 6-3
I.C. Begu b. [WC] N. Broady 6-4 6-2
A. Bogdan b. Y. Duan 6-4 6-2
J. Brady b. D. Kovinic 6-3 6-1
[6] J. Konta b. S.W. Hsieh 6-2 6-2
[25] C. Suarez Navarro b. E. Bouchard 1-6 6-1 6-1
D. Vekic b. N. Vikhlyantseva 6-7(6) 6-4 6-1
[15] E. Vesnina b. [Q] A. Blinkova 6-4 5-7 6-2
[Q] F. Abanda b. K. Nara 6-2 6-4
[13] J. Ostapenko b. A. Sasnovich 6-0 1-6 6-3
S. Peng b. M. Vondrousova 6-7(5) 6-0 6-4
[WC] H. Watson b. M. Zanevska 6-1 7-6(5)
[27] A. Konjuh b. S. Lisicki 6-1 6-4
V. Azarenka b. C. Bellis 3-6 6-2 6-1
[18] A. Sevastova b. Y. Putintseva 6-1 7-6(3)
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