M. Brengle b. [11] P. Kvitova 6-3 1-6 6-2 (Andrea Ciocci)
Che lo sport non faccia sconti all’epica dell’happy end è ben noto. Vince il più forte, buono o cattivo, bello o brutto. Su un terreno vietato a questioni morali e crediti con la vita. Proprio per questo Petra Kvitova sapeva di non poter far affidamento sulla bella favola reale del suo ritorno. Proprio per questo ha perso l’incontro di secondo turno che la vedeva opposta alla statunitense Madison Brengle.
Pessima partenza di Kvitova, che alterna orrori a punti degni del suo status bicampionessa di Wimbledon. Per contro la sua rivale, capace di sorprendere Serena Williams ad Auckland, e avanti 2-1 negli head to head, appare molto solida e pronta a farsi il giro sulle montagne russe gentilmente regalatole dalla ceca. Ventotto errori, ben distribuiti fra dritto e rovescio, le costano ovviamente il primo set: 6-3 per Brengle. La musica cambia decisamente nella seconda frazione, che sembra scritta da un abile sceneggiatore. La campionessa si riscatta, trovando finalmente il campo con i suoi potenti servizi e dritti mancini. La 27enne di Dover – ma nel Delaware – diventa improvvisamente comparsa in un set dominato da Petra, che le concede un solo gioco. Ora, però, la vincitrice di Birmingham sembra stanca. E una Brengle tignosa allunga gli scambi, andando in vantaggio di un break. Il pattern è lo stesso della prima frazione. Con l’aggravante che gli errori ora nascono dalla evidente stanchezza della ceca. Altra battuta strappata, avversaria sul 5-2 e intervento del medico al cambio campo, che misura la pressione alla Kvitova. L’ultimo game è segnato: Madison Brengle spegne l’hype con una prestazione onesta. Anche stavolta, gli sceneggiatori hanno perso.
V. Azarenka b. [15] E. Vesnina 6-3 6-3 (da Londra, AGF)
Secondo turno di lusso sul Court 3, con due ex semifinaliste di Wimbledon una contro l’altra. Vesnina ha raggiunto la semifinale l’anno scorso, Azarenka nel 2011 e nel 2012 (più un quarto di finale nel 2015). I precedenti sono inequivocabili: 7 vittorie a zero (e 14 set a zero) per Azarenka. Ma questa volta la situazione è un po’ differente, visto che Vika è al rientro dalla lunga pausa per maternità e nel frattempo la sua avversaria ha compiuto un salto di qualità in singolare, arrivando addirittura a vincere un torneo importante come Indian Wells. Tanto è vero che a Wimbledon Vesnina è testa di serie numero 15, mentre Azarenka partecipa solo grazie al ranking protetto. Si gioca in una giornata straordinariamente calda per gli standard inglesi. La voce ufficiale del torneo ha annunciato che sono previsti sole pieno e 29 gradi di massima (all’ombra): dunque, suggerisce, “idratarsi bene e proteggersi dal sole”. E anche se a noi italiani non pare una giornata insopportabile, tra il pubblico in tribuna uno spettatore si sente male ed è necessario l’intervento dei paramedici.
Dopo i primi game l’impressione è che rispetto alla Azarenka dei giorni migliori a Vika manchi ancora quella risposta al servizio di straordinaria qualità che ne faceva una delle migliori “risponditrici” (se non la migliore, insieme a Serena) del circuito. E così, grazie all’incisività del servizio Vesnina può iniziare lo scambio in condizioni di vantaggio; questo le permette di non soffrire troppo la maggiore solidità di Azarenka nel palleggio. Il break arriva comunque al sesto gioco, nel game più lungo del set (14 punti), ed è sufficiente per fare la differenza: 6-3 Azarenka in 43 minuti. Nel secondo set la sensazione è che stiano riaffiorando le dinamiche psicologiche accumulate nei confronti diretti precedenti. Vesnina sembra meno convinta e subisce il break a zero nel terzo gioco. Azarenka è al contrario sempre più sicura nei suoi turni di servizio, e la partita sembra ormai indirizzata. Nemmeno un Medical Time Out chiamato da Vesnina al termine del settimo gioco riesce a incidere sull’inerzia del match. Azarenka tiene senza particolari problemi i suoi turni di servizio e si aggiudica la partita con un secondo break, che Vesnina concede chiudendo con due doppi falli consecutivi. 6-3 in 56 minuti.
Azarenka complessivamente più solida nello scambio, più costante e aggressiva, e con un gioco difensivo superiore. Vesnina dopo i primi game non è quasi più riuscita a muoversi sulla verticale e quindi non ha potuto contare su un numero sufficiente di punti derivati dal gioco di volo, che per lei, ottima doppista, sarebbero stati fondamentali. Da sottolineare che in tutto il match Azarenka non solo non ha mai perso la battuta, ma ha concesso appena una palla break (nel primo set). Prosegue dunque bene il processo di recupero ad alti livelli di Vika, che al prossimo turno troverà la beniamina di casa Heather Watson. Confronti diretti: 6-0 per Azarenka (12 set a zero).
Per la conferenza stampa gli organizzatori assegnano ad Azarenka la “Interview Room 2”, cioè la seconda in termini di capienza a Wimbledon. Ma forse hanno sottovalutato l’interesse che suscita Vika, dato che la sala è completamente esaurita, con almeno cinquanta giornalisti presenti. Queste le sue risposte più interessanti: “Oggi ci sono state cose che mi hanno soddisfatto e altre meno. Ho giocato bene da fondo, preciso e pulito. Invece avrei potuto fare meglio in risposta; ma lei è stata brava a mixare direzioni e spin di battuta, e questo ha reso le cose non facili”. “Tornare da un infortunio e tornare dalla maternità è completamente diverso. In un caso si hanno alle spalle giorni difficili, in quest’ultimo giorni felici”. “Ho cambiato racchetta, passando dalla Wilson alla Yonex. Avevo giocato con una Yonex quando ero ragazzina (12-13 anni), ma il modello che ho iniziato a usare ora è stato fatto su mie precise specifiche: con una forma più rotonda (meno “classica” Yonex, ndr) che mi permetta di avere uno sweet spot sufficientemente grande, ma anche la giusta potenza senza perdere nel controllo”.
[6] J. Konta vs D. Vekic 7-6(4) 4-6 10-8 (Tommaso Voto)
Una vittoria memorabile che Johanna Konta ottiene sul filo di lana dopo oltre tre ore di gioco, ma Donna Vekic, pur in lacrime e fisicamente provata, non esce affatto sconfitta. La croata ha dimostrato di valere questo livello e di poter elevare in modo sensibile il suo gioco. Già dai primi passi sul Campo Centrale di Wimbledon, Johanna (britannica di passaporto, ma anglosassone di estrazione, infatti è nata a Sydney), è consapevole di avere il destino di tutta una nazione sulle spalle. Esattamente 40 anni fa Sarah Virginia Wade sollevava, nell’anno del centenario del torneo, il Venus Rosewater Dish, ovvero il trofeo di Wimbledon riservato alle donne. Fu un trionfo straordinario sia dal punto di vista sportivo che di costume, perché tutto avvenne sotto gli occhi della Regina Elisabetta, che nel 1977 festeggiava anche il Giubileo d’argento. Da allora il mondo è cambiato, sono caduti muri fisici e virtuali, ma nessuna tennista inglese è riuscita ad emulare Sarah Virginia.
Certo qualche difficoltà c’è stata, anche perché la croata ha un gioco che si adatta meravigliosamente alla superficie, ma Johanna ha fatto valere la sua migliore preparazione atletica. La partenza è promettente, si vedono da subito colpi vincenti e servizi che viaggiano mediamente oltre le 100 miglia orarie. Donna si salva, infatti dal 15-40 mette il turbo e vince il primo gioco. Il canovaccio tattico è chiaro, la croata prova a spingere ogni colpo e cerca maggiormente gli angoli, mentre Konta è più “asciutta”, in quanto si affida al diritto ed al lungolinea. La scivolata di Eastbourne e il relativo ritiro prima della semifinale contro Pliskova sembravano mettere in dubbio la presenza della tennista di casa, che è apparsa, comunque, in buona forma fisica. L’ottavo gioco spezza l’equilibrio a favore della croata, che conquista il primo break dell’incontro e passa in vantaggio sul 5-3. Fino al 40-15 tutto sembra semplice per Donna, ma la sua avversaria aumenta la pressione da fondo e annulla i due set point. Da qui in avanti la croata si scompone e, con un due doppi falli e con un diritto sparato fuori di metri, perde clamorosamente il servizio. Vekic è in chiara difficoltà, ma riesce lo stesso a neutralizzare quattro opportunità di break per la britannica, che ha qualche rammarico evidente. Dopo una piccola interruzione (malore per uno spettatore in tribuna), Konta si aggiudica uno spettacolare tie break con il punteggio di 7-4.
La britannica ha una partenza disastrosa, infatti commette un paio di errori banali, che consentono alla croata di andare subito 2-0. Il controbreak arriva quasi immediato, ma al servizio Johanna è decisamente meno incisiva del solito, infatti la britannica perde di nuovo la misura dei propri colpi e va nuovamente sotto 4-2. Stavolta a Vekic il braccio non trema e con un urlo liberatorio si aggiudica il secondo set con il punteggio di 6-4, ma la tennista di casa ha avuto qualche incertezza di troppo ed ora si trova a giocarsi tutto nell’atto conclusivo. Complice un caldo anomalo su Londra, c’è un lungo stop che permette alle due ragazze di uscire dal campo e di prendere un po’ di fiato. Dopo oltre 8 minuti ripartono le ostilità, entrambe sono infallibili al servizio e questo incide sul gioco che diventa rapido e frammentato. Il primo momento di difficoltà arriva sul 6-6, Konta annulla una palla break con un buon rovescio lungolinea, che costringe la sua avversaria all’errore. La tensione è palpabile, si gioca punto a punto e nessuna delle due sembra voler arretrare, anzi più le difficoltà aumentano e più si vedono vincenti. Johanna è la prima a conquistarsi il match point, che è annullato con un ace. Al secondo tentativo utile, Vekic affossa il diritto in rete e la sfida si conclude sul definitivo 10-8 e con un abbraccio carico di emozione e di lacrime. Per Konta è anche la rivincita della finale persa a Nottingham: ora per lei c’è la greca Sakkari al terzo turno.
After a three-hour and 10 minute battle, an emotional embrace at the net for Johanna Konta and Donna Vekic…#Wimbledon pic.twitter.com/XWhbX3J1WB
— Wimbledon (@Wimbledon) July 5, 2017
[10] V. Williams b. Q. Wang 4-6 6-4 6-1 (Manuel Dicorato)
Venus Williams batte in rimonta la cinese Wang ed approda al terzo turno. Prestazione non all’altezza del nome della penta campionessa dei Championships che ha vissuto una partita su una perenne montagna russa, alternando grandi colpi a passaggi a vuoto francamente inspiegabili. Nella quasi totalità del match Venus è stata tanto eccellente in risposta quanto disastrosa al servizio (enormi problemi con il lancio di palla). Il momento difficile nella vita privata della campionessa statunitense potrebbe essere una parziale giustificazione ai passaggi a vuoto presentatisi nel match: come nel primo set quando avanti 4-2 e servizio è inspiegabilmente crollata cedendo il primo parziale per 6-4, o come le undici palle break mancate su quindici nell’intero match. Ma per vincere Wimbledon e mettere parzialmente da parte il dramma dell’incidente automobilistico del 9 giugno, l’ex numero 1 del mondo dovrà cambiare assolutamente registro sin dal prossimo match contro la giapponese Osaka. Il secondo set sancisce la svolta della partita: nel decimo gioco Wang ha il primo vero passaggio a vuoto dell’incontro e, vedendosi strappare servizio e set, sancisce la sua resa. Il terzo set è una passeggiata sulla via della seta per la testa di serie numero 10 che prima trova un break nel quarto gioco, per poi trovarne un altro nel sesto e chiudere al servizio il set sul 6-1 finale. Prosegue dunque la marcia della tennista più anziana del tabellone del singolare femminile, la cui marcia verso la sesta corona sui giardini di Church Road proseguirà venerdì contro la giapponese Osaka.
N. Osaka b. [22] B. Strycova 6-1 0-6 6-4
Va a casa un’altra testa di serie, una di quelle che non avevano velleità di vittoria finale però certamente avrebbe barrato la casella “Wimbledon” alla domanda sullo Slam preferito. È stato un incontro dall’andamento parecchio singolare, con due set praticamente privi di riferimenti tecnico-tattici e di una vera contesa e un terzo invece molto più vibrante. Nel primo set banalmente Osaka ha messo in campo qualsiasi colpo, imperversando su una Strycova decisamente spaesata. Non è una novità che la giapponese potesse mettere alla corde un’avversaria con il suo tennis clamorosamente esplosivo, ma certo ha sorpreso l’incapacità della sua avversaria di opporre resistenza. Il secondo ha offerto la pronta rivincita della ceca, che proprio quando sembrava sull’orlo di una crisi ha messo in fila sei giochi consecutivi per ristabilire la parità. L’ultimo parziale è decollato sul 3-3, quando il break di Osaka poi agevolmente confermato ha piazzato Strycova sul cornicione. Non sono bastati i tentativi di verticalizzare il gioco, né di proporre un tennis più ragionato per imbrigliare l’inesauribile bum bum della sua avversaria. La giapponese ha tentennato un po’, fallito tre match point sull’altrui servizio prima di chiudere sul proprio con un’autorità che non le si riconosceva. Terzo turno di prestigio contro – salvo sorprese – Venus Williams. Che avendola vista giocare, non sarà troppo contenta.
[2] S. Halep b. B. Haddad Maia 7-5 6-3 (Matteo Guglielmo)
Continua il cammino in questo Wimbledon per Simona Halep che estromette dal torneo la mancina brasiliana Haddad Maia. Partita molto complessa per la numero 2 del mondo che ha dovuto fronteggiare una partenza sprint dell’avversaria la quale, durante tutto il match, ha cercato di sorprenderla con accelerazioni da ogni zona del campo. Nonostante un vantaggio di 5-3 e servizio nel primo set, la brasiliana non è riuscita a chiudere cedendo poi il set per 7 a 5. In questa fase del match è mancata sicuramente un po’ d’esperienza che le ha impedito di portare a termine l’impresa. La battaglia del secondo set continua sino al 3 pari quando qualche gratuito in più fa cedere la giovane brasiliana. Alla fine la seconda favorita del tabellone riesce a chiudere in due set con lo score di 7-5 6-3. Buona prestazione di Halep soprattutto sul piano mentale. Brava la rumena a restare attaccata ad ogni punto del match senza perdere la pazienza dopo essersi lasciata scappare qualche opportunità di troppo. Superati i tanti problemi fisici invece Haddad Maia ha messo in luce i progressi fatti quest’anno, dimostrando un tennis completo e sempre propositivo. Limando qualche piccolo aspetto tattico, il futuro per questa giocatrice non potrà che essere roseo. Dopo la cocente delusione di Parigi, serve una reazione da vera campionessa per Simona Halep soprattutto perché il tabellone che la attende è tutt’altro che semplice. Al terzo turno la rumena affronterà un’avversaria sicuramente ostica come Shuai Peng.
[13] J. Ostapenko b. [Q] F. Abanda 4-6 7-6(3) 6-3 (Roberto Ferri)
La fresca vincitrice del Roland Garros, la lettone Jelena Ostapenko (n. 13 WTA) aveva incontrato e perso due volte a livello juniores contro la sua avversaria odierna, la coetanea Francoise Abanda (n. 142 WTA), proveniente dalle qualificazioni e alla sua prima partecipazione a Wimbledon. Oggi, al primo incontro a livello professionistico, si è presa una faticosa rivincita in tre set tutt’altro che entusiasmanti. Partita interamente giocata da Ostapenko senza alcun piano tattico che andasse oltre la ricerca di una soluzione vincente da fondocampo entro i primi quattro o cinque scambi o, in alternativa, una prima di servizio altrettanto vincente. Abanda, che nel portamento regale ricorda la leggendaria Althea Gibson, un piano, seppur elementare, lo ha mostrato: attendere l’errore dell’avversaria. Questa tattica l’ha premiata nel primo parziale in cui gli errori non forzati della lettone sono stati 20 contro i 7 colpi vincenti e, al primo set point utile, è passata all’incasso. Nel secondo set sono emersi i suoi attuali limiti, soprattutto fisici e consistenti in una evidente macchinosità negli spostamenti sul lato del diritto, ma Ostapenko ha avuto comunque bisogno del tie-break, vinto non senza qualche brivido, per poter approdare al terzo, dopo avere sprecato l’opportunità di pareggiare i conti sul punteggio di 5-4 e servizio. Nel parziale decisivo le due giocatrici si sono scambiate subito il servizio ma all’ottavo gioco la regina di Parigi ha piazzato lo scatto decisivo togliendo il servizio all’avversaria per poi fare suo l’incontro al primo match point con un diritto vincente. Al prossimo turno incontrerà la nostra Camila Giorgi contro la quale ha perso nell’unico confronto diretto, avvenuto un anno fa a Katowice. Patriotticamente parlando, confidiamo non resti un episodio isolato.
Gli altri incontri (Giovanni Vianello)
La beniamina di casa Heather Watson estromette Sevastova con un punteggio piuttosto eclatante, 6-0 6-4. Kristyna Pliskova dura un set e mezzo contro Maria Sakkari; la ceca fa valere la maggior incisività del suo servizio fino a metà secondo parziale e si porta avanti 7-6 4-1, ma finisce per perdere 6-7 6-4 6-4. La campionessa in carica delle WTA Finals Dominika Cibulkova si aggiudica un posto nelle ultime 32 con due break consecutivi a cavallo di fine primo set ed inizio secondo parziale, vincendo 6-4 6-4 su Jennifer Brady. Naomi Osaka sconfigge Barbora Strycova ma anche la propria paura di vincere, dominando il primo set (6-1), sparendo dal campo nel secondo (6-0 per la ceca) ed aggiudicandosi il match 6-4 al terzo dopo aver sprecato ben 4 match-point. Konjuh elimina Begu al terzo set, con Begu che manca un’occasione di servire per il primo set e resta in vita fino al 3-3 del terzo, subendo poi due break consecutivi. Witthoeft vince il primo set al tie-break, poi perde il secondo 6-3 e va sotto di un break nel terzo; segue un valzer di break e contro-break, in cui risulta vincitrice la tedesca per 6-3 sulla bielorussa Sabalenka. La francese Garcia estromette Bogdan 6-4 6-3. Carla Suarez Navarro non riesce a trovare contromisure al gioco di ritmo della “quadrumane” Shuai Peng e subisce un pesante 6-2 6-2.
Risultati:
[8] D. Cibulkova b. J. Brady 6-4 6-4
V. Azarenka b. [15] E. Vesnina 6-3 6-3
[WC] H. Watson b. [18] A. Sevastova 6-0 6-4
[27] A. Konjuh b. I.C. Begu 7-6(3) 2-6 6-3
M. Sakkari b. Kr. Pliskova 6-7(6) 6-4 6-4
N. Osaka b. [22] B. Strycova 6-1 0-6 6-4
[6] J. Konta vs D. Vekic 7-6(4) 4-6 10-8
C. Witthoeft vs [Q] A. Sabalenka
[10] V. Williams b. Q. Wang 4-6 6-4 6-1
[4] E. Svitolina b. F. Schiavone 6-3 6-0
M. Brengle b. [11] P. Kvitova 6-3 1-6 6-2
[2] S. Halep b. B. Haddad Maia 7-5 6-3
C. Giorgi b. [17] M. Keys 6-4 6-7(10) 6-1
S. Peng b. [25] C. Suarez Navarro 6-2 6-2
[21] C. Garcia b. A. Bogdan 6-4 6-3
[13] J. Ostapenko b. [Q] F. Abanda 4-6 7-6(4) 6-3
Wimbledon: splendida Giorgi, Fognini e Lorenzi avanti. Tre eliminati
Wimbledon: Nadal viaggia spedito, Murray trova Fognini