Ci sono giocatori che tornano a casa da Wimbledon con un bel gruzzoletto in tasca, dopo aver giocato minime frazioni di primo turno, e poi ce ne sono altri che i soldi li buttano. In certi casi letteralmente, come Daniil Medvedev. In segno di sguaiata protesta contro l’arbitro Mariana Alves, “reo” di aver favorito l’avversario, il belga Bemelmans, nel caldissimo match finito al quinto set per quest’ultimo, il Next Gen russo ha scagliato contro la sedia della umpire alcune monetine provenienti dal suo portafogli. La bravata è giunta al termine di una escalation di proteste, passate per un warning e un penalty point, le quali non potevano non costargli una multa. Totale: 12.700 € di sanzione (oltre agli “spicci” lanciati) comminata dall’International Tennis Federation. Pentito nelle sue dichiarazioni, la speranza russa che aveva estromesso Wawrinka al primo turno, ha addebitato il gesto alla trance agonistica e alla delusione per la sconfitta.
Altra età, perlomeno anagrafica, e altra situazione quella che ha visto protagonista Bernard Tomic. Il quale da oggi, ma permetterci di aggiungere un “forse”, ha capito che davvero il silenzio è d’oro. O, se vogliamo, la parola può costare 13.200 €. L’australiano è stato multato per aver ammesso, durante la conferenza stampa successiva alla sconfitta patita contro Mischa Zverev, la sua condotta antisportiva. Oltre a dichiararsi annoiato, ha anche confessato un uso tattico del MTO. Che un tennista candidamente dichiari di non trovare alcuna motivazione nell’affrontare il torneo più importante del circuito è qualcosa di sconcertante. Resta da capire se sia solo una maschera, indossata nel tentativo di nascondere la delusione per una carriera nata ma mai davvero cresciuta, o se ormai, più semplicemente, sia giunto alla fase di non ritorno. Sia come sia, Tomic non è nuovo al ruolo di cattivo: di certo non si tratta del primo né del secondo match che “abbandona” (mentalmente e non), e già in passato dichiarò che avrebbe smesso di giocare a tennis non appena il suo conto in banca fosse stato sufficientemente corposo. Perché, non lo è già?
Andrea Ciocci