Splende il sole su Londra e sull’All England Club. Decidiamo di concederci una piccola pausa e andiamo a fare un giretto sulla terrazza che si trova sopra la sala stampa. Da lì la vista sui campi 14 e 16 è magnifica e, all’orizzonte, si staglia la “Murray Mound”, l’ex Henman Hill, la collina gremita di spettatori dedicata ormai allo scozzese dopo il suo grande trionfo a Wimbledon, nel 2013. Ci accomodiamo sulle belle panchine di legno e… chi si vede? Il coach più celebre e invidiato del mondo… un certo Severin Lüthi. Rilasciava interviste solo alla stampa svizzera. Tuttavia, con una gentilezza e un atteggiamento da vero gentleman, ha fatto un’eccezione, concedendoci alcuni minuti per tre domande al volo. Non sorprende che il coach (ora affiancato da Ivan Ljubicic) e amico fraterno di Roger Federer abbia modi tanto delicati: non godrebbe della stima e dell’affetto del fuoriclasse svizzero se così non fosse. Da anni ormai Lüthi segue l’ex n. 1 del mondo e dal 2005 è capitano della squadra svizzera di Coppa Davis.
Secondo lei, che lo conosce così bene, qual è la chiave della forma straordinaria che sta dimostrando in questo momento Roger?
Ci sono sempre molte ragioni. Penso che abbia fatto una preparazione straordinaria l’anno scorso in vista della stagione 2017. Penso che sia stato fondamentale; poi era fresco, motivato e questo gli ha permesso di cominciare l’anno in modo fantastico. Poi è chiaro che questo lo ha aiutato per sentirsi sempre più in fiducia per i tornei successivi.
Ieri ha colpito la qualità della risposta al servizio di Roger contro un tennista come Milos Raonic, uno dei migliori servitori del circuito. Ci ha lavorato particolarmente alla risposta al servizio?
Sono anche degli aspetti tattici che spesso contribuiscono a rispondere bene; ci sono giornate in cui si leggono meglio le risposte dell’avversario, altre in cui è più complicato rispondere. E poi il fatto di essere stato fin dall’inizio in vantaggio, gli ha dato fiducia e ha contribuito ad essere efficace in risposta.
Qual è il suo più bel ricordo legato alla carriera di Federer ? Ne ha certamente tantissimi di meravigliosi, ma qual è quello di cui si ricorderà sempre?
È vero, ce ne sono tantissimi. Ma, scegliendone uno, direi la vittoria al Roland garros nel 2009. E poi il match vinto contro Andy Roddick in finale a Wimbledon, sempre nel 2009. L’incontro è stato talmente “caldo” fino alla fine, con la vittoria di Roger 16-14 al quinto set, che è stata davvero un’emozione straordinaria.