Il pianto di Marin Cilic
Sotto 3-0 nel secondo parziale Marin Cilic ha dovuto conoscere le lacrime. Si scoprirà poi, dal colloquio con il fisioterapista, che una vescica al piede sinistro gli stava dando il tormento. Ma in realtà la sensazione è stata quella di un crollo emotivo: incapace di esprimere il suo miglior tennis e contro un Federer praticamente perfetto il croato non è riuscito a mettere il cuore oltre l’ostacolo. Umano, fallibile, sincero. Marin ci ha regalato un crudo momento di sport.
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Il matchpoint
Un ace. La quintessenza del servizio, il colpo che lo ha tenuto in vita nei momenti più difficili della sua carriera e che quest’anno è tornato a trascinare e sostenere i suoi scambi arrembanti. Un ace, il numero otto della partita. Per fare otto a Wimbledon.
Il pianto di Roger Federer
Alla fine, perché il cerchio di questa finale potesse chiudersi, anche Roger Federer si è abbandonato a un pianto liberatorio. Più segreto, quasi impacciato dietro un asciugamano incapace di coprire la sua commozione. Beh caro Roger, non devi mica trattenerti. Questo è il tuo giardino e puoi piangere finché ti pare.
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— Wimbledon (@Wimbledon) July 16, 2017