“Ma tu quindi che cosa sei?” non è esattamente la cosa più bella da sentirsi dire, neppure in un mondo che si fa sempre più piccolo e in cui le nazionalità si mescolano sempre di più. Quando a dirtela poi è un noto conduttore radiofonico, su una trasmissione ascoltata in tutta la nazione di cui tu sei la tennista numero uno, la frase suona anche piuttosto ingrata. Semifinalista a Wimbledon e nuova n.4 WTA, Johanna Konta – di lei si parla – ha risposto con una risata alla domanda abbastanza sgradevole di John Humphrys, il presentatore del programma BBC Today nel corso del quale la ventiseienne stava venendo intervistata.
Come Humphrys ha sottolineato, Konta è nata in Australia da genitori ungheresi. Lei non lo nasconde mai, ma chiarisce il modo in cui si sente riguardo la questione della nazionalità: “Ho vissuto quasi metà della mia vita qui, sono cittadina britannica e ne sono incredibilmente fiera” spiega. Konta ha cambiato passaporto cinque anni fa, anno dal quale difende la Union Jack in Fed Cup e ai Giochi Olimpici, ma vive in Inghilterra dal 2005 e sostiene che per lei il passaggio sia avvenuto proprio in quel momento. “Rappresentato la Gran Bretagna ufficialmente dal 2012, ma a livello personale lo faccio da quando mi sono trasferita qui”.
Nel corso della stessa intervista, Humphrys ha anche snocciolato dei dati che lasciavano intendere una poco esaltante carriera da junior della ragazza, e che la stessa ha smentito e ricontestualizzato, per poi definire fallimentare il suo Wimbledon, nonostante l’ottima semifinale raggiunta. Nella polemica sulla “britannicità” di Konta si era ritrovata invischiata pochi giorni prima anche Virginia Wade, l’ultima semifinalista donna ai Championships prima di lei. L’ex tennista ha però dato una grande lezione di tolleranza: “Non puoi scegliere dove sei nato, ma di certo puoi scegliere di quale nazione voler essere parte”.
Nonostante la Brexit e certi giornalisti, comunque, la Gran Bretagna si è dimostra ancora una volta una buona culla per la multiculturalità: numerosissimi sono stati i messaggi degli spettatori indignati per la mancanza di rispetto nei confronti della numero uno nazionale. Il tennis è uno sport che avvicina persone provenienti da ogni parte del globo, le fa viaggiare e spesso le unisce. Dopo aver preso le difese di Aljaz Bedene, l’altro britannico d’adozione della racchetta attaccato dall’inglesissimo collega Daniel Evans, gli appassionati di tennis del Regno Unito hanno dato ancora una volta prova di averlo capito meglio di tanti altri.