[WC] I. Dodig b. M. Cecchinato 3-6 7-6(6) 6-2 (da Umago, Ilvio Vidovich)
Esce tra i rimpianti Marco Cecchinato, nel secondo turno del torneo di Umago. Tante le occasioni sprecate dal tennista palermitano nel secondo set, tra le quali un match point nel tie-break, che poi nel terzo set ha dovuto arrendersi ad un Ivan Dodig che è cresciuto durante il match e che nel parziale decisivo ha ricordato molto da vicino il giocatore che era arrivato al n. 29 del ranking, entusiasmando il pubblico presente numeroso sulla Next Gen Arena.
Il tennista italiano aveva vinto meritatamente il primo set, dato che la sua solidità da fondo campo aveva la meglio sui tentativi sino a quel momento infruttosi del suo avversario di uscire dalla ragnatela dei cambi da fondo. Anche se dopo il primo break ottenuto da Cecchinato nel quarto gioco (anche grazie a tre doppi falli di Dodig), il 24enne palermitano aveva un primo passaggio a vuoto perdendo il servizio a zero sul 4-2 a suo favore. Si riprendeva subito però, ottenendo nel gioco seguente il nuovo break che si rivelava decisivo per le sorti del primo parziale.
Nel secondo set però la musica cambiava: Dodig continuava a cercare di variare il gioco, spingendo da fondo per aprirsi la strada verso la rete e alternando alla spinta delle ottime palle corte, iniziando a destabilizzare la solidità di Cecchinato. Il 32enne di Medjugorje otteneva un primo break proprio grazie ad un po’ di confusione tattica del suo avversario (serve and volley, non proprio nelle sue corde, e due errori non forzati da fondo con palla a metà rete). Sembrava però pagare lo sforzo Dodig, che restituiva il break subito dopo e si trovava poi 0-40 nel game di battuta successivo. Questo probabilmente il momento che faceva girare il match. Il n.7 ATP in doppio si salvava grazie a tre punti in cui colpiva la riga nei colpi decisivi, anche se l’italiano può rammaricarsi per non aver giocato benissimo nei momenti decisivi. Sta di fatto che da quel momento Dodig non soffriva più nei suoi turni di battuta mentre Cecchinato iniziava a scendere di intensità con il suo servizio. Si salvava da un pericoloso 30 pari nel dodicesimo gioco, l’italiano, e arriva al tie-break. Il numeroso pubblico della Next Gen Arena di Umago, equamente suddiviso tra i due giocatori, dimostrava di apprezzare il gioco messo in mostra dai due, anche perché c’era un vero e proprio confronto di stili: la regolarità da fondo di Cecchinato contro l’aggressività e la ricerca della rete di Dodig. Il tie-break veniva giocato punto su punto: scappava via di un mini break all’inizio il croato ma era subito ripreso. Cecchinato si faceva scappare un’altra occasione sul 4-3 sbagliando un passante di dritto non impossibile, ma arrivava comunque al match point sul 6-5. Qui pochi rimpianti, lo giocava bene Dodig. Il rimpianto grosso era per la comoda volée di dritto che il n. 105 del mondo metteva in corridoio e che permetteva al suo avversario di portare a casa il tie-break per 8 a 6.
Il terzo set iniziava con l’italiano alla battuta che pareva non subire contraccolpi psicologici per le tante occasioni mancate. In realtà non era così, anche perchè Dodig continuava a salire di livello. Così, mentre Cecchinato non trovava aiuto dalla sua prima di servizio e di conseguenza il croato poteva aggredirlo con sempre maggiore efficacia. Dodig otteneva il break al terzo gioco e al quinto, volando sul 4-1. Era evidente la frustrazione del giocatore italiano, in confusione tattica (si rifugiava in palle corte che erano facile preda dell’avversario) e anche incredulo di fronte ad un Dodig che era diventato quasi infallibile da fondo. Tanto da gridare “Esci almeno tu” dopo una palla che era uscita di un soffio del suo avversario. Di puro orgoglio otteneva il controbreak del 2-4, ma era un fuoco di paglia. Dodig era “in the zone”, non sbagliava più nulla, spingeva da fondo in maniera incredibile e poi veniva a raccogliere superbamente i frutti a rete. Sembrava tornato il giocatore che era stato n. 29 del mondo. Altro break e poi un ultimo game quasi da accademia per il giocatore croato (stupenda una volée di rovescio bloccata in avanzamento) che chiudeva 6-2 regalandosi così i primi quarti di finale ATP dopo più di due anni (Istanbul 2015). Per Cecchinato, un bel po’ di rimpianti.
[4] P. Lorenzi b A. Bedene 7-5 6-3 (da Umago, Ilvio Vidovich)
Splendida prestazione di Paolo Lorenzi nel match serale della Next Gen Arena di Umago. Il n. 34 del mondo supera in due set il top 50 Aljaz Bedene, che non riesce a scardinare la impressionante regolarità del tennista di origini romane. Match piacevole, apprezzato dal folto pubblico che ha riempito quasi completamente le tribune del secondo campo per importanza del complesso Stella Maris.
Dopo un andamento sostanzialmente equilibrato, il primo set si decide proprio in dirittura d’arrivo. Lorenzi recupera un pericoloso 0-30 nell’undicesimo gioco e poi nel game successivo si esalta nella fase difensiva, portando a casa i punti decisivi dopo lunghi ed estenuanti scambi da fondo. Mentre fino a quel momento Bedene nei suoi turni di servizio era riuscito a venire a capo della ragnatela da fondo intessuta dal senese d’azione, stavolta non trova soluzioni. La palla corta – fatta quasi per frustrazione – che muore a metà rete sul secondo set point a suo sfavore ne è la testimonianza e consegna a Lorenzi il primo parziale per 7-5. Il secondo set continua sulla falsariga del primo: lo sloveno naturalizzato britannico spinge da fondo, ma i suoi colpi non hanno la pesantezza necessaria per mettere in difficoltà il tennista italiano, che risulta quasi sempre vincitore dei lunghissimi scambi da fondo che sono stati la costante di questo match. Cerca di variare perciò Bedene: qualche palla corta, alcune sortite a rete, tutto per far vacillare l’impressionante regolarità da fondo – con entrambi i fondamentali – del 35enne azzurro. Riesce a procurarsi una piccola occasione nel terzo gioco, con la palla break, ma Lorenzi esce abbastanza agevolmente dal momento di difficoltà. E sulla scia si procura a sua volta due palle break. Basta la prima, dopo che Bedene ha cercato in tutti i modi di fare il punto ma l’italiano si è difeso in maniera incredibile.
Pochi minuti dopo la partita sembra volgere ad una rapida conclusione, dato che sul 4-1 per l’azzurro Bedene si trova sotto 0-40. Il 28enne originario di Lubiana ha però il merito di non mollare, nonostante il suo avversario continui a dimostrare una estrema solidità da fondo. Annulla le tre palle break e nel successivo turno di battuta ne annulla altre due, che erano anche due match point. Lorenzi va perciò a servire per il match sul 5-3, dopo aver agevolmente tenuto a 15 gli ultimi due turni di battuta. E anche stavolta arriva 40-15 e si procura altri due match point. Bedene rimane però aggrappato al match annullando la prima con un dritto vincente e poi, per la prima volta nell’incontro, Lorenzi va un po’ in confusione, andando a rete per due volte consecutive in maniera avventata. Arriva così un’altra palla break per il n. 48 del mondo, ma per fortuna dell’azzurro la risposta di Bedene è clamorosamente fuori di un paio di metri. C’è tempo ancora uno spavento per Lorenzi, che deve annullare un’altra palla break prima di chiudere al quinto match point. Bella prestazione dell’azzurro – a voler essere pignoli, forse poco aiutato dalla prima di servizio – che se con la solidità messa in mostra in questa partita si candida tra i possibili favoriti del torneo. Intanto venerdì affronta Jiri Vesely, che ha superato in due set il moldavo Radu Albot.
[WC/1] D. Goffin b. [Q] A. Balasz 6-4 6-7 (7) 6-2 (da Umago, Michelangelo Sottili)
Al rientro dopo l’infortunio di Parigi, il numero 1 del tabellone David Goffin ferma la corsa del beniamino del pubblico di Umago, il n. 174 ATP Attila Balazs. L’ungherese, superato Andrey Rublev nell’ultimo turno di qualificazioni, ieri ha disputato il suo primo match dell’anno in un main draw del Tour battendo Damir Dzumhur. Nello Stadio Goran Ivanisevic a giocarsi l’accesso ai quarti contro il numero 14 del mondo, la tensione di Balazs è evidente nei doppi falli e nelle smorzate che non arrivano alla rete. Anche Goffin non parte centratissimo e i due fanno (brutta) partita pari finché il belga entra finalmente nei suoi panni, accelera e chiude il primo set 6-3. Quei panni, tuttavia, sono dismessi in fretta, come testimonia l’orrendo game di apertura del secondo parziale con tanto di smash a due passi dalla rete su cui va completamente a vuoto. I tifosi ungheresi, insensatamente numerosi, tornano a farsi sentire mentre il gioco di Attila comincia a ingranare: topponi alti sopra la rete, drop shot e accelerazioni soprattutto di rovescio, lato da cui partono spesso slice che sacrificano l’eleganza all’efficacia. Con il punteggio che segue il servizio, David salva tre set point servendo da sinistra sul 4-5. Al tie-break, Balazs annulla tre match point e porta l’incontro al terzo. Il sogno ungherese si infrange però al sesto gioco: Goffin fa finalmente valere la differenza di classifica e, con un parziale di 12 punti a 2, si guadagna il quarto di finale contro Ivan Dodig.
Risultati:
[8] J. Vesely b R. Albot 7-6(3) 6-2
[WC] I. Dodig b. M. Cecchinato 3-6 7-6(6) 6-3
[WC/1] D. Goffin b [Q] A. Balasz 6-4 6-7 (7) 6-2
[4] P. Lorenzi b A. Bedene 7-5 6-3