L’Open degli Stati Uniti in programma a partire dal prossimo 28 agosto può già vantare un primato: l’edizione 2017 del quarto major stagionale alzerà decisamente l’asticella per quanto concerne il prize money, che per la prima volta supererà l’iperbolica cifra di 50 milioni di dollari (4 in più rispetto alla scorsa edizione, per un aumento del 9% circa), e sarà di fatto il torneo più remunerativo della storia. Montepremi complessivo da record, dunque, così come da record saranno gli assegni staccati ai vincitori dei due tabelloni di singolare, pronti a incassare circa 3,7 milioni di dollari a testa. È più di quanto abbia guadagnato Borg in tutta la sua carriera (3,65M $). Certo il potere d’acquisto dei quasi quattro milioni non è oggi lo stesso di ieri, ma il dato appare comunque emblematico.
The 2017 US Open winner prize money (3.7M $) is bigger than the Borg career prize money (3.65M $) pic.twitter.com/KMe0mRqNd1
— enrico maria riva (@enricomariariva) July 18, 2017
Il re e la regina del prossimo US Open non saranno i soli a beneficiare della pioggia di soldi in procinto di cadere su Flushing Meadows, tuttavia. La novità più clamorosa interessa i draw di qualificazione, con ricompense incrementate addirittura del 50%, ma, secondo quanto si apprende dalle fonti ufficiali del torneo, le buone notizie riguardano anche i premi relativi a ogni singolo round (aumentati del 7,5%), e il prize money complessivo dei tabelloni di doppio (più 8,6%), per un guadagno garantito alle due coppie vincitrici di ben 675.000 dollari.
Uno sforzo notevole, che lascia ovviamente molto soddisfatta la presidentessa USTA Katrina Adams. “Cinque anni fa abbiamo preso un impegno nei confronti dei giocatori, ossia l’incremento del montepremi complessivo fino a 50 milioni di dollari. Sono felice di poter dire che la promessa è stata mantenuta”.
Un “aumento di capitale” considerevole, insomma, peraltro dispensato seguendo un’interessante logica redistributiva, teso com’è a premiare non solo le vedette dello star system, ma anche i doppisti e i tennisti eliminati nelle prime fasi della manifestazione. Uno sforzo apprezzabile, ma con ogni probabilità insufficiente a soddisfare le ambizioni del noto polemista Sergiy Stakhovsky, personaggio abituato a disinnescare i freni inibitori ogniqualvolta si trovi un taccuino sotto il naso. Intervistato dalla testata online russa “Sport Klub”, il volleatore di Kiev ha espresso parere contrario circa le modalità con cui i tornei, specialmente quelli molto importanti, dividono le proprie ricchezze. L’ucraino è tornato sull’annosa questione degli sconfitti al primo turno degli Slam, che secondo l’attuale numero 114 del mondo dovrebbero guadagnare non meno di 100.000 dollari. “Se vogliamo salvare il tennis dobbiamo premiare anche chi sta nelle retrovie – ha dichiarato Stakhovski, da sempre profondamente irritato dal fatto che i grossi eventi, in particolare i quattro major, destinino appena il 20% del loro enorme giro d’affari ai premi dei giocatori – I ragazzini guardano alle cifre esorbitanti guadagnate da qualsiasi calciatore, anche dai panchinari delle squadre meno importanti, e poi notano come il centesimo miglior tennista del mondo faccia fatica a chiudere l’anno in attivo. È normalissimo che scelgano il calcio e si allontanino dal nostro sport“.
Il famoso giustiziere di Federer nell’edizione 2013 dei Championships, una volta rotto il ghiaccio, ha inteso esprimere il proprio parere anche riguardo all’imminente riforma della Coppa Davis, con finale da giocarsi in campo neutro: “È una catastrofe assoluta”. Sarà, ma questa è un’altra storia…