Djokovic si arrende: “La stagione finisce qui” (Federica Cocchi, Gazzetta dello Sport)
La macchina perfetta si è inceppata. Dopo le motivazioni e i risultati, l’ultimo ad abbandonare Novak Djokovic è stato il fisico. Quel corpo elastico e atletico, curato in maniera maniacale. Ora è tempo di riposare, di programmare il futuro senza più rincorrere risultati che faticano ad arrivare. Per questo Nole, che aspetta di diventare padre per la seconda volta, ha annunciato che non tornerà sui campi prima del 2018 per curare il gomito destro, un infortunio che si trascina da tempo e che lo ha costretto al ritiro nei quarti a Wimbledon contro Tomas Berdych.
L’annuncio è arrivato con un video su Facebook: «Wimbledon è stato il torneo più duro per me perché ho sentito molto dolore — ha continuato —. Il problema al gomito mi ha spinto a rivolgermi a diversi medici, soprattutto negli ultimi due mesi quando mi sono reso conto che l’infortunio stava peggiorando, e tutti hanno concordato ritenere necessario un periodo di riposo. Uno stop dall’attività agonistica è dunque inevitabile». Niente Us Open quindi per il Djoker, che interrompe così una striscia di 51 partecipazioni consecutive agli Slam che lo porterà molto probabilmente a uscire dai primi 10 entro la fine della stagione. Intanto già da lunedì non sarà più tra i primi quattro al mondo, evento che non si verificava da 10 anni.
Una decisione sicuramente sofferta per l’ex cannibale, che non aveva mai dovuto affrontare stop seri per infortunio a differenza di quanto hanno fatto in passato Nadal e Federer. Forse proprio l’esempio dei due colleghi, che dopo essersi fermati sono tornati ad altissimo livello, è stato di incoraggiamento per lui: «Sul piano professionale non è stata una decisione semplice per me, ma sto cercando di trovare il lato positivo della situazione — ha spiegato —. Penso che tutto ciò che accade nella vita ha una motivazione. Cercherò quindi di sfruttare al meglio il tempo a disposizione: io e Jelena tra un mese e mezzo diventeremo di nuovo genitori e voglio dedicare tempo di qualità alla mia famiglia». Djokovic arriva da un anno pieno di cambiamenti: è iniziato tutto con la rottura con Boris Becker, grazie al quale ha centrato sei Slam compreso il tanto agognato Roland Garros. In seguito è stata la volta del team con cui lavorava da anni, dallo storico coach Vajda al preparatore atletico e al fisioterapista. A Parigi Nole ha iniziato una collaborazione con Andre Agassi che continuerà. «Cercherò di ricostruire il mio gioco e il mio fisico — ha spiegato ancora Nole —. Non vedo l’ora di tornare a lavorare con Agassi: sarà con me anche la prossima stagione ma voglio ringraziarlo per aver condiviso con me la sua esperienza.
Tempo per ricaricarsi, curarsi e programmare una seconda parte di carriera di nuovo vincente: «Voglio costruire le fondamenta per i prossimi cinque anni di carriera, minimo». L’esempio di Federer e dei suoi due Slam a quasi 36 anni è sotto gli occhi di tutti: «Quello che hanno fatto Roger e Rafa quest’anno è fantastico e strameritato (…)