La promessa che vuole confermarsi, il ventenne desideroso di scalzarla e l’imbucato pronto a sorprenderti. Tutti con passaporto USA. Date queste premesse, per gli spettatori dell’Atlanta Open, torneo ATP 250 incluso nelle US Open Series, si prospettava una bella giornata di tennis. E in effetti lo è stata, sia per gli aspetti agonistici, sia per quelli tecnici. Conferme si volevano e conferme si sono avute da Jack Sock e Ryan Harrison con il passaggio ai quarti di finale. Dai due gli americani si aspettano il salto di qualità che li trasformi da buoni giocatori in campioni. Il primo, per costanza di risultati, per la verità mostrata più nel primo trimestre della stagione che nei mesi successivi, nei quali si è distinto quasi esclusivamente per l’episodio dell’asciugamano rubato a un suo fan. Il secondo, per il potenziale, ancora inespresso, che Davide Sanguinetti sta cercando di valorizzare.
Da altri due giovani esponenti della nouvelle vague statunitense che si incontravano oggi per la prima volta non era chiaro cosa ci si potesse aspettare. Era favorito Jared Donaldson, il più noto dei due, capace di battere Lorenzi e giocarsela dignitosamente con Thiem sui verdi prati di Wimbledon. Nonché socio a tutti gli effetti della NextGen (attualmente è settimo nella Race to Milan). Ma ha perso più nettamente di quanto non dica il punteggio. Il suo avversario, Christopher Eubanks, ha vinto da perfetto sconosciuto, lui numero 461 della classifica ATP. Altissimo, fisico filiforme e rovescio a una mano, doveva fare i conti con la desuetudine al circuito maggiore prima ancora che con il rivale. Ma ha dimostrato una notevole fluidità di braccio e grande esplosività. Concedendosi un altro capitolo della sua favola personale.
La cronaca della giornata comincia con Ryan Harrison che affronta l’australiano John Millman. Nonostante il divario fra i due in classifica ne esce una partita agonisticamente divertente. Parte meglio l’americano, che ottiene il break a zero grazie alla maggiore aggressività, specie in fase di risposta. Va vicinissimo a strappare nuovamente la battuta, ma il momentum svanisce presto per via di fattori esterni. Il pubblico che rumoreggia, un fastidiosissimo allarme e il vento che preannuncia l’imminente temporale. Situazione surreale, va detto, con Ryan che sembra vittima di Scherzi a parte. Imbestialito, chiede l’interruzione prima che lo scroscio allaghi il campo. Fra un lancio di racchetta e un’imprecazione trova il modo di farsi recuperare da Millman. L’acquazzone arriva e, dopo la pausa, la contesa si chiude al tie-break. Giocato in modo pessimo dal 24enne del Nebraska, che lo consegna in confezione regalo al nativo di Brisbane. Nel secondo set la battaglia continua, e l’americano è costretto a variare il ritmo alzando le traiettorie con il dritto e a fare qualche incursione in verticale. Ciò nonostante va sotto di un break e deve annullare (prendendo la rete) un matchpoint. Anche questa frazione finisce al gioco decisivo, ma stavolta Harrison, centrato e propositivo, chiude all’undicesimo punto. Ormai è una guerra di nervi. E non sorprende che a cedere sia il meno abituato a situazioni del genere. Lo statunitense va a vincere per 7-5 al terzo.
A seguire, i due giovani Eubanks e Donaldson danno vita a un match vivo, misto di power tennis e soluzioni classiche, specie da parte del monomane di Atlanta. I giochi vanno via veloci, dominati dai servizi senza che ciò impedisca di godere di qualche bello scambio. Sorprende la fluidità del rovescio di Eubanks, che sul 5-4 in suo favore mette a segno un paio di risposte notevoli (una stupenda a polso bloccato) che gli fruttano la prima frazione. Il secondo set è deciso da un gioco molto lottato in cui Donaldson riesce a strappare la battuta al tennista di casa. Ma è nella terza partita che viene fuori Eubanks. È quasi sempre lui a prendere l’iniziativa e sul 5-2 in suo favore Jared mostra tutta la sua impotenza e chiude la contesa con un game buttato via. Un 6-2 perentorio per Christopher, che approda ai quarti dove l’attende proprio Harrison.
Decisamente meno interessante, l‘incontro fra Jack Sock e Dudi Sela. E non perché il 32enne israeliano non sia un personaggio originale. Piuttosto, è l’andamento del match a non suscitare il benché minimo pathos. Break a freddo all’inizio di ogni set e il nativo di Lincoln incamera una vittoria molto comoda. In una serata in cui un Sela incolore non ha opposto granché al potente corri e tira dello statunitense. Domani Sock troverà dall’altra parte della rete Kyle Edmund, che ha battuto il tedesco Peter Gojowczyk.
Risultati:
[1] J. Sock b. D. Sela 6-4 6-3
[4] R. Harrison b. [PR] J. Millman 6-7(2) 7-6(4) 7-5
[5] K. Edmund b. [SE] P. Gojowczyk 2-6 6-4 7-5
[WC] C. Eubanks b. [8] J. Donaldson 6-4 4-6 6-2
Andrea Ciocci