Simone Bolelli, Lorenzo Sonego e Matteo Donati. Sono loro i prescelti dal settore tecnico della FIT per ricevere una wild card per il tabellone principale del Thindown Challenger (terra, montepremi di 125mila dollari) che scatterà lunedì sui campi del circolo I Faggi di Biella (qualificazioni al via sabato mattina). Cosimo Napolitano, direttore del torneo, ha invece optato per Pietro Rondoni.
L’8 ottobre Bolelli compirà 32 anni e malgrado i tanti infortuni il tennista bolognese, che in carriera è arrivato al numero 36 (febbraio 2009) ha ancora voglia di dire la sua nel circuito. “Di Biella conservo degli ottimi ricordi – racconta Bolelli. Conosco molto bene Cosimo Napolitano e sono sempre stato bene. Ci ritorno volentieri, sarei dovuto venire anche l’anno scorso, purtroppo l’incidente me l’ha impedito“. Nel 2010 arrivò in finale (KO con il tedesco Phau per 6-4 6-2) ma nell’albo d’oro della manifestazione il suo nome compare nel 2006 (edizione con 100mila dollari di prize money) quando, non annoverato tra le teste di serie, s’impose sul ceco Minar. “Quella fu la mia prima vittoria a livello Challenger, in più l’Italia quella sera vinse i Mondiali di calcio in Germania. Insomma, una giornata indimenticabile”. Il tennista azzurro si sofferma sul talento di casa Stefano Napolitano: “L’ho visto qualche mese fa dopo alcuni anni in cui non avevo più avuto l’occasione di confrontarmi con lui. È molto migliorato, gioca un buon tennis, ci siamo allenati qualche volta insieme: lo vedo molto concentrato. Si è qualificato al Roland Garros, superando per la prima volta un turno in una prova dello Slam: sta crescendo e l’ho visto veramente bene. Gira con Brandi, un ottimo allenatore: è un ragazzo tranquillo, umile, che sa cosa vuole fare e ha una buona testa. Il futuro è nelle sue mani“. Bolelli fissa l’obiettivo per i prossimi mesi. “Vorrei arrivare nei primi 100 entro la fine dell’anno e ogni settimana può essere quella buona per raccogliere punti importanti”.
Sonego e Donati comporranno, insieme a Stefano Napolitano (enfant du pays, che grazie alle imprese agli Internazionali di Roma e soprattutto al Roland Garros, dove dalle qualificazioni è arrivato sino al secondo turno, entrerà direttamente in tabellone) un terzetto di piemontesi tutti classe ’95. Il torinese, allenato da Gipo Arbino, dopo aver raggiunto proprio un anno fa il suo best ranking (259 ATP) ha perso qualche posizione per strada e a Biella arriverà da numero 378. La stagione finora non ha regalato grosse soddisfazioni al ventiduenne, costretto troppe volte a passare dalle qualificazioni, da cui poche volte si è districato. A Roma ha giocato probabilmente una delle sue migliori partite, cedendo all’ex top ten (ora numero 78) Nicolas Almagro per 3-6 6-3 6-7 (3). L’ultima sua apparizione nel Challenger Tour è arrivata a fine giugno a Todi, costretto al ritiro all’esordio nel match con l’austriaco Haider-Maurer.
Il 2017 è iniziato in salita per Donati, costretto a rinunciare già ai tornei degli ultimi mesi dell’anno scorso per i postumi di un problema alla schiena e a cominciare la stagione agonistica più tardi. Nell’apparizione alle qualificazioni agli Australian Open è risultata evidente la necessità di un ulteriore periodo di allenamento mirato, prima del ritorno all’agonismo. I primi risultati della stagione si sono visti nel Challenger di Barletta dove Matteo ha raggiunto il secondo turno in singolare e si è aggiudicato il titolo di doppio, in coppia con Marco Cecchinato. I risultati migliori in singolare l’alessandrino li ha ottenuti nei Challenger di Francavilla e di Vicenza, dove ha raggiunto i quarti, mentre con Cecchinato ha conquistato la semifinale nel Challenger di Roma. Per quanto concerne gli appuntamenti del Grande Slam, Donati ha sfiorato la qualificazione nel main draw del Roland Garros, perdendo al terzo e decisivo turno, mentre a Wimbledon ha ceduto al secondo turno. Anche ad Umago, ATP 250, ha mancato di poco il tabellone principale, cedendo all’argentino Trungelliti, già «giustiziere” di Matteo a Parigi.
La scelta del direttore del circolo I Faggi è invece ricaduta sul vercellese Rondoni. “Avevo diverse richieste, ma la mia filosofia è sempre stata quella di premiare i giocatori italiani – dice Cosimo Napolitano. Pietro è un buon tennista e un ragazzo esemplare per cui la scelta mi è sembrata automatica“. Reduce da un lungo infortunio che lo ha fatto retrocedere di numerose posizioni nella classifica mondiale ATP (questa settimana è numero 748), Rondoni ha trionfato nel torneo ITF Futures di Sassuolo (15.000 dollari, terra) dove ha messo in fila nell’ordine l’argentino Facundo Jofre, Jacopo Stefanini (6-3 6-4), Walter Trusendi, testa di serie numero uno del torneo e numero 360 ATP; lo spagnolo Javier Marti e all’epilogo il tedesco Adrian Obert (6-3 6-1).