Finisce subito l’avventura di Francesca Schiavone a Stanford: l’ex top 4 azzurra viene eliminata al primo turno da Kateryna Bondarenko. Non si può certamente parlare di occasione sprecata, anche perché la sua avversaria ha quasi sempre tenuto il pallino del gioco. C’è stato equilibrio, ma Schiavone una volta smarrito il break in apertura è andata sempre più in difficoltà, soprattutto sul lato del rovescio, attaccato costantemente dalla tennista dell’Est. L’ucraina è stata aggressiva ed ha meritato, mentre Francesca ha cercato in ogni modo di ribaltare le sorti dell’incontro, ma è stato tutto abbastanza inutile.
Nel primo set c’è anche stato un “momento Schiavo”, ovvero un passante controtempo che le ha regalato una palla break sul 3-3 30-40. Vederla gioire dopo quel colpo è stato come rivedere un fotogramma di quello straordinario Roland Garros del 2010. La “Leonessa” mette sul campo tutto quello che ha, si arrabbia, esulta come se fosse all’inizio della carriera, questo denota un attaccamento e una voglia di competere che lasciano senza parole. Kateryna ha anche provato a rimettere in carreggiata Schiavone, quando nel secondo parziale si è inceppata con la battuta, con addirittura 5 doppi falli nei primi 3 game, di cui 3 concentrati nel primo gioco al servizio. Francesca ha recuperato sempre il break subito, ma dopo aver raggiunto il 3-3 e tenuto finalmente la battuta si è rilassata un attimo e non è riuscita a sovvertire la dinamica della partita. Il rovescio è tornato falloso, preso costantemente di mira da “mamma” Bondarenko, che strappa, così, nuovamente la battuta all’italiana e va a servire per passare il turno. Francesca non molla ancora, annulla il primo match point con l’aiuto dell’occhio di falco (rovescio sulla riga che era stato giudicato erroneamente dall’arbitro), ma capitola al secondo tentativo utile. Ora per Bondarenko ci sarà lo scoglio Kvitova, mentre per Schiavone si apre forse l’ultima stagione sul cemento americano.
La carriera di Francesca Schiavone volge al termine, ma l’azzurra continua a calcare i campi da tennis con passione e caparbietà. A 37 anni suonati la prima donna italiana a vincere una prova dello Slam in singolare (solo Pennetta riuscirà ad eguagliarla a New York) si dimostra ancora competitiva: ad oggi è l’unica rappresentante azzurra ad aver vinto un torneo (Bogotà) WTA in stagione. Un dato eloquente che dimostra anche la crisi del movimento femminile, che dopo la sbornia di successi di questi anni sembra non avere i ricambi giusti. Con Schiavone (e forse Vinci) ai saluti e con Errani in caduta libera, resta Giorgi e poi il vuoto. Ad oggi dietro ci sono ragazze volenterose, ma non sembrano esserci prospetti interessanti da poter intravedere una Francesca 2.0.
Nelle altre partite di giornata va segnalata la vittoria di Vandeweghe, che dopo aver vinto il primo parziale 6-2 è agevolata dal ritiro della “fantasmatica” Tomljanovic, ormai sempre più in crisi di fiducia e risultati.
Altri successi americani arrivano nella nottata italiana, infatti vince a sorpresa Dolehide contro Osaka, Riske su Linette e soprattutto Bellis sulla francese Cornet. Perde invece l’altra statunitense Anh, che avanti di un set e di un break si fa rimontare dalla paraguaiana Cepede.
Risultati:
[Q] C. Dolehide b. N. Osaka 6-4 6-2
[6]C. Vandeweghe b. A. Tomljanovic 6-2 rit.
A. Riske b. M. Linette 6-3 6-4
[8] C. Bellis b. A. Cornet 6-3 6-2
K. Bondarenko b. F. Schiavone 6-3 6-4
[Q] V. Cepede b. K. Ahn 2-6 7-5 6-1