40 anni dal trionfo in Davis. Bertolucci: “Finora se ne sono fregati, ora fanno festa”
Questo profilo di Paolo Bertolucci è stato scritto dal direttore di Ubitennis.com all’interno del suo libro di 6 anni fa “Roma 2011: gli 80 azzurri agli Internazionali BNL d’Italia”. Esso pubblicava i risultati, le interviste, gli aneddoti più curiosi, di tutti coloro che dal ’69 in poi a- 80 appunto – vevano partecipato al torneo del Foro Italico, tanti giocatori noti e tanti dei quali invece si era persa la memoria perchè magari avevano giocato una sola partita (soltanto per loro memorabile). Il libro fu presentato clandestinamente al di fuori del Foro Italico, dopo che nel 2010 la presentazione di un altro libro del direttore che era prevista nell’Hospitality Tent della Ford “Tutti campioni degli Internazionali BNL d’Italia” venne bloccata e impedita nell’immediata vigilia della presentazione stessa da un ordine federale (leggi Angelo Binaghi) messo in atto da Marco Meneschincheri. Il presidente federale non aveva gradito le critiche espresse dal direttore su Ubitennis.com in occasione delle sue prese di posizione sui casi Bolelli, Seppi, Rinaldini e via dicendo
Tutti sembrano ricordare il campione di Forte dei Marmi soprattutto per gli exploit in doppio al fianco dell’inseparabile amico Adriano Panatta e per il 3-0 procurato a Santiago nel ’76 su Jaime Fillol e Pato Cornejo che valse all’Italia l’unica Coppa Davis ad oggi conquistata dal nostro Paese. Oggi apprezzato telecronista di Sky, forse il migliore sulla scia della coppia cult Tommasi-Clerici, Paolo viene ricordato per il suo “braccio d’oro” e il gran rovescio plasmato da papà Gino, oltre che per il fisico apparentemente poco atletico seppur straordinariamente reattivo negli scatti brevi (e nei riflessi).
Quel profilo addolcito da qualche curva di troppo ispirò cronisti di mezzo mondo ad appioppargli i più svariati soprannomi. Da “Pasta Kid”, copyright del columnist del Boston Globe Bud Collins, a Porthos per via dell’apparente pigrizia e d’una leggendaria golosità risalente ai tempi dei raduni dei nazionali junior a Formia, quando Mario Belardinelli lo metteva a dieta dentro ai cancelli del Centro Tecnico ma varcati i quali Paolo prendeva d’assalto la vicina pasticceria. Più di “Profitteroles” fu “Rotolo” il soprannome più in voga fra gli amici.
Tante le grandi coppie sconfitte dal duo Panatta/Bertolucci in Davis. Dai pluricampioni di Wimbledon Roche/Newcombe dominati tre set a zero nella semifinale 1976 a Roma agli altri aussies Alexander/Dent sull’infida erba del White City Stadium nella finale 1977, a Borg/Bengtson a Bastad 1974, Tiriac/Nastase a Mestre 1974, Franulovic/Pilic a Bologna 1976, Kodes/Smid in semifinale a Roma 1979, McNamara/McNamee (due volte coppia regina a Wimbledon) nella semifinale 1980. Fra i tanti tornei, il trionfo a Montecarlo 1980, vittime Lend/Scanlon e McEnroe/Gerulaitis.
Straordinario ribattitore dal lato destro, Paolo, ma è ingiusto trascurare il suo curriculum in singolare: n.12 del mondo il 23 agosto 1973 per l’ATP, i 6 tornei vinti, le 6 finali. Ha battuto, fra i tanti, Manolo Orantes n.2 del mondo (“In finale ad Amburgo era forse n.4… l’US Open lo vinse nel ‘75”), Andres Gimeno n.6 a Roma 1972 (“Gimeno quella primavera vinse il Roland Garros…”), Arthur Ashe (re di Wimbledon 1975). Nessuno dei nostri migliori tennisti degli ultimi 30 anni ha fatto tanto.
Vice di Adriano Panatta al centro tecnico di Riano dall’89 al ‘94, Bertolucci nell’agosto ’97 gli succede come capitano di Coppa Davis. Nel ’98 con Gaudenzi, Sanguinetti, Nargiso e Pozzi batte gli USA a Milwaukee, ma perde la finale di Milano con la Svezia. Retrocede nel 2000. Lo sostituirà Barazzutti.
Tredici presenze agli Internazionali d’Italia e la mente di Bertolucci torna a…: “Alla mia prima grande semifinale, con Nastase nel ‘73. Il match fu sospeso per oscurità sul 2 set pari. Andai a letto convinto di dormire beatamente come sempre. Invece di notte rigiocai punto per punto tutto il match. Domenica mattina non avevo alle spalle quattro set ma otto! Beccai 6-0 nel set decisivo. Non tirai una palla di là. Nel pomeriggio Nastase “stese” Orantes. Allora Roma si giocava dopo Parigi: Nastase aveva dominato il Roland Garros senza perdere un set. Come al Foro, se non ci fossi stato io”. (Nastase battè 6-0 6-2 Castigliano, 6-0 6-4 Di Matteo, 6-1 6-1 Zugarelli, 6-2 6-2 Kodes nei quarti, 6-1 6-1 6-1 Orantes).
Se il primo big battuto da Bertolucci fu Andres Gimeno (1972), cui seguì una più che onorevole sconfitta con il campione di Wimbledon 1973 Jan Kodes (7-6 al terzo), la più grande delusione romana Paolo è del ’77: “Avevo vinto Amburgo, sognavo di far bene a Roma. Per noi italiani valeva quanto uno Slam. Battei l’australiano Edmondson (vincitore dell’Australian Open 1976), ma con il croato Spear fu un disastro. Soffrivo d’allergia al polline. Quei benedetti tigli… Facevo sei starnuti prima d’ogni servizio, il braccio sempre alzato quando batteva lui. Impossibile concentrarsi e vincere in quello stato”.
Strano che Paolo e Adriano non abbiano mai disputato neppure una finale di doppio al Foro Italico, quando l’altra mitica coppia azzurra, Pietrangeli/Sirola, ne avevano giocate ben sette (ne persero sei, non poterono concludere una settima, una maledizione): “Ci siamo fermati a due semifinali perse (1974 e 1976) con Gottfried/Ramirez, la coppia più forte del mondo. Ma se nel torneo andavo avanti io, come nel ’72 e nel ’73, o Adriano, come nel ’76 (vinse), nel ’77 (quarti k.o. con Gerulaitis), nel ’78 (finale persa con Borg), nel ’79 (quarti k.o. con Vilas), nell’81 (quarti k.o. con Clerc), il doppio finivamo inevitabilmente per giocarlo con minor convinzione”.
Paolo Bertolucci
- Nato a Forte dei Marmi il 03-08-1951
- Numero 12 ATP il 23-08-1973
- 6 Titoli: Firenze 1975, Firenze e Barcellona 1976, Berlino, Amburgo e Firenze 1977
- 6 Finali: Bournemouth e Firenze 1974, Bournemouth 1978, Bologna e Il Cairo 1980, Venezia 1981
- Risultati Slam: quarti Roland Garros 1973