Hanno rubato in casa Vinci. Tanta roba. Lei è partita per Toronto con il cuore a pezzi. Il valore della cose trafugate certo, ma anche – se non soprattutto – quello affettivo per oggetti magari più simbolici, come le tante coppe vinte in ogni dove, che per un preciso valore economico. Spesso i trofei non hanno un vero grande valore economico. Oggi neppure l’argento – quando i trofei sono d’argento e non è sempre così – sembra avere lo stesso valore di un tempo. Gli zingari, poi, non lo rubano perché ritengono porti sfortuna.
Guardando i tennisti compiere gesta eroiche e raggiungere traguardi impensabili attraverso uno schermo, spesso ci si dimentica che anche loro hanno una vita privata condita di emozioni, gioie, dolori che ovviamente vengono vissute lontane dalle telecamere. E queste esperienze, alle quali non ci è consentito partecipare, avvengono dentro case che offrono a tutti sicurezza e agio. L’ingresso da parte di estranei con intenzioni malavitose all’interno delle proprie abitazioni lasciano sempre tanto sconforto, soprattutto quando il loro bottino è tutt’altro che esiguo. Questo è il caso di Roberta Vinci, una delle tenniste più titolate della storia del tennis italiano, la quale attraverso la sua pagina Facebook, ha informato il pubblico di aver subito un furto nella propria casa di Taranto. “Mi hanno preso alcuni oggetti di valore economico più o meno grande. Ma i trofei non hanno prezzo, è stato un gesto vile e stupido. Sappiate comunque che i miei sacrifici, le mie lacrime e i miei successi, non li porterà mai via nessuno”. È solo un estratto dello sfogo della trentaquattrenne apparso sul social network, e considerando la sua grinta messo in campo in tutti questi anni di attività agonistica non sorgono dubbi sul fatto che questo episodio, per quanto spiacevole, le darà una motivazione ulteriore nell’ultima fase della sua carriera. Più che una questione di viltà (salvo che si siano fatti vivi per chiedere un riscatto) e stupidità è probabile che si tratti di una questione di ignoranza. Magari ladri un tantino sprovveduti hanno ritenuti che quei trofei avessero un grande valore…a meno che, coem si accennava, si ripromettano di chiedere un riscatto in cambio della restituzione. La parola viltà non si spiega troppo, in effetti…Perchè viltà? A meno che si sia trattato di un furto su commissione…proprio allo scopo di contattare poi i Vinci. Un piccolo giallo?
Al momento non si hanno ulteriori dettagli sull’accaduto; non si sa dunque se Roberta Vinci sia entrata in contatto con i ladri (anche se le sue parole non lo fanno supporre), e quanto meno si può tirare un sospiro di sollievo sapendo che è andata diversamente rispetto a quanto vissuto da Kvitova nel dicembre dello scorso anno. Il furto avvenuto nella città pugliese fa ancora più scalpore se si pensa al fatto che avvenuto proprio il giorno in cui Claudio De Vicenti, Ministro per la Coesione Territoriale, aveva firmato nella sede della Prefettura di Taranto del Protocollo Generale di Legalità. “Se il Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto potrà e dovrà funzionare c’è una condizione essenziale: il rispetto della legalità. Oggi firmiamo il protocollo di legalità, segnale di responsabilità di tutte le istituzioni. È fondamentale che tutti rispettino e facciano rispettare la legge e le regole” queste le parole del Ministro.
Dieci i titoli conquistati in carriera da Roberta, il 2011 il suo anno migliore con tre trofei (Barcellona, ‘s-Hertogenbosch e Budapest): spicca ovviamente un altro pezzo di argenteria, quello della finalista agli US Open 2014, quando a trionfare fu la sua grande amica e conterranea Flavia Pennetta. E ci sono ovviamente le riproduzioni dei 5 Slam vinti in doppio con Sara Errani
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