P. Kohlschreiber b. J. Sousa 6-3 6-4 (dal nostro inviato a Kitzbuhel)
“L’ATP deve cambiare la programmazione dei suoi tornei. Così come accade nelle settimane precedenti gli Slam, anche in quelle che precedono i Master 1000 è necessario che i tornei vengano disputati sulle medesime superfici di gioco. Non si può giocare su terra rossa a ridosso di Montreal e Cincinnati. I giocatori non riescono a trovare continuità. È un problema sentito non solo a livello europeo ma anche sudamericano dove i tornei su terra rossa stanno perdendo sempre più quota rispetto a quelli che si disputano sul sintetico. Se ciò non avverrà, tornei come Washington potranno sempre fare la voce grossa e avere buon gioco affinché i migliori europei si rechino là. Ma, ripeto, è un problema dell’ATP ai massimi livelli. Noi possiamo fare soltanto pressione affinché la questione venga affrontata” è quanto affermato alla vigilia della finale del Generali Open durante la conferenza stampa di saluto tra le autorità locali, lo sponsor e la stampa, da Jorge Salkeld, Senior Vice President di Octagon Worldwide inc, l’agenzia che rappresenta alcuni dei più importanti tennisti al mondo e gestisce la comunicazione e il marketing di molti tornei, Kitzbuhel incluso. La considerazione del manager nasceva da una domanda in merito all’assenza di Thiem dal torneo di casa.
Fatta questa premessa veniamo al tennis giocato. Il tedesco, ma residente a Kitzbuhel, n. 47 del mondo Philipp Kohlschreiber e il suo avversario il portoghese Joao Sousa, n. 62 del mondo, hanno fatto il loro ingresso in campo alle 14 in punto, poco dopo la finale di doppio vinta dalla coppia Cuevas/Duran, per disputare una partita che rappresentava il loro quarto incontro diretto e il primo sulla terra rossa. Al termine del match che Kohlschreiber ha vinto in due set portando a otto il suo bottino di titoli ATP, il bilancio dei loro confronti è di 2 a 2 e alla luce di quanto visto in campo si resta un po’ sorpresi dal fatto che Sousa sia riuscito a imporsi due volte. Entrambi hanno molto concretamente rischiato di non arrivare a questo appuntamento, alla luce delle peripezie vissute da Sousa contro Lorenzi e da Kohlschreiber contro Lajovic.
Ma grazie al fatto che nel tennis come nella vita non è finita finché non è finita, i due giocatori le hanno superate e in finale hanno offerto uno spettacolo un po’ incolore ai circa 5.000 imparziali spettatori presenti. Non ci avesse pensato Kohlschreiber con qualche colpo-laser di rovescio lungolinea in risposta e dei meravigliosi diritti sempre lungolinea, si farebbe francamente fatica a ricordare qualche colpo da consegnare agli highlights. Il match, durato poco più di un’ora e venti, ha avuto un andamento molto simile nel primo e nel secondo set; break di Sousa, controbreak di Kohlschreiber e subito dopo ancora servizio perso da Sousa che non riusciva più a recuperare. Più grave per lui quanto successo nel secondo set, poiché in entrambe le circostanze ha ceduto il servizio da una situazione di 30-0. o schema tattico dell’incontro è stato molto chiaro sin dal principio con il tedesco a martellare il lato sinistro di Sousa per poi, apertosi il campo, chiudere in lungolinea oppure con una volee facile. Il portoghese ha provato a sottrarvisi macinando chilometri per poter colpire di diritto, ma con poca fortuna. Le statistiche ci informano che Kohlschreiber ha vinto il match grazie al 60% di punti sulla seconda battuta del suo avversario che, nel medesimo fondamentale, ne ha conquistato solo il 42% e alla capacità di essere pressoché perfetto nella trasformazione delle palle break: 4 su 5!
“Ho giocato male oggi, anche se sono contento della mia settimana. Ma oggi ho giocato davvero male e spero in futuro di fare meglio per poter vincere dei tornei” ci ha dichiarato alla fine del match Sousa in esclusiva. “Nessuna tattica sbagliata o altro; se rigiocassi la partita cercherei solo di fare meno errori. Adesso giocherò a Cincinnati”.