Errani: squalifica di soli due mesi ma carriera finita ingloriosamente? (Scanagatta)
Sara Errani: “Non ho preso più di una compressa involontaria”
Il doping e il tennis: tutti i casi più famosi
Il comunicato originale dell’ITF e la sentenza completa
“Un Tribunale Indipendente designato in base all’articolo 8.1 del 2017 Tennis Anti-Doping Programme (il “Programma”) ha stabilito che Sara Errani ha commesso una violazione del regolamento antidoping relativa all’articolo 2.1 del Programma e, di conseguenza, ha imposto un periodo di ineleggibilità di due mesi, a partire dal 3 agosto 2017.
Errani ha fornito un campione di urine il 16 febbraio 2017 come parte di un test effettuato fuori dalle competizioni. Il campione in oggetto è stato inviato ad un laboratorio certificato della WADA a Montreal, in Canada, per le analisi ed è risultato contenere letrozolo, un inibitore dell’aromatasi incluso nella sezione S4 (Modulatori ormonali e metabolici) della lista 2017 delle sostanze proibite dalla WADA, e quindi proibite anche per il Programma.
Il 18 aprile 2017 ad Errani è stata addebitata una violazione del regolamento antidoping relativa all’articolo 2.1 del Programma (presenza di una sostanza proibita nel campione analizzato). Ha prontamente ammesso la violazione a lei imputata, e richiesto un’udienza con un Tribunale Indipendente in base all’articolo 8 del Programma per determinare le conseguenze da imporre in base alla violazione.
Durante l’udienza del 19 luglio 2017, il Tribunale Indipendente ha raccolto le prove e ascoltato gli argomenti di entrambe le parti, e successivamente ha emesso una decisione motivata il 3 agosto, disponibile sul sito www.itftennis.com/antidoping. Il Tribunale Indipendente ha determinato che (1) Errani dovrà osservare un periodo di ineleggibilità di due mesi, con data di inizio fissata al 3 agosto e che terminerà alla mezzanotte del 2 ottobre 2017; e che (2) i risultati compresi tra il 16 febbraio (data in cui il campione è stato raccolto) e il 7 giugno 2017 (la data del successivo test da lei effettuato, che è risultato negativo) dovranno essere annullati, con decadenza dei punti e del prize money da lei accumulati durante questo periodo”.
Stavolta non è il servizio, da sempre lacunoso e suo vero punto debole. Non è la mancanza di centimetri, non è la crisi di risultati. Questa Sara Errani avrà problemi ben più grossi, purtroppo, da affrontare. L’azzurra, 30 anni, è risultata infatti positiva ad un test antidoping effettuato a febbraio. Nel campione di urine sono state rilevate infatti tracce di Letrozolo (nome commerciale Femara) uno stimolatore ormonale e metabolico. È una sostanza somministrata esclusivamente per trattare situazioni cancerose dopo la menopausa, senza alternativa di utilizzo. La visita è avvenuta a febbraio a casa di Errani: l’esito le è stato comunicato a Barletta in occasione della Fed Cup di aprile.
Un tegola di enormi dimensioni, forse anche maggiori dei 164 centimetri registrati sul sito WTA per Sarita, in quello che può essere definito il peggior anno della sua carriera: fuori dalle top 100 (lei ex numero 5 del mondo, grazie anche alla finale al Roland Garros colta nel 2012, persa con Sharapova), una semifinale come miglior risultato, a Rabat. Nell’ultima conferenza stampa al Roland Garros si era comunque detta soddisfatta: “Rispetto allo scorso anno sto lavorando molto, sono tornata ad avere voglia e determinazione”. Anche la decisione di riprendere il rapporto con il suo storico coach Michele Montalbini, faentino suo maestro d’infanzia, denotava una ricerca di serenità e stabilità. Che adesso sono minate da questa pesantissima notizia.
Sara p0teva fermarsi come aveva fatto Maria Sharapova in circostanze analoghe, ma ha scelto di continuare a giocare in attesa dell’udienza, svoltasi a Londra lo scorso 19 luglio. E’ stata sentita anche mamma Fulvia, che ha dato la sua spiegazione di quanto poteva essere accaduto. Il tecnico di parte dell’ITF, la dottoressa Christiane Ayotte, ha persuaso il Tribunale sul fatto che la presenza di letrozolo nell’organismo della Errani (65 nanogrammi / ml) non consentiva di capire se ne facesse utilizzo regolare o meno, ma ha detto di “non poter escludere” che l’assunzione fosse avvenuta nel modo descritto dalla difesa. Il tribunale ha accettato la versione dei legali degli Errani (incluso quello cagliaritano della FIT Ciro Pellegrino…le spese legali della FIT ogni anno sono cospicue per cause vinte e perse) e insomma la modesta entità della sanzione fa intuire che si è in pratica creduto alle giustificazioni date da mamma e figlia Errani: il letrozolo sarebbe entrato nel corpo di Sara nel modo accidentale descritto dalla madre. Inoltre, si è tenuto conto dei tanti test antidoping, tutti con esito negativo, cui Sara si era sottoposta in passato: 23 test alle urine dal 2014, 21 test del sangue dal 2012.
Non è nemmeno il primo caso di discussione sul doping per il tennis azzurro, che nel 2009 vide coinvolto Filippo Volandri, quell’anno in picchiata oltre la trecentesima posizione ATP. Il livornese fu trovato positivo al Salbutamolo, una sostanza contenuta in un medicinale per curare l’asma: la condanna, accertata la non volontà di migliorare le prestazioni sportive, fu di tre mesi, poi revocata del tutto dal TAS di Losanna.
Per il circuito femminile si tratterebbe inoltre del secondo caso di doping ad alto livello in pochi mesi, dopo la positività di Maria Sharapova al Meldonium nel gennaio 2016 e la conseguente lunga squalifica. Errani non si è esposta a riguardo, a differenza di numerose altre colleghe (inclusa l’ex compagna di doppio Roberta Vinci), ma in passato si era apertamente schierata a favore della linea durissima contro gli atleti positivi. La FIT resta comunque al fianco di Sara, che in questi mesi ha avuto il tempo di mettere a punto la strategia difensiva: mercoledì (Milano, ore 11:30) è prevista una conferenza stampa della bolognese per spiegare la situazione e fornire delucidazioni. Stavolta sarà la risposta, una delle sue armi migliori, a dover funzionare davvero.