[3] M. Keys b. [6] C. Vandeweghe 7-6(4) 6-4
Si è conclusa la quarantaseiesima edizione dello Stanford Classic e per la decima volta sono due ragazze statunitensi ad affrontarsi in finale, la seconda da quando il torneo è stato elevato alla categoria di WTA Premier. Madison Keys si è aggiudicato un incontro equilibratissimo mentre per Vandeweghe è la seconda sconfitta in finale sui campi universitari della California, dopo quella del 2012 con Serena Williams. Keys ha dato un ottimo segno di ripresa dopo l’infortunio al polso rispondendo (così come AGF ha risposto a voi lettori) a chi si chiedeva se nel 2017 avrebbe mostrato un tennis di livello paragonabile a quello degli anni passati. Le due, che non si erano mai affrontate prima, erano entrambe alla ricerca del loro terzo titolo in carriera e sorprende come i precedenti trionfi siano arrivati tutti sull’erba. Vandeweghe affronta per la terza volta in questo torneo una statunitense (dopo Gibbs nel secondo turno e Bellis nella semifinale di ieri) ed è anche l’unica a non aver perso un set, a differenza della sua avversaria la quale, nonostante il bye del primo turno, ha perso il primo parziale del suo torneo contro Dolehide.
Madison e Coco sono due tenniste che fanno della potenza da fondo la loro arma principale e di conseguenza i colpi di inizio gioco rivestono maggior importanza. Keys, nonostante sia dotata di maggior tecnica, è quella che parte in maniera meno convincente: sia nel quinto che nel settimo game fatica a trovare la prima di servizio e concede palle break. In suo soccorso arrivano delle ottime seconde in kick, e dopo questi pericoli sventati la ventiduenne dell’Illinois decide bene di avvalersi dei consigli della coach Lindsey Davenport, che qui ha trionfato tre volte. Vandeweghe, che fino a quel momento aveva fatto tutto alla perfezione, introduce il serve and volley nel suo gioco e la cosa non paga. Sorprendentemente la testa di serie n. 3 arriva a set point ma Coco, tornando subito al suo schema abituale fatto di servizio e dritto si salva e con la palla che continua a viaggiare a velocità elevatissime (ma non come quella di Raonic), si raggiunge un tie-break incertissimo. A condurlo è sempre Keys che si porta più volte avanti di un mini-break ma visto l’elevato livello messo in mostra da tutte e due le tenniste, è necessario l’intervento del nastro per sancire la vittoria di Medison per 7-4 (nonostante alla fine sia sotto 45-44 nel conteggio dei punti totali).
Coco, che già nel primo set aveva provato a sabotarsi da sola, ci riprova di nuovo nel secondo parziale e questa volta riesce nel suo intento. Sul 4 pari prima commette doppio fallo, e poi sbagliando un altro paio di serve-and-volley concede delle delicatissime palle break. Keys è solida da fondo e porta la sua avversaria all’errore conquistandosi così la chance di servire per il match. L’ultimo game è impeccabile e lo chiude a 0 con tanto di dritto vincente. In 1 ora e 28 minuti la n. 21 del mondo porta a casa la partita e si dirige immediatamente ad abbracciare la sua allenatrice Davenport mentre la n. 24 siede amareggiata con lo sguardo perso nel vuoto, prima di venir “assalita” da Keys che giocosamente le si siede sulle ginocchia e poi la invita amichevolmente a prendere posto vicino a lei per chiacchierare un po’. Nonostante la cocente sconfitta, Vandeweghe non impiega molto a ritrovare il sorriso e accetta l’invito di buon grado.