“Sono stata sanzionata per ingestione involontaria di cibo contaminato da una sostanza che non produce effetti migliorativi delle performance. È una frase assurda, a pensarci”. Nella sala conferenze del Melià Hotel di Milano, in zona Lotto, Sara Errani parla dopo la condanna a due mesi di squalifica per l’assunzione di Letrozolo. Accanto a lei il fratello Davide. La bolognese apre con un comunicato, non prima di aver criticato aspramente la categoria i giornalisti colpevoli a suo dire, di aver scritto e raccontato falsità per tre giorni con titoli a tutta pagina, soprattuto quella di mettere sullo stesso piano anastrozolo e letrozolo (anche se in realtà fanno parte entrambi della famiglia degli inibitori dell’aromatasi e il letrozolo è 10-20 volte più potente)
“In seguito ad un controllo delle urine, sono stata trovata positiva al Letrozolo. Non ho mai assunto sostanze proibite. Ho sempre seguito il programma WADA, mai chiesto una deroga anche quando malata. Questa sostanza è presente nel Femara, che assume mia madre in seguito ad un intervento al seno per curare un tumore. Molto pericoloso per chi lo assume senza malattia. Oltre a gravi effetti collaterali, provoca una sorta di menopausa chimica. Allo stesso tempo non sono mai stati dimostrati miglioramenti di tipo fisico atletico nei soggetti femminili. Con la mia famiglia abbiamo pensato a come sia stato possibile, abbiamo risolto con una contaminazione accidentale del cibo. Il test sui capelli ha confermato. Una quantità pari o superiore a quella di una pastiglia provoca risultati nei test, a me non sono usciti. In accordo con una ingestione accidentale, i miei capelli non portavano tracce. Questi test non sono stati ammessi. Il tribunale ha concordato:
- Non c’è evidenza del fatto che io abbia volontariamente assunto doping
- Non c’è evidenza che il Letrozolo migliori le prestazioni sportive
Nonostante ciò, il tribunale indipendente ha sancito una sanzione di due mesi, oltre alla revoca di punti e montepremi. Posso solo aspettare di essere forte. Sono molto arrabbiata, ma allo stesso tempo in pace con la mia coscienza. Consapevole di non aver commesso nessuna violazione. Prima delle domande, faccio una premessa: ho letto cose ridicole e assurde. Il Letrozolo non è una sostanza dopante per le donne, lo ripeto. Il Letrozolo non migliora le performance di un’atleta femminile. Qualora il Letrozolo avesse un effetto dopante, lo avrebbe solo in caso di uso continuativo, e non è il mio caso. Chi ha scritto di 15 atleti trovati positivi, avevano consumato Anastrozolo, un’altra sostanza. Come dice la sentenza, non c’è nessuna evidenza di utilizzo della sostanza, nelle atlete e specificamente nelle tenniste. Il Letrozolo non è uno steroide, non è uno stimolante, non migliora le performance. Non è una sostanza dopante per le donne”.
Poi le domande della stampa, non particolarmente numerosa probabilmente a causa del periodo estivo, a cui Sara risponde con il nodo in gola: “Ho deciso di continuare a giocare dopo aver ricevuto la comunicazione, perché sapevo di non aver fatto nulla di male. Oltre alla comunicazione ho ricevuto una lettera, poi è a discrezione dell’atleta scegliere se continuare o fermarsi“. Errani avrebbe assunto accidentalmente il Letrozolo, tramite cibo contaminato. La madre di Sara utilizza questa sostanza per curare un cancro al seno: “Noi non sappiamo, nella pratica, come sia avvenuta la contaminazione, ma sappiamo che è l’unica opzione possibile. Abbiamo eliminato una mia assunzione della pastiglia per errore, o che potesse esserci stata contaminazione da contatto. L’unica rimasta è il cibo contaminato. Oltre che per il fatto in sé, sono arrabbiata per la disinformazione. I media hanno esposto notizie false, sbagliate, mettendo di mezzo la mia reputazione. Hanno giocato con vita e sentimenti altrui, mie, di mia madre. Questo mi crea molta rabbia”. L’assunzione è stata non volontaria, unica, non ripetuta e inferiore ad una singola pillola, a quanto dice la sentenza, e la stessa Sara insiste su quanto la sostanza non sia dopante: “Approfondisco sul Letrozolo. Non è dopante per le donne, è dopante per gli uomini perché abbassa estrogeni e aumenta il testosterone, ma anche in questo caso l’effetto dopante è blando. Il motivo principale per cui viene usato è il suo contrasto con sostanze dopanti come anabolizzanti. Contrasta gli effetti, non li copre. Gli uomini che lo usano lo fanno per contrastare la crescita del seno”.
La presa di posizione iniziale di Sara contro i media costringe i colleghi in sala a puntualizzare che non tutti hanno scritto falsità e quindi non è corretto generalizzare verso la categoria, come non è giusto generalizzare contro chi viene squalificato per doping. Tuttavia lo stato emotivo comprensibilmente fragile della Errani mette ovviamente un freno a coloro che pongono le domande, che cercano di utilizzare i guanti di velluto. Spesso la Errani fa ricorso ai suoi appunti scritti per rispondere, aiutata se necessario dal fratello Davide. Nonostante questo, più volte cede all’emozione e non riesce a trattenere le lacrime.
Riguardo al Letrozolo che è inserito nella lista proibita WADA: “Lo so, ne ero consapevole. Ma voglio ripetermi, la WADA ha proibito per uomini e donne la sostanza dal 2005, ma loro stessi segnalano che non c’è evidenza che possa aumentare le prestazioni su tenniste. David Andersman, endocrinologo australiano collaboratore WADA, lo ha confermato”. Nove titoli in singolare e venticinque in doppio, costruiti su grinta e agonismo: “Non ho una linea difensiva per coprire una colpa non mia. Sto in campo anche quando sono infortunata, combatto. Mi attengo ai fatti esposti prima, che non sono in discussione”. E i contatti o il rapporto con Del Moral, il medico di Lance Armstrong? “Ho fatto una prova da sforzo nella sua clinica, mentre ero a Valencia. Tutto qui”. Dal 2009, Sara è stata controllata 83 volte dal team antidoping, tramite sangue e urine: “Io sono la dimostrazione di come una carriera di alto livello si possa mantenere senza utilizzare sostanze che aiutino a migliorare le performance”. Lei che è sempre stata durissima in materia di doping, arrivando a sponsorizzare la squalifica a vita: “Sono pro alla squalifica per doping, ma solo quando alla fine di un processo si dimostri che l’assunzione sia stata volontaria e allo scopo di migliorare le prestazioni e questo chiaramente non è il mio caso“.
Sara ha presentato in tribunale un test del capello: “I test sui capelli, negatività dei miei e positività di quelli di mia madre, sono stati ammessi come prova di uso cronico e occasionale. Solo il test sperimentale sull’uso di una singola compressa non è stato ammesso, obiezione in quanto il loro esperto non poteva controbattere. Questo cavillo mi ha amareggiato. Il test era valido, ma presentato in ritardo rispetto ai termini”. Errani è composta, anche se emozionata, come il fratello Davide: “Mi da fastidio la divulgazione di notizie false. Io sono una professionista, anche i rappresentanti dei media dovrebbero esserlo. Dare informazioni giuste, non inventare. Oltre ad essere un’atleta, sono una persona. Nessuno ha mai puntualizzato la posizione di mia madre, che da più di dieci anni combatte un male che non si augura a nessuno. Vedere ironizzare su cose del genere è sgradevole e triste”.
La revoca dei punti la farà sprofondare oltre la 280esima posizione: “Spero che questa situazione mi dia carica, adesso dovrò recuperare. Forse non si vede la sofferenza mia e della mia famiglia. Avrò bisogno di un po’ di tempo. Puntualizzo anche sulla quantità di insulti e cattiverie che io e la mia famiglia abbiamo ricevuto in questi giorni. Imbarazzante. Mi allenerò, comunque. Una volta rientrata, continuerò a giocare, farò i tornei che potrò fare con il ranking che avrò. Cercherò di riottenere i punti che mi hanno tolto, ne stiamo discutendo con gli avvocati”.
Il fratello Davide chiude la conferenza in lacrime pensando alla madre: “Mi rivolgo a coloro che si sono permessi di fare battute su una donna che combatte in silenzio da 12 anni; a queste persone voglio solo dire che vi dovete vergognare“
https://soundcloud.com/ubitennis/errani-insultata-e-presa-in-giro-ma-sono-in-pace-con-me-stessa