Quest’anno hai battuto Roger Federer, Novak Djokovic e Stan Wawrinka. Ti senti di essere un giocatore di quel livello adesso?
No, non penso di essere al livello dei Fab 4 perché loro hanno vinto così tanto nella storia del tennis, hanno vinto Slam. Adesso sono n.7 del mondo, sto salendo in classifica, una cosa è sicura, sono un Top 10. Ovviamente vincere due Masters 1000 nello stesso anno è incredibile. Certo, spero di poter vincere quanto hanno vinto loro un giorno.
Quanta fiducia ti ha dato aver vinto Washington e Montreal in vista di Cincinnati e US Open?
Beh, ho giocato bene vincendo a Washington e qui. È fantastico una settimana dopo l’altra, mi sento alla grande, sto giocando il miglior tennis della mia vita, però Cincinnati è un torneo duro, non so se sarò in grado di andare fino in fondo là perché mi sento un po’ stanco. Ma riguardo al gioco e alla fiducia, sono felicissimo di come stanno andando le cose.
Federer ieri ha detto che forse una delle ragioni per cui lui è ancora nel Tour è poter giocare contro i giocatori della nuova generazione. Lui una volta giocò contro Agassi quando era più giovane. Federer e tutti questi giocatori, compreso Nadal, sono i tuoi Agassi?
Sì, è accaduto un po’ prima che arrivassi io. Sono sicuro che a lui giocare contro gente come Agassi o Sampras abbia dato le stesse sensazioni speciali che ho avuto io giocando contro di lui. È sempre bello essere sul campo con lui, giocare contro di lui, è qualcosa di veramente speciale. Farlo nella finale di un Masters 1000 è ancora più speciale. Vincere questo match è stato meraviglioso. Sono molto contento, ma come avete detto anche voi, adesso c’è Cincinnati, un Masters 1000. Inizia domani. Devo riordinare le idee e concentrarmi di nuovo per provare a fare bene anche là.
Qualche giorno fa, ci hai detto che la tua crescita esponenziale in classifica ti sembrava quasi troppo veloce, considerato quanto tempo hai passato nel tour. Cosa ci vorrà perché non ti sembri più un’ascesa troppo veloce? Una vittoria Slam?
Insomma, più velocemente cresco, meglio è per me, in realtà. Non è un problema, non credo che lo sia per nessuno. Mi sento bene. Sono nei Top 10 da Roma, ne sono uscito per qualche settimana ma ci sono tornato. Sento di star giocando il tennis giusto, abbastanza buono per essere a questo livello. Mi sembra che stia tutto succedendo in maniera naturale. Ovviamente chiunque sarebbe fiero di aver vinto due Masters 1000, e anche stupito, ma io sono felice che sia successo.
Quanto ti ha influenzato avere Ferrero nel tuo “angolo” nelle ultime settimane, e quanto ha influenzato il tuo gioco?
Credo che abbiamo cercato di lavorare molto sul mio gioco aggressivo, abbiamo fatto attenzione ai dettagli, ovviamente anche quelli mentali. Sa come ci si sente a giocare grandi partite, e questo è molto utile, avere qualcuno con cui parlare in questo tipo di situazioni. Finora non abbiamo mai perso insieme, spero che possa continuare così. So che molto probabilmente non accadrà, se il nostro rapporto durerà per qualche anno, però fino ad ora sta andando tutto alla grande.
Quali erano i tuoi obiettivi per questa stagione? Durante la preparazione avevi come obiettivo un certo numero di tornei vinti? Come vedi il resto della stagione dopo quello che è accaduto?
Qualificarmi per Milano era il mio obiettivo… (Sorride). No, qualificarmi per Londra è uno dei miei obiettivi, e ora sono in un’ottima posizione per raggiungerlo. Ma ovviamente dovrò continuare a giocare a questo livello, continuare a migliorare, continuare a cercare di vincere tornei. Ci sono ancora molti tornei grossi, arriverà un altro Slam, qualche Masters 1000, spero di continuare a giocare così. Poi vedremo dove sarò al termine della stagione.
Ti sei accorto che qualcosa non andava in Roger alla fine del primo o all’inizio del secondo set? La velocità delle sue prime palle è molto diminuita. È qualcosa di cui ti sei accorto e di cui hai cercato di approfittare?
Certo che me ne sono accorto. Quando eravamo 2 pari il suo servizio è diventato più lento. Ma dovete chiedere a lui cosa è successo, io non lo so, ma certamente me ne sono accorto subito.
Ci avevi parlato del fatto che avresti avuto bisogno di servire meglio che nella semifinale. Sei arrivato al 69% con la prima palla. Pensi di aver servito al meglio e come mai hai scelto di essere più aggressivo con la tua seconda palla?
No, beh, non penso di aver servito in maniera eccezionale, ma ho sicuramente servito bene. Ho cercato anche di essere aggressivo sulla seconda per cercare di mettere pressione e non farlo rispondere tranquillo in modo da non permettergli di comandare gli scambi. Quando lo fa, non hai grandi speranze di vincere la partita. Mi sono concentrato su questo, evidentemente ha funzionato. Comunque ho servito sicuramente meglio degli ultimi giorni.
Ieri hai detto che ti sei sentito teso verso la fine del match con Shapovalov, oggi sei sembrato in controllo dall’inizio alla fine. Come sei riuscito a rimanere tranquillo in questa grande partita?
Sì, beh, ieri il mio avversario era due anni più giovane, non mi era mai capitato in carriera, è stato qualcosa di nuovo, ma ero teso anche oggi, solo che mi sono controllato meglio. Credo che ieri sia stato un match molto teso, sarebbe potuto finire in qualunque modo, oggi ho giocato meglio, ieri non controllavo così bene i colpi. Quando sto giocando bene, quando sento bene la palla, la tensione se ne va, perché sento di sapere quello che sto facendo. Ovviamente ho giocato a buon livello anche ieri, ma niente di paragonabile ad oggi.