La prima cosa che ho pensato seguendo in TV Anett Kontaveit era che mi ricordava Chris Evert. L’ho pensato immediatamente, dopo pochi secondi, e non ho più cambiato idea. Devo però chiarire il concetto per evitare di passare da totale incompetente: dopo pochi secondi non è possibile fare paragoni di gioco fra tenniste, non c’è nemmeno il tempo materiale. E infatti quello di cui sto parlando non ha nulla a che vedere con la tecnica, ma riguarda l’atteggiamento fra un punto e l’altro.
Avete presente come camminava in campo Chris Evert? Compostissima, misurata, come si insegnava nelle lezioni di portamento. Anche nelle situazioni difficili, anche dopo uno scambio durissimo, appena il punto era concluso Chris immediatamente recuperava il suo aplomb da “signorina ben educata” (come si sarebbe detto allora). Elegante, controllata, sempre perfettamente in ordine. E anche un filino snob.
A distanza di così tanti anni e con diverse generazioni in mezzo, ritrovarsi a pensare la stessa cosa per una ventenne dei giorni nostri è stato sorprendente. Oggi il tennis è molto cambiato: più fisico, con il grunting al momento di colpire, e con gli allenatori che spesso insegnano a esternare le esultanze per comunicare un “body language” aggressivo nei confronti dell’avversaria. Eppure Kontaveit in certi momenti continua a ricordarmi l’idea di signorina ben educata, proprio come Chris Evert.
Forse questa sensazione nei confronti di Anett sarebbe rimasta un pensiero senza un seguito, e non l’avrei approfondito se non fosse che nel 2017 è stata protagonista di una delle più rapide ascese in classifica degli ultimi anni. Numero 110 alla fine del 2016, nel giro di pochi mesi ha ottenuto un best ranking da numero 27, e non è detto che non possa salire ancora. Questo straordinario progresso ha stimolato la mia curiosità: era arrivato il momento di scoprire qualcosa di più su di lei.
Togliamoci subito il dubbio: sì, effettivamente Kontaveit si può definire di buona famiglia. Di buona famiglia ma anche sportiva. La mamma insegnante di tennis e il padre manager del porto di Tallinn, Kontaveit abita in una casa premiata in un concorso riservato alle ville a ai giardini più belli della zona (non inserisco il link per ragioni di privacy). Con il nonno (laureato in economia) ex giocatore di hockey da giovane, poi politico importante, presidente della federazione hockey nazionale e Ministro delle Finanze del governo estone negli anni ’90.
Per quanto ci riguarda, però, per la Kontaveit tennista, la figura decisiva è quella materna, visto che è stata la mamma, Ülle Milk Miller (campionessa nazionale in doppio negli anni ’80) a insegnarle il gioco e a farle da allenatrice fino ai quattordici anni. In questo Kontaveit ricorda molto da vicino un’altra tennista baltica di successo, la lettone Jelena Ostapenko, ugualmente figlia di una ex-giocatrice poi allenatrice di tennis, che l’ha seguita direttamente nei primi anni di carriera.
Anett è nata a Tallinn alla viglia di Natale, il 24 dicembre 1995; comincia a prendere la racchetta in mano molto presto e si scopre che è molto dotata. La sua attività da junior si sviluppa con la solita trafila: prima i successi a livello locale, poi i primi viaggi internazionali (soprattutto nei tornei scandinavi), quindi le manifestazioni di massimo livello in giro per il mondo. L’Estonia è una piccola nazione, con circa un milione e mezzo di abitanti, e per crescere il confronto non può che diventare molto presto internazionale.
Il tennis femminile estone in quegli stessi anni ha già una tennista importante come Kaia Kanepi, una giocatrice che a mio avviso non ha mai potuto esprimere del tutto il suo potenziale a causa di una serie infinita di problemi fisici. Per spiegare la condizione di Kanepi basta dire che ha raggiunto il best ranking (numero 15) nell’agosto del 2012, in un periodo in cui era ferma per infortunio da diverse settimane. Ma credo siano ancora vive nella memoria degli appassionati alcune sue prestazioni come il quarto di finale perso a Wimbledon 2010 contro Petra Kvitova (dopo aver mancato 5 match point) o la vittoria nel torneo di Brisbane 2012, conquistato esibendo una condizione fisica e un tennis di qualità assoluta (e purtroppo mai più ripetuta).
Insomma: in Estonia il tennis è uno sport con un seguito importante, tanto è vero che di Kontaveit si incomincia a parlare molto presto. Probabilmente il primo articolo che la riguarda risale al 2007 (a pagina 9 di questo pdf): l’undicenne Anett racconta di avere come idoli tennistici Roger Federer e Maria Sharapova. E proprio il coach di Maria Sharapova, Thomas Hoegstedt la segue in un clinic nel novembre del 2011.
a pagina 2: La carriera da junior e i primi tornei professionistici