Con il nuovo coach Kontaveit si dedica con grande attenzione alla parte fisica, per migliorare la resistenza e la rapidità di movimento. È la base su cui costruire i futuri miglioramenti, che però arrivano concretamente solo nella stagione successiva. La svolta arriva nel torneo svizzero di Biel, nell’aprile 2017, dove vive sette giorni straordinari, ricchi di emozioni contrastanti.
Comincia la settimana da numero 99 del mondo, senza essere testa di serie né con particolari favori del pronostico. Supera il primo turno, ma poi la raggiunge la notizia della morte del nonno. Ritirarsi per tornare a casa oppure continuare? Decide di continuare, anche perché il funerale è previsto diversi giorni dopo, domenica alle ore 13.00.
Kontaveit gioca sempre meglio e vince un match dopo l’altro. La qualità del suo tennis nei quarti e in semifinale (contro due giocatrici in ascesa come Mertens e Sasnovich) è ben al di sopra di quella che si attribuirebbe al suo ranking. Arriva in finale contro Marketa Vondrousova, la diciassettenne ceca che in quella settimana sta facendo un percorso simile: da giocatrice di retroguardia (addirittura proveniente dalle qualificazioni) a protagonista assoluta.
La partita decisiva è prevista domenica, fatalmente proprio alla stessa ora nella quale è fissata la cerimonia per la morte del nonno. Non deve essere stato semplice per Anett affrontare quel match, la prima finale WTA in carriera. Perde, ma soprattutto per i grandi meriti di un’avversaria dal talento straordinario come Vondrousova. La partita infatti è una vera e propria anomalia. Un bellissimo match: forse mai si era visto giocare tanto bene due tenniste con la classifica così bassa (numero 99 e 233 del mondo). Una classifica che non rispecchia più il loro valore, di giocatrici che stanno vivendo un periodo di crescita esponenziale.
Kontaveit chiude la giornata con questa foto su Instagram. Il commento che la accompagna dice: “Primo trofeo WTA!! Nonno, questo era per te! Grazie di tutto!!!”
https://www.instagram.com/p/BS9D6XsgxUj/
Biel è veramente la svolta della carriera, perché nei tornei successivi continua a giocare ad alti livelli; e senza poter ancora essere testa di serie, diventa una mina vagante dei tabelloni. Nell’impegno successivo, a Stoccarda, supera le qualificazioni e poi batte Ana Konjuh e per la prima volta una top ten, Garbiñe Muguruza (2-6, 7-6, 6-1), prima di perdere contro la rientrante Sharapova.
Di ritorno a casa da Stoccarda fa anche in tempo a prendere un grosso spavento, anche se per fortuna senza conseguenze. Il suo volo per Tallinn è prima deviato verso Riga a causa delle condizioni climatiche avverse, e poi all’atterraggio in Lettonia l’aereo ha un’avaria. Il fumo invade la cabina al momento dell’atterraggio, e i passeggeri vengono evacuati attraverso gli scivoli di emergenza.
Dopo Stoccarda, a Roma sconfigge un’altra top ten, la numero uno Kerber, addirittura per 6-4, 6-0. Muguruza si prende la rivincita al Roland Garros, ma in conferenza stampa rilascia una dichiarazione che suona come un attestato di stima. Dice Garbiñe: “Non posso sapere se Anett saprà mantenere la continuità, ma ha dimostrato di poter giocare con un livello da top player”.
Dopo gli ottimi risultati sul cemento e sulla terra, arriva la prima soddisfazione completa con il successo in Olanda, sull’erba di ‘s-Hertogenbosch. Primo torneo WTA vinto in carriera.
Ormai Kontaveit è entrata fra le prime 50 del ranking, ma la sua escalation non si ferma. Con il terzo turno a Wimbledon (sconfitta da Wozniacki) e la finale a Gstaad (battuta da Bertens) entra in top 30, raggiungendo il numero 27 del mondo. E tutto questo nel giro di quattro mesi. Un progresso straordinario.
a pagina 4: Le caratteristiche tecniche di Anett Kontaveit