Nel tennis accade spesso che una circostanza fortunata si ripeta nel tempo, fino ad assumere le forme e i contorni di una sorta di amuleto. Rafael Nadal era diventato n.1 per la prima volta nel 2008. Ufficialmente dopo l’oro alle Olimpiadi di Pechino che gli aveva consegnato ben 800 punti (non ditelo a Murray…), ma principalmente grazie al clamoroso filotto di 27 vittorie consecutive tra Amburgo e – appunto – Cincinnati, dove si fermava in semifinale al cospetto di Djokovic. Nel mezzo due titoli Slam, due Masters 1000 la vittoria al Queen’s: assieme al bottino olimpico un totale di 7750 punti in tre mesi.
Per ritornare sul trono mondiale nel 2017, a tre anni dall’ultima volta, sono stati necessari “appena” 4950 punti in quattro mesi. Da Montecarlo a Montreal, con Cincinnati comodo punto di approdo. Viste le assenze di Federer e Murray i punti di questo Masters 1000 non saranno decisivi: lunedì prossimo Rafa Nadal tornerà comunque ad essere il più forte tennista del mondo secondo i computer ATP.
“Cincinnati è stato il posto in cui ho pensato di diventare numero 1, è successo nel 2008 e sta succedendo di nuovo qui” ha ricordato Rafa ai microfoni dei giornalisti in Ohio. “Ovviamente il fatto che Roger non possa giocare è una brutta notizia per il torneo. Per me ritornare in vetta alla classifica è qualcosa di speciale, tante cose sono successe dall’ultima volta che ho occupato quella posizione: infortuni, momenti difficili… però ho sempre mantenuto la passione e l’amore per questo sport ed è per questo che ho avuto l’occasione di tornare sul gradino più alto. Ora provo soltanto a godermi il momento ed essere pronto per competere a Cincinnati. È la cosa più importane per me, adesso”.
Tre volte Nadal è riuscito a guardare tutti dall’alto. Dall’agosto 2008 al giugno 2009, dal giugno 2010 fino all’arrivo dell’uragano Djokovic che si è abbattuto sul circuito nel 2011 e un ultima breve parentesi da ottobre 2013 a giugno 2014, dopo lo strepitoso rendimento dell’estate 2013. Dice Rafa che si può ottenere questo risultato solo mettendo in discussione se stessi. “Se non hai alcun dubbio allora sei davvero arrogante, e io non sono arrogante. Ovviamente c’è una schiera di giovani che sta arrivando, ci sono molti grandi giocatori ed è difficile tornare n.1″.
Alla lettura degli illustri assenti al Masters 1000 di Cincinnati Rafa ha parlato di “coincidenze sfortunate per il torneo“. Poi si è soffermato sul momento dei suoi colleghi. “Non siamo più ventenni. Andy e Novak hanno 30 anni, io ne ho 31, Roger ne ha 36. È normale non giocare tutte le settimane ed è quello che sta accadendo. Fa parte dello sport, anch’io mi sono trovato nella loro attuale posizione molte volte. Ho saltato più eventi dei miei avversari durante la mia carriera. Sicuramente più di Roger, Novak e Andy. Fa parte del gioco e lo accetto: questa volta sta accadendo ad altri giocatori. Mi spiace per loro e mi auguro che possano tornare presto, ne abbiamo bisogno per il bene del tennis”.
Nel frattempo la lotta per la prima posizione sembra ormai un affare a due tra lui e Federer, sebbene Murray preceda lo svizzero ancora di 5 punti. “Io e Roger stiamo disputando una grande stagione e penso che entrambi abbiamo una possibilità di chiudere l’anno in prima posizione. Dipende dai risultati: io ho l’opportunità di fare bene a Cincinnati questa settimana ed è quello che proverò a fare“.
Lunedì Nadal avrà (almeno) 7475 punti in classifica, a cui si sommeranno quelli guadagnati in Ohio. Di qui a fine stagione dovrà scartarne appena altri 280. Murray ne avrà 7150 con un’infinità di cambiali da difendere: ben 4860 punti. Federer sarà a 7145 con l’enorme vantaggio di poter soltanto accumulare punti di qui alle Finals. Tre nomi per un solo alloro, con lo scozzese che dovrà impegnarsi parecchio perché la sua candidatura a numero uno di fine stagione venga presa sul serio.