A intervalli regolari qualche rappresentante dell’establishment del tennis femminile avanza rimostranze. Per la spartizione diseguale dei montepremi – eppure le differenze si sono ormai alleggerite parecchio – o per le programmazioni sui campi principali nei tornei dello Slam, i cui organizzatori sarebbero rei di preferire in modo sistematico gli incontri maschili. Per la differenza di attenzione mediatica o per la scarsa cultura sportiva che attornia il tennis in gonnella. Per il pregiudizio del tennis femminile che offrirebbe meno spettacolo di quello maschile, adagio che tra 2016 e 2017 ha dimostrato tutta la sua inconsistenza.
Sotto il profilo del vile danaro però, pare che la WTA abbia fatto nel corso degli anni un lavoro più che discreto. Se il metro di paragone può (e deve?) essere rappresentato dai settori femminili degli altri sport, la classifica delle 10 sportive più pagate da giugno 2016 a giugno 2017 rilasciata da Forbes indica una tendenza inequivocabile. Otto delle dieci “paperone”, e due delle prime tre, imbracciano la racchetta.
- Serena Williams $27 mln ($8 mln guadagni sportivi)
- Angelique Kerber >$12.6 mln ($7.6 mln guadagni sportivi)
- Danica Patrick (automobilismo) – $12.2 mln ($7.2 mln guadagni sportivi)
- Ronda Rousev (arti marziali) – $11 mln ($8 mln guadagni sportivi)
- Venus Williams >$10.5 mln ($3.5 mln guadagni sportivi)
- Garbine Muguruza $7.7 mln ($4.2 mln guadagni sportivi)
- Caroline Wozniacki $7.5 mln ($2.5 mln guadagni sportivi)
- Agnieszka Radwanska $7.3 mln ($3.3 mln guadagni sportivi)
- Eugenie Bouchard $7.1 mln ($0.6 mln guadagni sportivi)
- Simona Halep $6.2 mln ($4.7 mln guadagni sportivi)
Serena si conferma regina ma la grande assente è Maria Sharapova, che lo scorso anno si piazzava al secondo posto. Incidono ovviamente i 15 mesi di squalifica, di cui ben 10 inclusi nel periodo preso in esame da questa classifica. Il bimestre aprile-maggio (quello del rientro in campo) non è stato sufficiente per mantenere la top 10 sebbene la corsa degli sponsor a “recuperare” i rapporti con Masha fa immaginare che nel 2018 vedremo ricomparire il suo nome. Escono dalla top 10 anche Ivanovic e Azarenka, ritirata la prima e in maternità la seconda, il cui posto viene preso da altrettante colleghe: Kerber e Halep, rispettivamente seconda e decima.
Le più “ancorate” ai risultati sportive sono la lottatrice Ronda Rousev (guadagna sul ring il 72% delle sue entrate) e l’eterna aspirante al trono mondiale Simona Halep, che chiude la top 10 con 6.2 milioni di dollari di cui ben il 76% proveniente dal rettangolo di gioco. Agli antipodi si piazza Genie Bouchard, a cui per montepremi mancherebbero 400.000 dollari per arrivare a un milione ma “il soldo per fare una lira” lo trova abilmente nella voce endorsement, che le frutta ben 6.5 milioni. Guadagnano più di lei dagli sponsor soltanto le sorelle Williams: Venus 7 milioni, Serena ben 19. Se la pluricampionessa Slam potesse contare soltanto sulle entrate extra-tennistiche sarebbe comunque prima in graduatoria.
La new entry di spicco è Angelique Kerber, che lo stesso Kurt Badenhausen di Forbes – a margine della classifica – definisce “not the most marketable player in tennis“. Eppure la tedesca ha intascato ben 5 milioni dagli sponsor, gli stessi di Caroline Wozniacki. Ci è riuscita grazie alle solide partnership con Adidas e Yonex e agli accordi prestigiosi con Rolex e Porsche, che hanno puntato sulla tedesca nonostante non incarni esattamente il prototipo di donna-copertina. Il resto l’hanno fatto una crescita esponenziale sui social (più che raddoppiati i suoi follower su Facebook da inizio stagione) e i nuovi contratti con SAP, Generali, Slim Secrets e bareMinerals. In patria la segnalano richiestissima anche dai media tradizionali (si parla di 20 show televisivi), che pur bistrattati e messi a dura prova dai new media del comparto web continuano a ritagliarsi uno spazio importante nel mondo pubblicitario.
Tirando le somme, Serena pratica anche qui uno sport irraggiungibile per le sue colleghe ma funziona da traino per tutto il movimento tennistico femminile. Se a una prima occhiata distratta la graduatoria delle dieci sportive più ricche del mondo può sembrare l’istantanea di una vecchia top 10 WTA, beh, forse non è vero che il carrozzone guidato da Steve Simon esprime al minimo le sue potenzialità. Anzi, la scelta di aumentare il numero dei combined – a esclusivo beneficio dei tornei femminili – ha ottenuto i risultati sperati, aumentando l’appetibilità del circuito WTA. Nel novero degli sport femminili il tennis fa (eccome) la voce grossa.