QUARTI DI FINALE
D. Ferrer b. [3] D. Thiem 6-3 6-3 (Roberto Ferri)
Rivincita tra David Ferrer (n. 31 ATP) e Dominic Thiem (8 ATP), del quarto di finale giocato nel 2016 al Rio Open.
Allora vinse in due set Thiem. Nel quarto di finale di Cincinnati ha vinto invece lo spagnolo, apparso in condizione fisica molto più brillante del suo avversario, seppur di ben 11 anni di lui più giovane ma che a questo punto della stagione ha già disputato, questa inclusa, 58(!) partite contro le 35 di “Ferru”.
Ferrer in versione “pocket-Isner” per tutto l’incontro: 80% di punti conquistati complessivamente al servizio contro il 53% di Thiem. “Ferru”, però, non ha nel servizio il suo punto di forza; l’austriaco è stato molto falloso alla risposta e, più in generale, in tutti i colpi di rimbalzo. La sue ampie sbracciate mal si conciliano con superfici così rapide. Nel primo set e nel primo turno di servizio Thiem concede l’unica palla break del parziale a Ferrer che ringrazia per l’omaggio, si àncora con i piedi vicino alla linea di fondo campo e va in fuga senza più voltarsi indietro. Nel secondo parziale Ferrer impiega 11 minuti nel primo game per togliere nuovamente la battuta a Thiem che riesce però, avanzando leggermente la propria posizione, a rendersi più aggressivo e a riprendere lo spagnolo al sesto game. Chi a questo punto confida in una resurrezione di Dominic si sbaglia perché da lì in avanti il numero otto del mondo non conquisterà più alcun gioco e permetterà a Ferrer di continuare a sognare di poter giungere ancora una volta in finale a Cincinnati, come nel 2014. Nadal o Kyrgios permettendo.
[7] G. Dimitrov b. Y. Sugita 6-2 6-1 (Andrea Ciocci)
Se Bernard Tomic ha doppiato la concorrenza nella Race to Waste, anche per Grigor Dimitrov il dilapidometro ha toccato picchi sconfortanti. Eppure, dopo tre anni di purgatorio, il suo 2017 era partito alla grande. Solo nel primo trimestre, perché il prosieguo di stagione ha riproposto la solita versione abulica del bulgaro. Oggi, ad ogni modo, con la vittoria in due comodi set contro il giapponese Yuichi Sugita nei quarti del martoriato W&S Cincinnati Open, Grigor ha completato teoricamente la sua libera scorrazzata per l’agevole porzione che gli aveva riservato il tabellone. Vasta quasi quanto le praterie dell’Ohio. Isner (forse) permettendo, l’ex numero 8 potrebbe finalmente raggiungere la sua prima finale in un Master 1000.
Subito sotto pressione in avvio, il nipponico, degno sostituto dell’infortunato Nishikori, cede il suo primo turno di battuta. Veloce quanto leggerino, Yuichi non sembra avere il punch per mettere in difficoltà l’avversario. Per contro, Grigor alterna potenza a rovesci tagliati che si rivelano insidiosi per Sugita. Un altro break suggella il 6-2 finale.
Come fotocopiato, il secondo set offre la stessa sequenza. Il tennista di Tokyo perde i primo quattro giochi e Dimitrov, ormai in una sorta di allenamento che definire agonistico sarebbe eccessivo, strappa l’applauso con una spettacolare volée in tuffo. Giusto il gioco dell’onore evita il bagel al nipponico. Rimandando al settimo game la vittoria finale. Che sia Donaldson o Isner il suo prossimo avversario, Dimitrov deve guardarsi più che altro da se stesso. Trovando la determinazione che risparmi a lui e al movimento, ulteriore sciupio di talento. Come ci ricorda il nostro Baldissera, sarebbe un gran peccato.
[14] J. Isner b. [WC] J. Donaldson 7-6(4) 7-5 (Antonio Ortu)
Con lo stesso identico punteggio, John Isner conquista anche il secondo derby statunitense, dopo quello vinto contro Tiafoe ieri, battendo in due set Jared Donaldson. Raggiunge così la seconda semifinale a Cincinnati (la nona in totale nei mille), dopo quella del 2013, anno in cui perse da Nadal in finale, guarda caso al tempo numero 1 del mondo. Una vittoria d’autorità per Big John, seconda in carriera contro il giovane Next Gen. Oggi il servizio ha funzionato alla perfezione e lo ha sempre aiutato nei piccoli momenti di difficoltà, che sono stati veramente rari, dato che Donaldson non ha avuto nemmeno una chance di break. Per quest’ultimo, al primo quarto nei Masters 1000, è stato un torneo piuttosto positivo, in cui si è messo in mostra e anche oggi ha dimostrato di avere le carte in regola per occupare una posizione stabile tra i primi 20 (almeno) in un futuro molto prossimo.
Il derby a stelle e strisce, il secondo nel giro di 24 ore, ha inizio in un centrale inaspettatamente spoglio. Il primo turno di battuta traballante è il secondo di Isner, che mette in campo poche prime e sbaglia la misura di qualche colpo in manovra, ma chiude ai vantaggi senza concedere break point. Alle sassate di John, Donaldson risponde con personalità, senza concedere un centimetro nei suoi turni. Il suo efficace servizio regge il confronto per tutto il primo parziale, nel quale lascia per strada solo sei punti alla battuta e grazie a due egregie soluzioni di rovescio si porta anche sul 15-30 nell’undicesimo gioco. Isner non fa una piega e si assicura il tie-break, al quale si arriva senza che i due abbiano concesso palle break. A metà del game decisivo il servizio di Jared si inceppa e commette due sanguinosi doppi falli che mandano Big John sul 5-2. Una piccola reazione del giovane nativo del Rhode Island non è sufficiente a riparare il danno e Isner dopo tre quarti d’ora fa suo il primo set vincendo il tie break 7-4.
Il secondo set parte con due turni di servizio lampo e stavolta il primo a essere in difficoltà è Donaldson, ma ai vantaggi Isner sbaglia in lunghezza da fondo e non sfrutta l’occasione. Bravo comunque il giocatore della Next Gen a pizzicare sempre il rovescio di John e ad avere la meglio sulla diagonale. Sul 5-4 in risposta per il set vince anche uno scambio combattuto con una palla corta delicata per portarsi sul 40-40, ma due ace permettono a Isner di andare 5-5. Qui una risposta fortunosa lo manda sullo 0-30 e l’ennesimo doppio fallo nel momento cruciale da parte di Donaldson danno vita alle prime palle break dell’incontro. Come ieri contro Tiafoe, c’è il break nell’undicesimo gioco. John commette doppio fallo, piazza due ace e ricade nel doppio fallo, prima di pescare un dritto poderoso e chiudere il match col venticinquesimo ace dell’incontro dopo un’ora e mezza. Isner vince così il secondo derby USA in due giorni, esattamente con lo stesso punteggio di quello vinto ieri contro Tiafoe. Approda così in semifinale senza aver perso un set, come il suo avversario di domani, Grigor Dimitrov.
TERZO TURNO
[1] R. Nadal b. A. Ramos-Vinolas 7-6(1) 6-2 (Giovanni Vianello)
Rafa Nadal, il prossimo re del tennis mondiale, passa ai quarti di Cincinnati senza far faville in termini di gioco, ma come sempre freddo nei momenti decisivi, battendo il connazionale Albert Ramos 7-6(1) 6-2.
I precedenti recitavano 3-0 in favore di Nadal, con tutti i confronti diretti disputatisi su terra (Barcellona 2013 e 2014 e la finale di Montecarlo di quest’anno) e con Rafa che non aveva perso nemmeno un set su sei disputati. Un po’ di fiducia a Ramos poteva venire dal fatto che il maiorchino avesse perso gli ultimi due incontri giocati contro i mancini (Gilles Muller a Wimbledon, Denis Shapovalov a Montreal). Entrambi i giocatori sono scesi in campo con un fiocchetto nero sul petto in segno di lutto per i fatti di Barcellona di ieri.
Il primo set lo porta a casa Nadal per 7-1 al tie-break. Il parziale è fortemente orientato dai servizi, si vede una sola palla break, nel decimo gioco, che è anche set-point per il maiorchino, annullata da Ramos. Il prossimo n.1 del mondo era partito un po’ scarico, andando qualche volta in lieve difficoltà sul proprio servizio (un 15-30 ed un 30-30) poi ha progressivamente alzato il proprio livello di gioco fino a risultare devastante nel tredicesimo gioco.
Nadal parte scarico anche nel secondo e concede quattro palle break nei primi due turni di battuta, palle break delle quali tre consecutive sul 2-1 per il n.24 del mondo, annullate con due ace e una prima ad uscire velenosissima su cui Ramos risponde largo. Come dice l’adagio, break mancato, break subito per Albert, che nel quinto gioco dal 30-30 inanella un doppio fallo ed un dritto in rete, mandando Nadal a tre game dal quarto di finale con Kyrgios. Ramos a questo punto si spegne e Rafa raccoglie un altro break, chiudendo il match 7-6 6-2.
Un Rafa non eccezionale quello visto oggi, ma praticamente chirurgico nei momenti cruciali, con un ottimo 2/3 nelle palle break ed il 7-1 con cui ha vinto nel tie-break del primo set. Per Rafa al prossimo turno, come anticipato, Kyrgios, con il quale è avanti 2-1 nei precedenti.
N. Kyrgios b. I. Karlovic 4-6 7-6(6) 6-3 (Antonio Ortu)
Nella prosecuzione del match interrotto ieri, Nick Kyrgios ha prevalso in rimonta su Ivo Karlovic, dopo essere stato a due punti dalla sconfitta in diverse occasioni nel secondo set. Nick raggiunge così i quarti di finale, il suo quinto della carriera in un Masters 1000 (terzo del 2017) e quinto della stagione, il primo da quello vinto a Miami contro Zverev. Dopo dei primi game giocati in maniera abbastanza passiva, l’australiano ha innalzato il suo livello al servizio e in risposta quando era necessario, fondamentale per battere uno come Ivo. Soprattutto il terzo parziale è stato quasi impeccabile per il giovane numero 23 ATP. Per Karlovic è rimandato l’appuntamento coi quarti in un Masters 1000 -che gli manca da Indian Wells 2011- come è rimandata la prima vittoria contro Kyrgios, oggi al quarto successo su quattro contro il gigante croato.
Prima che la pioggia interrompesse per la seconda volta il programma, ieri i primi sette giochi sono andati secondo copione. Karlovic ha ceduto solo un punto con la prima di servizio, Kyrgios nemmeno uno (due complessivi alla battuta) e, pur mettendo entrambi solo una prima su due in campo, dopo 32 minuti Doctor Ivo era avanti 4-3. Alla ripartenza, l’australiano è sembrato poco convinto e al terzo game giocato di giornata, sotto 5-4, ha commesso qualche errore evitabile, soprattutto considerando l’avversario odierno. Sotto 15-40, commette un doppio fallo che gli è letale: Karlovic incamera il primo set, 6-4, 41 minuti di gioco.
In tutto il secondo set comanda il servizio. Nick cede quattro punti nei suoi turni, il croato cinque. Ivo riesce a ottenere tanto anche con la seconda palla, con la quale piazza pure qualche ace, dimostrando di non lasciare scampo al ribattitore anche in una giornata in cui la prima fatica a entrare con continuità. Il primo “rischio” lo corre Kyrgios, che si ritrova 30-30 al servizio per salvare il match. Lo schema d’allenamento servizio-dritto-smash gli permette di tirare un sospiro di sollievo e approdare al tie-break, il che non era nemmeno quotato. Nei precedenti incroci, Nick ha avuto la meglio in quattro dei precedenti cinque tie-break. Si vede subito il meglio e il peggio dell’australiano: prima concede un mini-break con un passante di rovescio orrendo, poi se lo riprende con un dritto in corsa da fenomeno e grazie al doppio fallo di Karlovic, si invola su 5-2. Big Ivo non ci sta e in avanzamento impatta 5-5, poi dopo il cambio di lato viene trafitto da un altro ottimo passante di Kyirgios, che vince il tie-break 8 punti a 6 e forza il match al terzo.
Il parziale decisivo inizia sulla falsariga del secondo, ma Ivo diminuisce gli ace. Nick risponde con più frequenza e nel quarto gioco abbiamo il turning point dell’ottavo di finale. Il ragazzo di Canberra si porta 0-40, prime palle break dell’incontro, anche merito di un passante di dritto strepitoso. Arriva il tanto atteso break per Kyrgios, che non ha problemi a confermarlo con buone prime di servizio. Dà anche spettacolo nell’ottavo game, con un dritto poderoso in corsa (con tanto di cinque agli spettatori della prima fila) e altre prodezze che gli fruttano due match point, annullati prontamente dalla prima di Ivo. Subito dopo, Nick archivia la pratica, vincendo 6-3 il terzo set, dopo 2 ore e 8 minuti. Sfiderà questa notte Rafa Nadal.
Risultati:
Quarti di finale
[7] G. Dimitrov b. Y. Sugita 6-2 6-1
[14] J. Isner b. [WC] J. Donaldson 7-6(4) 7-5
[3] D. Thiem b. D. Ferrer 6-3 6-3
N. Kyrgios b. [1] R. Nadal 6-2 7-5
Terzo turno
[1] R. Nadal b. A. Ramos-Vinolas 7-6(1) 6-2
N. Kyrgios b. I. Karlovic 4-6 7-6(6) 6-3