Il più piccolo Laurie soleva colpire piatto, pur utilizzando la stessa impugnatura di suo fratello. Si tratta(va) della presa continentale, la stessa con la quale si eseguono oggi servizio e rovescio in back, che assunse questa denominazione proprio per essere l’impugnatura utilizzata (dai più) nel vecchio continente. L’angolo tra braccio e racchetta superava di poco i 90°, nel permettere un certo gioco di polso seppur con i limiti degli attrezzi utilizzati.
Si parlava così di Lawrence Doherty nel viaggio all’interno della storia del rovescio, dove il colpo inizialmente meno nobile del tennis viene analizzato dagli albori ai giorni nostri. “Little Do“, così il piccolo Laurie soleva essere chiamato in contrapposizione a “Big Do“, il soprannome di suo fratello Reginald. I due fratelli britannici nati a Londra erano divisi da tre anni e qualche centimetro d’altezza.
Più piccolo e luciferino, Laurie vanta però più titoli a Wimbledon (cinque) di suoi fratello Reggie (fermo a quattro). Una sola volta però i due si sono scontrati in finale, nel 1898, con vittoria sofferta in cinque set del fratello maggiore. Questo avveniva prima del “cambio della guardia”: i due si sono infatti spartiti la scena abbastanza salomonicamente. Reginald ha vinto i suoi quattro titoli tra il 1897 e il 1900, Lawrence si è preso il suo pokerissimo tra 1902 e 1906 dopo l’intermezzo di Arthur Gore (1901).
La rivalità in singolare non ha impedito ai due fratelli di dominare il torneo di doppio in ben otto edizioni a cavallo tra il 1897 e il 1905, lasso di tempo che comprende i periodi “d’oro” di entrambi i fratelli sui prati di Wimbledon. L’unica sconfitta arrivava nel 1902 contro i connazionali Smith/Riseley, ma gli otto allori conquistati in coppia sono tuttora un record imbattuto: già meglio dei cinque titoli dei fratelli Renshaw, loro addirittura gemelli, che si erano aggiudicati la prima edizione della storia del torneo di Wimbledon. Solo Todd Woodbridge riuscirà poi a vincerne nove, ma non tutti con lo stesso partner.
Forse però la cifra tennistica di Laurie Doherty può essere “estratta” dall’impresa compiuta a Newport, dove si giocavano gli US Championships nel lontano 1903. Vincendo quel torneo in finale contro lo statunitense William Larned, “Little Do” diventava il primo straniero a vincere uno Slam in terra straniera, prima che l’australiano Norman Brookes nel 1907 profanasse l’erba inglese di Church Road. Nello stesso anno pubblicava con suo fratello Reggie “R.F. and H.L. Doherty on Lawn Tennis”, manualetto scritto con il timore che la loro opera sui campi si perdesse nelle lasse maglie delle future memorie. Siamo oggi qui a parlarne: quel timore era del tutto infondato.
Lawrence morì a Broadstairs, Kent, il 21 agosto 1919. 98 anni fa, quando Fleming non aveva ancora squarciato la storia della medicina con la scoperta della penicilinna e di una “semplice” infezione alle vie urinarie si poteva morire. “Reggie” era stato addirittura meno longevo, morto già nel 1910 di infarto e – così si legge nei libri di storia – nevrastenia. Difficile capire cosa avesse realmente il povero “Big Do” più di cent’anni fa, quando la psichiatria era nata da appena pochi anni.