Uno.
È andata a dormire pensando solo a quel numero Simona Halep (7) immaginando già i titoli con Sim-one. È uno è stato. Solo che l’uno che è venuto fuori non doveva essere quello dei game racimolati in finale. E invece la povera Simona continua la sua maledizione, mentre Pliskova (6,5) ringrazia anche se tutte sanno che sul quel trono prima o poi ci arriverà Garbine Muguruza (9), almeno fino a gennaio quando Serenona tornerà con pannolini, biberon e la voglia di rispaccare tutto.
E invece Rafa Nadal (5,5) quell’uno se l’è ripreso anche se spiace che lo faccia così, un po’ mestamente e sballottato dai vari Muller, Shapovalov e Kyrgios. I meriti infiniti di Rafa sono…finiti a Parigi: se sarà solo il riposo del guerriero verso la campagna newyorkese o la sindrome post-Rolando (come Nole 2016) lo scopriremo tra un paio di settimane. Intanto lui è lí, almeno finché la schiena di quell’altro farà le bizze…
Che cosa é successo invece a Nick Kyrgios (8) in finale? Semplice, poiché lui odia il tennis ha pensato bene di rompere le scatole a tutti quelli che non vedevano l’ora di gustarsi un 2-3 ore di grande spettacolo senza i soliti noti. Chissà, avrà avuto voglia? Una finale di un 1000 è troppo poco per suscitare le sue attenzioni? Povero Nick, ma lui che colpa ha? È nato così, è fatto così, mica ha annunciato al mondo che pensa di essere il più forte e che se si sveglia di buzzo buono spacca le ossa a tutti? Insomma non è cattivo sono gli altri che lo hanno disegnato così.
Già, quelli che ancora non hanno capito – eppure sembra una cosa così semplice – che non c’entrano nulla la voglia e la motivazione: c’è il diritto, c’è il rovescio, c’è il servizio, c’è la corsa, la difesa, l’attacco, la voleè, il passante e la testa. Si, quella cosa che ti fa fare le cose giuste al momento giusto, ti fa credere in ciò che fai, ti fa andare oltre i tuoi limiti, ti porta a non arrenderti e a spostare sempre più in alto l’asticella, ti spinge ad allenarti con passione e ardore. Bene il caro Nick oggi non ce l’ha, è giovane, magari ci arriverà ma dire “quando ha voglia è il più forte di tutti” è roba per quelli per i quali il tennis è quella cosa con i diamanti da regalare alla fidanzata.
E allora ben venga il trionfo di Grigor Dimitrov (10) ex baby-Fed, ex Mr. Sharapova ed anche ex giocatore per tanti, che invece si è messo a lavorare duro, ha imparato a correre come un forsennato quasi come un David Ferrer (8,5) e ha finalmente raccolto i frutti, mettendo adesso seriamente paura a Murray.
Judi, si intende, la cui supremazia sul cuore di Deliciano è messa a dura prova dalla appassionata dichiarazione d’amore di Grigor per i polpacci dell’iberico.
Cos’altro aggiungere in questa calda notte di mezza estate? Che John Isner (8) si è fermato sul più bello, che Sloane Stephens (8) va di corsa e che Camila Giorgi (7) ha iniziato a vincere le partite che deve vincere ( che per lei è sempre stato molto più difficile che vincere o lottare alla pari in quelle in cui è sfavorita).
E forse che con qualche annetto di ritardo anche gli italopitechi del pallone hanno scoperto che l’occhio di falco vede meglio dell’occhio umano. Il prossimo passo di avvicinamento al tennis saranno i rigori calciati con l’alternanza del tiebreak, magari un giorno si riuscirà anche a non insultare il prossimo. In fondo, vincere non è l’unica cosa che conta. O no?