Coppa Davis, World Group Play-off
OLANDA-R.CECA 3-2 (Ruggero Canevazzi)
T. De Bakker b. L. Rosol 3-6 6-4 6-4 6-4
Il giorno che Thiemo stava aspettando da sempre. La riscossa. Dopo una vita tennistica da promessa mancata, la Coppa Davis è lo sfondo ideale, anzi naturale, per una storia del genere. De Bakker, oggi n.408 del mondo ed ex n.40, regala al suo popolo una prestazione eccellente, bravissimo a rompere il ritmo di Rosol con discese a rete e smorzate, completando così la rimonta orange, iniziata ieri col doppio di Haase e Middelkoop e proseguita oggi con la vittoria di Robin su Vesely. Non era facile, dopo la sconfitta di venerdì contro quest’ultimo, raccogliere il peso di un popolo che era a un passo dalla grande rimonta. Thiemo non ha fallito, mostrando non solo forza mentale ma anche un ottimo livello di gioco. Lukas Rosol, nel mezzo di un arena in costante festa, non ha mai mollato, sfiorando la riapertura del match nell’ultimo game, quando con De Bakker che serviva per il match si è procurato una palla break, ma la combinazione servizio-dritto del n.2 olandese, un servizio vincente e un dritto lungo del ceco hanno decretato l’impresa dell’arancia meccanica e la condanna dei cechi. L’Olanda compie così una rimonta da 0-2 che non le riusciva da vent’anni (nel ’97 contro la Romania), mentre la Repubblica Ceca la subisce dopo 57 anni (non le capitava dal 1960, quando perse con la Germania).
Nel primo set il ventinovenne dell’Aia (lui e Haase sono entrambi concittadini del gioioso e folcloristico pubblico dello Sportcampus Zuidepark) gioca un quinto game da horror e si ritrova sotto di un set, ma nel parziale successivo aggancia l’avversario con un break sempre al quinto gioco. Nel terzo parziale i due si danno battaglia tra la nota solidità dal fondo di Rosol e l’abilità a rete di De Bakker. Il settimo gioco segna il break olandese: servono 14 punti giocati e 4 palle break, ma alla fine la resistenza del n.2 ceco cade sotto la varietà dei colpi dell’olandese (pregevoli una volèe vincente di rovescio e un letale drop-shot dal fondo di dritto), che con un passante di dritto si porta 4-3 e servizio, aizzando il pubblico. Rosol si avvicina alla sedia e scaraventa a terra la racchetta, intuendo che il break sia decisivo. È così: al momento di servire per il set, Thiemo gioca sul set-point (40-30) un perfetto passante di rovescio su attacco dell’avversario. L’Olanda è a un set dalla rimonta. Gli spalti sono in festa, sebbene in realtà lo siano sempre stati: tutto il week-end ha visto un susseguirsi di canti, dall’americano “Oh machinine” a “Despacito” (che ha fatto capolineo solo una volta durante Haase-Vesely, un bicchiere latino in un mare nordico, ma caldissimo), da “The Launch” al celeberrimo “Der Ententanz” (da noi “Il ballo dell’anatra”, il cui ritornello non occorre riportare), ma a farla da padrone è stato “Hot Lala Lied”, ovvero una versione in salsa bavarese – è un classico dell’Oktoberfest – della marcia trionfale dell’Aida di Giuseppe Verdi. Lo speaker, autentico trascinatore, coinvolge i tifosi nel battito di mani ritmato e sincronizzato alle immancabili trombette.
Il quarto parziale si apre con Rosol al servizio: il giustiziere di Nadal a Wimbledon 2012 ha tutto da perdere, non riesce a non pensarci e infila tre errori di fila. Annulla le prime due palle break ma sulla terza Thiemo è bravissimo a rallentare il ritmo con un rovescio in back al quale fa seguito un rovescio in rete del ceco. Due giochi più tardi, Lukas è sotto 2-0 15-40, ma proprio sull’orlo del precipizio mostra grande personalità e con quattro punti consecutivi (ace finale) resta in partita (2-1 e servizio De Bakker). Sul 5-4 Olanda, però, il dritto lungo di Rosol pone fine alla contesa e sulle note di “Viva Hollandia” è un profluvio di abbracci in campo e sugli spalti, cui fa da contraltare la delusione composta ma enorme dei cechi, che lasciano a capo chino il campo.
R. Haase b. J. Vesely 6-1 1-6 6-3 6-4
La Repubblica Ceca, dopo il 2-0 della prima giornata, si ritrova a giocarsi la permanenza nel World Group all’ultimo incontro dell’ultima giornata. Dopo la sconfitta nel doppio, Jiri Vesely ha ceduto in quattro set a Robin Haase. Il n.39 del mondo ha messo in campo tutta la sua esperienza e un decisivo cinismo per superare la potenza del n.59, che non ha affatto demeritato, offrendo un tennis da fondo campo molto profondo senza disdegnare smorzate e qualche discesa a rete e riuscendo ad uscire spesso da situazioni complicate (come le due palle break non consecutive salvate con due vincenti sul 2 pari del quarto set e i primi due match-point, il primo sul 5-3 Haase e il secondo quando l’avversario ha servito per il match, poi con successo al terzo match-point), ma l’eccellente difesa di Robin ha neutralizzato la buona costruzione di molti punti del n.1 ceco.
I primi due set non regalano pathos. Il trentenne di L’Aia domina il primo in 23 minuti scatenando l’entusiasmo del pubblico, ma nel secondo il copione è completamente speculare: altri 23 minuti e altro 6-1, ma a favore di Vesely. È dal terzo set che si inizia a vedere una partita, con i due giocatori che offrono entrambi un buon livello. Il mancino ceco sfoggia un gioco dal fondo solido e profondo (efficace soprattutto il dritto lungo linea). Haase dal canto suo è meno spettacolare ma molto concreto: resiste bene all’irruenza dei colpi avversari e sbaglia pochissimo, pronto a sfruttare l’occasione. Arriva sul 4-3 servizio Vesely, quando un passaggio a vuoto del ceco regala due palle break: la seconda è quella giusta, il dritto in uscita dal servizio è lunghissimo. Robin urla “Ja!” e il pubblico esplode in un boato che il n.1 d’Olanda non tradisce, servendo sicuro nel gioco successivo e portandosi avanti 2 set a 1. Nel quarto set il ceco continua a martellare ma il suo potente dritto ogni tanto è falloso: deve annullare due break-point nel quinto gioco (pregevole il cross di dritto dell’olandese che lascia immobile l’avversario), ma due game più tardi Jiry sbaglia due facili dritti (grida vendetta il secondo sparacchiato a rete da metà campo) e il vincente inside-out del beniamino locale sembra una sentenza: 2 set a 1, 4-3 e servizio Haase. Vesely trova l’orgoglio per annullare due match-point, ma non può nulla sul terzo, un bel recupero a rete in rovescio incrociato di Robin che fa esplodere l’arena. Saranno Thiemo De Bakker e Lukas Rosol a decidere se nel World Group 2018 ci sarà l’Olanda o la Repubblica Ceca.
PORTOGALLO-GERMANIA 1-3 (Giovanni Vianello)
J.L. Struff b. J. Sousa 6-0 6-7(3) 3-6 7-6(6) 6-4
Jan-Lennard Struff sconfigge rimontando uno svantaggio di due set a un tremebondo Joao Sousa e regala così alla propria Germania la permanenza nel World Group di Coppa Davis.
La partita inizia con un parziale di ben nove giochi a zero in favore di Struff. Nel primo set ed in avvio di secondo c’è ben poca storia, Struff è assoluto padrone del campo e concede anche meno delle briciole all’avversario Joao Sousa, che in circa mezz’ora si ritrova sotto 6-0 3-0. C’è tuttavia a questo punto una reazione del portoghese, che si porta sul 3-3 nel secondo parziale, recuperando il break di svantaggio. Sousa riesce poi a pareggiare il conto dei set sull’uno a uno aggiudicandosi la seconda frazione al tie-break per 7-3. Joao Sousa è poi in grado, con un arrembante terzo set, di ribaltare l’incontro, aggiudicandosi il parziale per 6-3, con un break nel sesto gioco e mancando anche una palla del 6-2. Il portoghese sembra finalmente un giocatore in piena fiducia, mentre Struff appare in affanno, dopo un avvio che era stato devastante. Il quarto set ha molto dei connotati del “thriller”, prendendo a prestito un termine cinematografico. Struff inizialmente trova un break di vantaggio e si porta 2-0, ma viene immediatamente raggiunto sul due pari. Il livello di gioco si alza e Struff manca un set point sul servizio del portoghese sul 5-4 30-40, con Sousa che poi agguanta il 5-5. Anche il quarto set, come il secondo, si conclude al tie-break, con il portoghese che manca match-point sul 6-5 in suo favore (ma su servizio del tedesco); infine, Struff si aggiudica il gioco decisivo per 8-6 e forza anche questo match, come il doppio di ieri, al quinto set. Il parziale decisivo si apre con un break di Struff, che viene raggiunto sul 2-2. Il gioco segue poi i servizi fino al 4-4, quando Sousa perde nuovamente il servizio questa volta in maniera estremamente pericolosa, poiché il tedesco si guadagna così un’opportunità di servire per il match. Struff nel decimo e conclusivo game del quinto set non si lascia pregare e tiene il servizio a 30, facendo sì che la Germania mantenga la propria posizione nel World Group di Coppa Davis.
COLOMBIA-CROAZIA 1-3 (Andrea Franchino)
M. Cilic b. S. Giraldo 6-3 6-4 6-4
In avvio di terza giornata della sfida play-off tra Colombia e Croazia Marin Cilic (nr.5 ATP) ha a disposizione l’opportunità di garantire alla sua Nazionale la permanenza nel World Group ed evitare il poco onorevole record di prima finalista dell’anno precedente a retrocedere (il record negativo per il vincitore uscente lo ha appena eguagliato l’Argentina!!). Il suo avversario è Santiago Giraldo ( 131 ATP) cui spetta l’arduo compito di lottare per mantenere accesa la fiammella della speranza per la Colombia e permettere al suo compagno Alejandro Gonzales di tentare l’impresa. Dopo un incontro scontatissimo la Croazia gioisce (peraltro in maniera molto contenuta) per la raggiunta tranquillità ed i giocatori (e il pubblico) colombiani rendono omaggio al giocatore più forte in campo, Marin Cilic, che non concede nulla al suo avversario e fa suo l’incontro con il più classico dei risultati 6-3 6-4 6-4.
Già all’inizio del primo set si intuisce come Cilic, memore delle difficoltà nel doppio e della tenacia dimostrata da Giraldo, non voglia prendere rischi. Il break arriva al primo turno di servizio del colombiano e da li in avanti tutto è scontato, il servizio del croato funziona discretamente mentre quello del colombiano traballa ma riesce comunque a non dare altre opportunità per abbreviare il set. Nella seconda frazione la trama del match non cambia, Cilic cinicamente attende la sua occasione (che arriva nel quinto gioco) per passare a condurre e chiudere sul 6-4 concedendosi anche un doppio fallo proprio nell’ultimo game. Ormai l’andamento dell’incontro è inevitabilmente indirizzato verso la sponda croata, Giraldo cerca di resistere ma gli è fatale l’unica palla break concessa nel settimo gioco, trasformata da Cilic, che poi veleggia tranquillamente verso la chiusura regalando agli spettatori un ultimo game di servizio “quasi” perfetto con tre aces consecutivi (alla fine gli aces saranno 17, i doppi falli 4) che terminano la contesa dopo 1 ora e 48 minuti.