Continua il momento negativo per la canadese Eugenie Bouchard, ormai discesa al n. 87 della classifica mondiale. Dopo aver rinunciato ai tornei di Quebec City e di Seoul, è arrivata anche la sua rinuncia alle qualificazioni del Premier 5 di Wuhan, sempre a causa di un virus che la debilita dagli US Open.
Non è però questo l’unico problema che affligge Bouchard: oltre alla causa civile da lei intentata contro la USTA a causa dell’incidente del 2015 che le causò una commozione cerebrale, la nativa di Montreal ha concluso il suo rapporto con l’allenatore svedese Thomas Hogstedt e deve ora ricostruire il suo team tecnico in vista quantomeno della stagione 2018, oltre a decidere se e quando giocare ancora in questi ultimi mesi del 2017. “Thomas ha avuto alcuni problemi famigliari e non poteva più seguirla come avrebbe voluto” ci ha confermato Roberto Brogin, coach di Tennis Canada che ha lavorato con Bouchard durante i suoi anni da junior ed ha ripreso a collaborare con lei part-time nel 2017.
Anche se alcune fonti riferiscono che Hogstedt si sarebbe già accordato per lavorare con un’altra giocatrice (la russa Ekaterina Makarova), Genie deve ora pensare al futuro e concludere nel migliore dei modi questa stagione, segnata dall’infortunio alla caviglia patito prima del Roland Garros, ma soprattutto ricostruire una squadra di lavoro in vista della preparazione invernale e degli Australian Open. “Eugenie non ha bisogno di uno sparring-partner, deve lavorare con un allenatore che abbia esperienza e personalità e disposto a seguirla per tutta la stagione. Non si tratta di una combinazione facile da trovare – ha spiegato Brogin, il cui lavoro con Tennis Canada al neonato centro di Vancouver gli impedisce di aumentare il suo impegno all’angolo della montrealese – bisogna poi anche trovare una soluzione per il preparatore fisico: a lei piace lavorare con Gil Reyes, ma lui è molto impegnato a Las Vegas con la sua attività e non può seguirla in giro per il mondo”.
Al momento Bouchard rimane iscritta ai tornei di Hong Kong (9-15 ottobre) e Lussemburgo (16-21 ottobre), ma la sua partecipazione è ancora in forse visti gli sviluppi delle ultime settimane. “È più un problema di tranquillità interiore che non di tennis – ha concluso Brogin – le doti per tornare abbondantemente nelle prime 50 ci sono tutte, ma Genie non ha ancora imparato a gestire bene le sconfitte, dalle quali si lascia abbattere troppo facilmente. Una volta ritrovato il suo equilibrio, sono convinto che ritornerà a giocare e vincere come prima”.