Ancora si deve concludere l’anno dei ritorni arrembanti (e dei campioni acciaccati), che già si iniziano a raccogliere informazioni su un’altra stagione che potrebbe riservare scenari simili. Secondo quanto riporta su Twitter il giornalista serbo Saša Ozmo, il dodici volte campione Slam Nole Djokovic sarà allenato anche nel 2018 da Andre Agassi. Nella composizione dello staff l’unico punto interrogativo riguarda il vice-coach di Nole, che affiancherà il Kid di Las Vegas e lo sostituirà nei tornei in cui non potrà presenziare.
Andre Agassi to stay Novak Djokovic's coach in 2018. #Djokovic #Agassi
— Saša Ozmo (@ozmo_sasa) September 26, 2017
Agassi è stato ingaggiato da Nole a maggio, prima del Roland Garros, dal quale è uscito di scena solo ai quarti di finale. Subito dopo è volato a Eastbourne, per prepare Wimbledon, e ha vinto il primo titolo dopo sei mesi a secco. Ma a SW19 ecco che il corpo gli ha chiesto una tregua. Dopo essersi ritirato con Berdych, Djokovic decide di fermarsi per il resto dell’anno, così da riprendersi dal problema al gomito. Ha detto di recente in pubblico che nel 2018 ripartirà dall’Australia, quindi non a Doha, come era solito fare. Resta da capire se lo rivedremo in campo nei tornei di preparazione all’Happy Slam o direttamente a Melbourne.
Sempre il giornalista serbo, sul sito Sportklub, ha detto che Nole è stato a Belgrado qualche giorno fa, dove ha incontrato il resto del suo team per decidere il programma che lo porterà alla nuova stagione. E ci sono alcune novità.
Ulyses ricoprirà ancora il ruolo di fisioterapista, subentrato nel maggio rivoluzionario di Novak quando il serbo aveva dato il benservito a Miljan Amanovic (fisioterapista) e Gebhard Phil Gritsch (preparatore fisico), che facevano parte dello storico team guidato da Vajda.
Il nuovo preparatore atletico del campione serbo (in sostituzione di Gritsch) sarà invece l’italiano Marco Panichi, che è stato al fianco in passato di Davide Sanguinetti e Mara Santangelo e più recentemente di Fabio Fognini, Simone Bolelli, Roberta Vinci, Karin Knapp e Svetlana Kuznetsova. E’ confermata la presenza del suo guru spirituale, Pepe Imaz. Non farà parte del team Mario Ancic, al fianco di Novak da Wimbledon, che, sempre secondo Saša Ozmo, avrebbe dichiarato di avere altri programmi.
Lo stesso Djokovic ha dichiarato: “Sono felice di avere questi sei mesi per organizzare la mia vita e porre le basi per il mio gioco, la mia salute fisica e la mia vita nei prossimi anni. Quanti non lo so. Mi piace dire dieci anni, ma vedremo quando in effetti tutto questo durerà a livello di tennis professionistico. Io veramente non ho intenzione di smettere e neanche vedo in lontananza la fine della carriera. Per la prima volta nella mia vita ho cinque mesi in cui posso lavorare per gradi, migliorare il livello di gioco e di condizione fisica e prepararmi anche psicologicamente, in modo che con l’avvio della nuova stagione io possa essere al massimo. Ho ancora voglia di giocare, di dimostrare qualcosa a me stesso e agli altri. Voglio spostare i miei limiti, migliorarmi. Io credo che per quante cose io abbia già raggiunto nel tennis, ce ne sono ancora molte che posso raggiungere. Ci sono elementi del gioco in cui vedo ancora molti margini di miglioramento”.
In attesa di tornare in campo, Djokovic qualche settimana fa è diventato papà per la seconda volta. Tara sarà la nuova sorellina di Stefan. L’evento potrebbe anche essere propizio perché proprio dopo la nascita del primogenito Nole ha piazzato una delle stagioni più clamorose di tutti i tempi, lo straordinario 2015 in cui ha vinto tre Slam (più finale al Roland Garros) e ha chiuso con il 93% di match vinti.
Chissà se il suo 2018 sarà simile all’annata d’oro di Federer, o, addirittura, se a ispirarlo potrà essere il suo coach Agassi, che nel 1998-1999 risaliva dalla 140esima posizione del ranking per poi tornare in cima con due stagioni dirompenti. Due scenari completamente differenti ma che non si possono non accostare all’attuale situazione di Nole, che pure tornerà in campo con un ranking parecchio deficitario (attorno alla 15esima posizione) e dovrà riguadagnarsi ogni privilegio, dal posto in tabellone a quello nell’albo d’oro dei tornei. Lo sport però apre a tutti gli scenari e soprattutto ha sempre un occhio verso il passato. Nole come Andre, Andre come Brad Gilbert, Ulysses come Gil, Imaz come J.P? Chissà…