JELENA ALLA DISTANZA – In uno stadio semivuoto e davanti ad un pubblico a tratti glaciale, la lettone Ostapenko vince in rimonta contro la n.1 del mondo Muguruza. Jelena, dopo un primo set da incubo, in cui non riusciva praticamente a tenere una palla in campo, è salita esponenzialmente di livello ed ha ribaltato un match quasi compromesso.
Una prova di carattere, che dimostra come questa ragazza possa veramente essere una delle stelle (ma forse lo è già) della WTA, anche se deve imparare a contenere gli errori e qualche atteggiamento capriccioso. La ventenne di Riga ha un clamoroso 22/7 in stagione al terzo, un dato incredibile che dimostra la caparbietà della Ostapenko e la sua voglia di vincere. Il calo della spagnola è sicuramente dovuto al problema fisico alla gamba, anche se la pecca maggiore è rappresentata dall’inizio del secondo set, quando non è riuscita a spegnere le velleità della giovane avversaria. La spagnola ha una partenza bruciante, infatti Garbine dall’1-1, vince cinque giochi consecutivi mette immediatamente in chiaro i rapporti di forza.
Ostapenko è in crisi, perché ha visto il primo set scappare via, ma ha una reazione importante, che produce il primo break a favore. Garbine ha il merito di trovare il controbreak immediato, ma la lettone riesce ad alzare il livello del suo gioco, fin qui mediocre, e torna avanti 3-1. Del resto il tennis della ventenne di Riga è esplosivo e senza un vero e proprio piano tattico, vive di fiammate e di lunghe serie di vincenti ed errori. Ora l’onda è quella giusta, Ostapenko sa assecondare la sua trance agonistica e contiene la rimonta della sua avversaria. Garbine è impassibile, il suo viso è una maschera di bronzo che non lascia trasparire alcun sentimento, la rabbia è tutta sul campo. E la reazione arriva, con il 3-3, ma ancora una volta Garbine si distrae e perde tre giochi consecutivi ed il set. Un epilogo sorprendente, anche perché la spagnola è stata per lunghi tratti padrona del campo.
C’è un medical time out, Muguruza si fa fasciare la gamba sinistra che in questi giorni le ha dato qualche problema di troppo. Un fastidio muscolare, che la limita nei movimenti e che può rappresentare un imprevisto verso il master e la difesa della prima posizione mondiale. Le ostilità riprendono, lo spartito tattico è sempre lo stesso, ovvero Ostapenko che picchia e Muguruza che prova a costruire gioco con cambi di direzione. Garbine fa corsa di testa, ma soffre troppo in battuta, anche perché le risposte della sua avversaria ora stanno tutte dentro al campo. Finalmente è 2-0, un po’ di fiducia al servizio aiuta la spagnola, che sembra comunque aver ripreso l’incontro con convinzione. Ostapenko torna aggressiva e timbra non solo il 2-2, ma il sorpasso che lascia di stucco l’incerottata spagnola che crolla di schianto e perde sei giochi consecutivi. Semifinale e punti pesanti in chiave Masters per Ostapenko, che è già sicura di ritoccare il suo best ranking, ma ora è la vera favorita di Wuhan.
BARTY GRAN RIMONTA – Il programma del WTA di Wuhan si apre con l’eliminazione, un po’ a sorpresa, dell’ex n.1 Pliskova, che subisce la rimonta dell’australiana Barty. È stato un match emozionante, in cui Karolina ha avuto un calo prestazionale evidente, ma la sua avversaria ha avuto il merito di crederci e di non farsi prendere dallo sconforto, quando ha fallito, sul 5-4 40-0, ben tre match point consecutivi. Una Pliskova bifronte, perfetta nel primo set, confusa e fallosa nella parte conclusiva, in cui non è riuscita ad approfittare della paura di vincere dell’australiana. L’ex n.1 del mondo ha mostrato le solite pecche, ovvero rigidità negli spostamenti laterali e una preparazione fisica non impeccabile. Barty ha meritato, perché ha saputo andare oltre i propri limiti, cambiando strategia e “picchiando” da fondo con il diritto, con cui ha spesso comandato le operazioni. La ragazza di Louny deve necessariamente fare chiarezza, perché ha i mezzi fisici e tecnici per contendere a Muguruza il numero 1 del mondo, ma deve lavorare sul proprio repertorio e diventare più completa. Quando il servizio cala, il suo tennis diventa attaccabile e non più impeccabile. Karolina dovrebbe essere più intraprendente e cercare di più la rete, in quanto, troppo spesso, si trincera dietro i soliti schemi collaudati. Del resto proprio su questo piano c’è stato lo scontro di vedute con l’ex allenatore Kotyza, liquidato qualche giorno fa dalla Pliskova.
Dopo un primo parziale di sofferenza l’australiana è stata in grado di resistere alle accelerazioni da fondo della sua avversaria e di ribaltare lo scambio con colpi carichi e stretti. Ashleigh ha usato con sapienza gli angoli stretti per muovere la top 10 europea, che quando è chiamata a spostarsi fa decisamente fatica. Le lunghe leve da “modella” di Karolina, in alcuni momenti rappresentano un handicap, in quanto la limitano negli spostamenti laterali. Il primo parziale è on serve fino al nono gioco, poi dal nulla si materializza una palla break a favore della finalista degli US Open, che trova profondità e convinzione in risposta. L’australiana è disorientata e un dritto lungo regala il 5-4 all’ex n.1 del mondo, che non si lascia scappare l’occasione e chiude sul 6-4 definitivo. Pliskova libera braccio e mente, ora i suoi colpi diventano penetranti e la 21enne di Ipswich è in chiara difficoltà. Barty prova a fare qualche cambiamento, a stringere gli angoli, a rallentare con il back o sorprendere la sua avversaria con qualche discesa a rete. La strategia funziona, ma è lei a dover salvare una palla break alla sua avversaria, capace in risposta di mettere maggior pressione. Karolina ha un attimo di sbandamento nel dodicesimo game, in cui alterna vincenti ad errori. Proprio questa instabilità produce due palle break (le prime dell’incontro) che sono inevitabilmente anche due opportunità di set per l’australiana. Tuttavia un ace ed un rovescio chirurgico lungolinea neutralizzano il pericolo ed il tutto si decide nel tie break, che premia, in modo abbastanza imprevisto, l’australiana che prende il largo e trascina la sfida all’atto finale.
Complice un calo, forse fisico, Karolina sbanda e scivola sotto 2-0, un risvolto clamoroso considerando la sicurezza e la precisione con cui aveva iniziato il match. Scardinare il muro australiano è un problema, perché i colpi di Pliskova sono meno penetranti e perdono di intensità. La ceca, poco mobile per natura e struttura fisica, diventa sempre più rigida e questo elemento viene abilmente sfruttato dalla sua avversaria. La crepa nell’argine difensivo costruito da Ashleigh arriva nel sesto game, che rimette tutto in discussione e riporta lo scontro in equilibrio. Il problema per la ceca sono le traiettorie alte e cariche, che irretiscono i suoi movimenti, infatti torna sotto nel punteggio subendo un break (a zero). Che il tennis sia lo sport del diavolo è un dato ormai inconfutabile, fare l’ultimo punto è sempre il più difficile, perché la paura di vincere ti paralizza e ti manda in confusione. L’australiana va avanti 5-4 40-0, poi si cristallizza nell’attesa dell’errore di Pliskova, che non solo non arriva, anzi si materializza il break, il sorpasso e addirittura una possibile sconfitta. Ma il secondo e decisivo tiebreak premia ancora una volta la ferocia agonistica di Barty, che disorienta la sua avversaria con continui cambi di direzione. Crolla Pliskova sotto i colpi di un’australiana volitiva e in fiducia (che chiude con 46 vincenti a fronte di 22 errori), ma la ceca ha molto su cui riflettere.
IL DERBY MANCATO – Caroline Garcia soffre, ma rimonta, in entrambi i parziali, la coriacea Makarova e centra la quinta semifinale stagionale e la prima a livello Premier 5. La francese ha un tennis slegato, in cui si alternano vincenti ed errori con continuità, ma stavolta é riuscita a rimanere concentrata e non si è fatta travolgere dallo scoramento. La russa, dal canto suo, ha più di qualche rimpianto perché ha dilapidato, in entrambi i parziali, un break di vantaggio. Il 2017 di Makarova resta positivo, ma considerando le avversarie rimaste in questo slot del tabellone, l’occasione per centrare la finale era ghiotta.
Ad evitare il derby francese in semifinale è la greca Sakkari che è elimina Cornet e si aggiudica il più classico dei match in “WTA Style”, in cui ci sono stati break ed emozioni. Sakkari ottiene un successo importante ed anche il best ranking, sarà infatti almeno intorno alla 50esima posizione.
Risultati:
A. Barty b. [3] Ka. Pliskova 4-6 7-6(3) 7-6(2)
C. Garcia b. E. Makarova 7-6(3) 6-4
[Q] M. Sakkari b. A. Cornet 7-6(2) 7-5
[8] J. Ostapenko b. [1] G. Muguruza 1-6 6-3 6-2