LA BATTAGLIA DEI SESSI: QUELLA CHE FORSE NON È MAI ESISTITA
Fino a qualche mese fa l’evento che maggiormente accomunava Sara Errani e Maria Sharapova era il fatto di avere giocato, una contro l’altra, la finale del Roland Garros del 2012. Con la notizia arrivata a fine agosto della positività dell’italiana al letrozolo, entrambe le tenniste adesso hanno sul loro curriculum la macchia indelebile di una sospensione per doping. Quella di Maria ovviamente ha ricevuto maggiori attenzioni da parte della stampa e non sono mancate le critiche, da parte delle sue colleghe, per l’elevato numero di wild card che a ricevuto ed è proprio con una di esse che la russa è entrata nel tabellone principale di Tianjin. Sara invece, attualmente n. 280 del mondo, ha disputato oggi in Cina il suo sesto match consecutivo. Il caso ha voluto infatti che proprio queste due tenniste abbiano raggiunto le semifinali del WTA International di Tianjin, città nel nord-est della Cina che con oltre 15 milioni di abitanti è la quarta più popolosa del paese. Il significato di Tianjin, talvolta trascritto in Tientsin, è ‘guado verso il paradiso’, paradiso che in questo caso consiste nel tornare a vincere un torneo (astinenza che dura da febbraio 2016 per la bolognese, mentre per la siberiana da maggio 2015).
FURIA SABALENKA – Nella prima semifinale del torneo a scendere in campo sono la trentenne Sara Errani e la diciannovenne Aryna Sabalenka, le quali non si sono mai affrontate prima. La bielorussa, artefice della qualificazione della sua nazione nella finale di Fed Cup, parte alla grande e con disinvoltura riesce a giocare svariati vincenti da fondo soprattutto con il rovescio – suo lato dominante. Già nel secondo game, a suo di bordate, si guadagna delle palle break e si porta in vantaggio con un’inaspettata palla corta. La sensazione è che Sabalenka, consapevole dell’abilità di Errani nell’allungare gli scambi e alzare le traiettorie, sia scesa in campo con l’idea di non dare respiro alla sua avversaria per impedirle di mettere in pratica la sua tattica. L’italiana alla battuta cerca con insistenza il dritto della bielorussa la quale spesso concede qualcosa, ma le sue risposte giocate da un metro dentro il campo, continuano a far male a Sara e nel sesto game arriva il secondo break. Alla battuta Aryna è a dir poco impeccabile e nel primo set, portato a casa con un 6-1 in 26 minuti, piazza 5 ace e conclude addirittura con un serve-and-volley.
La furia di Sabalenka non si arresta neanche nel secondo parziale, che si apre con un break a 0 arrivato con tre risposte vincenti. L’immediato contro-break di Errani, coadiuvato da qualche errore della n. 102 del mondo, dà solo l’illusione che qualcosa possa cambiare ma il leitmotiv resta quello: risposte vincenti da ogni parte del campo per Aryna mentre i suoi servizi spesso superano i 170 km/h. Un pizzico di insicurezza arriva nel momento di servire per il match sul 5-2 dove un doppio fallo e qualche bella giocata di Sara fanno allungare il match – durato comunque meno di un’ora. Subito dopo Sabalenka si riprende e porta a casa l’incontro con un 6-3, mettendo a segno il settimo break del match (Errani nel secondo set non ha mai tenuto la battuta), vincendo il game con cinque punti consecutivi e chiudendo, come il parziale precedente, con una volée. Domani la n. 102 del mondo, già certa dell’ingresso tra le top 80, giocherà la prima finale WTA della sua carriera. Segnaliamo inoltre il fatto che Aryna nella città di Tianjin ha già vinto in passato: a maggio dello scorso anno un ITF da $50,000.
MASHA TORNA IN FINALE – Le temperature continuano a scendere a Tianjin, e per la seconda semifinale tra Peng e Sharapova si registrano 12 gradi. Sugli spalti il pubblico è ben coperto mentre in campo, per tenersi calde, le due tenniste si sfidano sul piano della smorzata (con la cinese che in un frangente ne gioca addirittura tre consecutive). Maria, in vantaggio 5-1 nei precedenti, parte in maniera più aggressiva e trova il break nel primo game ma Shuai, supportata dagli applausi dopo ogni punto vinto, resta comunque in scia dell’avversaria. La numero 1 cinese sfruttando il suo gioco tutto bimane cerca spesso l’accelerazione lungolinea ma pecca di precisione. Lo strappo nel punteggio che si protrae dal primo game non viene ricucito, anzi aumenta e il primo set finisce com’era iniziato: con un break di Sharapova che chiude 6-3 in 42 minuti senza concedere palle break. Ricordiamo che la settimana scorsa a Pechino la numero 25 del mondo è stata costretta al ritiro nel match di ottavi, e oggi è scesa in campo con una vistosa protezione al ginocchio destro.
Con l’inizio del secondo set si cominciano a intravedere i primi problemi di mobilità per Peng e malignamente la russa la fa spostare il più possibile durante gli scambi, finendo per passare di nuovo avanti nel punteggio. Questa volta Peng riesce a costruirsi delle chance per tornare in gara, ma arrivano tutte insieme nel quinto game e non vengono sfruttate. Una volta sventato il pericolo delle tre palle break, la russa piazza l’accelerazione finale e da un possibile 3-2 si finisce 6-1. Sharapova domani giocherà la 59esima finale della carriera cercando il successo numero 36, e lo farà affrontando per la prima volta Sabalenka, una tennista dal gioco molto simile al suo e dallo spirito altrettanto battagliero.
Risultati:
A. Sabalenka b. [Q] S. Errani 6-1 6-3
[WC] M. Sharapova b. [3] S. Peng 6-3 6-1