Errani e Fognini, due freschi trentenni, separati da appena 25 giorni – Sara è nata il 29 aprile, Fabio il 24 maggio- e 400 km (la distanza tra i loro luoghi di nascita, rispettivamente Bologna e Sanremo), salvano il bilancio azzurro della sette giorni appena andata in archivio. Un consuntivo che finalmente torna a chiudersi in maniera positiva, grazie alla semifinale raggiunta dall’emiliana al torneo, appartenente alla categoria International, di Tianjin (Cina), la prima sul cemento da febbraio 2016 di Sara, e la seconda in stagione, dopo quella sulla terra rossa di Rabat a maggio. Difficile poter immaginare un ritorno migliore nel circuito per l’emiliana, prima brava a qualificarsi e poi vincitrice di tre partite contro tenniste nella top 100. Incoraggia notare che in ben due casi la nostra tennista sia uscita vincitrice da match molto impegnativi psicofisicamente, durati circa tre ore, a riprova di un’abile conservazione dello stato di forma, nonostante i quasi tre mesi di forzata inattività.
La vittoria del torneo di doppio, in coppia con la Begu, per lei ex numero 1 della specialità, è soltanto un’altra riprova della fame di tennis accumulata e delle ottime condizioni fisiche con le quali Sara è tornata nel circuito. Il nostro settore femminile (proprio la settimana scorsa parlavamo della crisi, anche dal punto di vista quantitativo, di tenniste almeno capaci di giocare nel circuito maggiore) ha bisogno di lei: per capire definitivamente qualcosa in più sul suo futuro occorrerà però attendere il prossimo 9 novembre, quando, davanti al Tas di Losanna, si terrà il processo di appello per la squalifica – due mesi di stop all’attività e l’annullamento di punti e prize money guadagnati tra febbraio e inizio giugno, data del nuovo controllo risultato negativo – comminatale da un tribunale indipendente dell’ITF. La sentenza, va ricordato, arrivò a carico della Errani per essere risultata positiva al letrozolo in seguito a un controllo anti-doping effettuato a sorpresa.
Tra gli uomini, continua invece il buon momento di Fabio Fognini, bravo a ripartire dopo il disastro newyorkese (contro Travaglia agli US Open è arrivata una delle sole sette sconfitte nei 32 incontri del 2017 nei quali ha affrontato tennisti peggio classificati di lui). Con il terzo turno ottenuto al Masters 1000 di Shanghai, il ligure attenua la piccola falla di punti in uscita (i 45 del secondo turno nello stesso torneo l’anno scorso e i 150 della finale di Mosca), gli ultimi da difendere da qui a fine stagione: ne guadagna 90, grazie a due belle vittorie contro tennisti ostici come Verdasco e Pouille (quello contro il francese è stato il settimo successo contro un top 30 di questo 2017). Purtroppo è ancora costante, ma in negativo, l’inerzia di risultati di Paolo Lorenzi, alla quarta sconfitta consecutiva all’esordio nel torneo: se Shanghai è un torneo che non ama per le condizioni di gioco a lui non favorevoli, non si può evitare purtroppo di parlare di crisi per il toscano, che, dopo gli splendidi ottavi raggiunti a New York, ha perso quattro partite di fila contro tennisti classificati peggio di lui.
IL DETTAGLIO DEI MATCH: ERRANI E PAOLINI
Passando all’approfondimento sulle partite giocate dai nostri atleti questa settimana, è giusto tornare a partire dalle donne, come non accadeva da agosto, quando a Cincinnati Camila Giorgi, raggiungendo gli ottavi dopo essersi qualificata, ebbe il suo ultimo acuto prima di ripiombare nei problemi fisici che hanno accorciato il suo 2017 agonistico. L’attenzione del nostro tennis era sul ritorno alle gare di Sara Errani: sebbene al momento siano stati cancellati i punti e il montepremi raccolti successivamente al controllo antidoping dello scorso febbraio, costatele la squalifica, l’ex numero 5 del mondo tornava effettivamente a giocare una partita ufficiale da fine luglio, quando perse da Oceane Dodin al secondo turno di Washington. Quasi tre mesi di assenza dal circuito e la relativa disabitudine allo stress psicofisico di una partita ufficiale avrebbero potuto farsi legittimamente sentire, ma non è stato così, per fortuna.
Per il suo rientro Sara ha scelto la quarta edizione del torneo International di Tianjin, la quarta città più popolosa (oltre 15 milioni di abitanti) della Cina: scesa al 281°posto del ranking WTA (ma oggi è già 176°), ha dovuto iniziare dalle quali, dove era 12° testa di serie. Al primo turno del tabellone cadetto ha battuto la 21enne cinese Xiaodi You, 533 WTA, eliminata col punteggio di 6-2 6-1 in 61 minuti, mentre nel turno decisivo Sara ha giocato contro la 27enne mancina cinese Xinyun Han, 122 WTA, sconfitta in 1 ora e 16 minuti con lo score di 6-3 6-2.
Errani b. Kozlova
Nel tabellone principale, la finalista del Roland Garros 2012 ha affrontato in un incontro inedito la 23enne ucraina Kateryna Kozlova, 81 WTA, travolta 6-2 6-1 in 67 minuti di gara, durante i quali l’equilibrio vi è stato solo sino al 2-2 del primo set: troppa la superiorità dell’italiana, che ha vinto il 59% dei punti in risposta, nonostante la sua avversaria abbia messo un buon 70% di prime in campo.
Errani b. Haddad Maia
Negli ottavi l’avversario di Sara è stata una delle giovani tenniste maggiormente in ascesa nel circuito, la 21enne brasiliana di San Paolo, Beatriz Haddad Maia, 58 WTA, già affrontata e battuta in due occasioni dalla nostra giocatrice. L’emiliana, dopo aver vinto il primo set in 57 minuti, si è portata anche sul 2-0 nel secondo set, prima di farsi controbrekkare e subire poi la pressione nel decimo gioco di servire per rimanere nel set, cedendo al quarto set point. Nel terzo parziale, Errani è subito volata sul 5-1 prima di chiudere un paio di giochi dopo una maratona complessiva di 2 ore e 49 minuti, chiusa vittoriosamemte col punteggio di 6-4 4-6 6-3. Interessante notare l’incredibile attenzione di Sara in una partita così lunga, nella quale è riuscita comunque a servire l’89% di prime (vedendo il 25% di punti vinti con la seconda, ha fatto decisamente bene a praticare tale strategia).
Errani b. McHale
Nei quarti la nostra giocatrice affrontava una sua vecchia conoscenza, Cristina Mchale, 65 WTA, affrontata già sei volte in carriera, vincendo i primi quattro confronti, ma perdendo gli ultimi 2 (l’ultimo a gennaio sul cemento di Brisbane). L’Errani, dopo aver perso in 65 minuti con lo score di 5-7 il primo set, nonostante sembrasse averlo raddrizzato annullando sul 4-5 un set point, si è esaltata nell’equilibrio serrato del secondo set (durato 88 minuti!), ma che ha visto la Mchale andare a servire sul 6-5 per il match. Una volta arrivata a due punti dalla vittoria, la statunitense è svanita, lasciando spazio alla feroce determinazione dell’emiliana, vincitrice del tie-break e poi di un terzo set in discesa, che le ha regalato il successo dopo 3 ore e 11 minuti, con il punteggio di 5-7 7-6(2) 6-1. Certamente la più bella vittoria della settimana e simbolicamente, per come e in quali circostanze è arrivata, forse di tutto il 2017 per la nostra giocatrice, abile a vincere una partita quasi persa, nella quale ci sono stati 18 break su 31 turni di servizio (Mchale alla lunga ha pagato anche il 31% di punti vinti con la seconda).
Sabalenka b. Errani
In semifinale, Sara, in campo per il terzo giorno consecutivo, dopo aver giocato 6 ore nei due giorni precedenti e al sesto incontro in otto giorni dopo quasi tre mesi di stop all’attività agonistica, non poteva certamente essere al meglio delle sue possibilità. Contro la 19enne bielorussa Aryna Sabalenka, 102 WTA, tennista in ascesa, reduce dalle semi di Tashkent un paio di settimane fa e dal secondo turno di Wimbledon superando le quali lo scorso luglio, non vi è stato match: la connazionale della Azarenka ha vinto in appena 58 minuti col punteggio di 6-1 6-3 una partita nella quale l’emiliana ha portato a casa un imbarazzante 29% di punti vinti servendo la prima, tenendo il servizio solo una delle 8 volte in cui è andata alla battuta.
Vickery b. Paolini
Per completare la panoramica sulle nostre atlete, anche un’altra tennista azzurra, Jasmine Paolini, 138 WTA, ha provato la scorsa settimana a partecipare a un main draw di un evento WTA, l’International di Linz, in Austria, ma è stata subito stoppata dalla 22enne statunitense Sachia Vickery, vincitrice in 1 ora e 18 minuti col punteggio di 3-6 6-0 6-1.
IL DETTAGLIO DEI MATCH: FOGNINI E LORENZI
Venendo agli uomini, Fabio Fognini è tornato a giocare a Shanghai, come da lui sempre fatto ogni anno dal 2009 ad oggi (ad eccezione del 2010), un Masters 1000 dove, a fronte di un solo accesso agli ottavi (nel 2013), aveva rimediato una delle più brutte sconfitte della sua carriera, nel primo turno dell’edizione 2014, contro Chuhan Wang, allora 553 ATP, il giocatore con la classifica peggiore ad averlo battuto da fine 2004 in poi.
Fognini b. Verdasco
Questa volta Fabio al primo turno affrontava Fernando Verdasco, 43 ATP, tennista già incontrato quattro volte in carriera, perdendo in ben tre circostanze. Gli head to head erano comunque datati e quindi di importanza relativa: i due non giocavano infatti, uno contro l’altro, dal 2010. Fabio, dopo aver perso malamente il primo set in 28 minuti e aver annullato una pericolosissima palla break nel quinto gioco del secondo parziale, nel decimo gioco, quando sugli altri turni di battuta non era arrivato nemmeno ai vantaggi, è stato bravo a sfruttare il momento di tensione dell’avversario, brekkandolo a 0, portando così la partita al terzo. Nel set decisivo, l’azzurro ha subito preso il largo, finendo per vincere col punteggio di 2-6 6-4 6-2 in 91 minuti di partita, chiusa con un lusinghiero 60% di punti vinti con la seconda. Un match durante il quale l’azzurro è stato bravo a giocare costantemente su buoni livelli, approfittando poi del calo di Verdasco per guadagnare l’accesso al secondo turno.
Fognini b. Pouille
Qui ha affrontato Lucas Pouille, 24 ATP, tennista che la settimana precedente aveva avuto due match point per eliminare Nadal a Pechino. Fognini aveva perso dal francese a Bercy nel 2014, quando il transalpino non era ancora esploso (era 176 ATP), per poi prendersi la rivincita nella semifinale dell’ATP 500 di Amburgo. A Shanghai si è avuto un primo set molto equilibrato, nel quale Fabio ha annullato tre complessive palle break, prima di averne tre consecutive sul 5 pari: una volta non convertite, è stato bravo a non innervosirsi e vincere un tie- break, dopo 59 minuti, nel quale era stato sotto anche 2-4. Per portare a casa l’incontro, è stato necessario convertire nel secondo gioco del nuovo parziale, la quinta palla break dell’incontro (ne avrà altre 4) e difendere con facilità i servizi per chiudere 7-6(7) 6-3 in 1 ora e 36 minuti un match nel quale ha per la seconda volta consecutiva servito bene (9 ace e 4 doppi falli, 58% prime in campo, 79% punti vinti giocando con la prima, 65% con la seconda).
Nadal b. Fognini
Negli ottavi Fabio era atteso dal numero 1 del mondo, Rafael Nadal, il tennista più affrontato (13 volte, il secondo è Ferrer con 11) nel circuito dal ligure, che già ci aveva giocato e perso due volte quest’anno (a Miami nettamente, a Madrid con vari rimpianti). Più in generale, Nadal partiva più che favorito, non solo per il suo eccellente stato di forma (era reduce da 13 vittorie consecutive), ma anche per i precedenti, il cui bilancio conduceva per 9-3 (avendo vinto le ultime 5 volte, nelle quali aveva lasciato per strada un solo set, facendo sembrare ormai lontana la magica rimonta di Fognini, sotto di due parziali, ma poi vincitore al quinto nel terzo turno degli US Open 2014). A Shanghai un buon Fabio non ha potuto che arrendersi, senza ottenere che pochi game, allo stato di grazia del maiorchino, sempre in controllo facile del punteggio, in una partita nella quale il nome del vincitore non è mai stato in discussione: impossibile fare partita pari con Nadal, ottenendo il 39% di punti con la seconda e non capitalizzando le pochissime chances di rientrare in partita (come le due palle break, le uniche dell’incontro, per risalire sul 2 pari nel secondo set). Nadal ha così guadagnato l’accesso ai quarti di finale col punteggio di 6-3 6-1 in appena 62 minuti di partita.
Bedene b. Lorenzi
Paolo Lorenzi partecipava per la terza volta a Shanghai, un torneo che nella nostra intervista post partita ha dichiarato di non amare per l’eccessiva velocità dei campi, che non gli permette di imbastire il suo gioco. Il toscano era reduce da tre sconfitte consecutive nella partita d’esordio nel torneo e il sorteggio, che lo aveva abbinato ad Aljaz Bedene, 48 ATP, per essere un tabellone di un Masters 1000, gli aveva dato una mano per riprendersi: il 28enne sloveno naturalizzato britannico è senz’altro un buon giocatore ed aveva già sconfitto in 2 occasioni su 3 il nostro numero 2, ma a livello di un torneo di questa caratura, poteva andare anche peggio. Non è bastato: è arrivata la quarta sconfitta consecutiva (a Paolo non capitava un tale filotto negativo da aprile 2015) grazie anche all’ottima prova al servizio di Bedene (soli 7 punti concessi quando era al servizio) e a una partenza lentissima di Paolo, che perdeva il primo set in appena 24 minuti. Nel secondo Lorenzi ha fatto gara pari sino al 3 pari, prima di perdere malamente il servizio e di consegnare così il passaggio al secondo turno a Bedene, vincitore col punteggio di 6-1 6-4 in 71 minuti.