Un torneo di tennis, quando è inserito in un contesto di eccellenza funzionale, può trasformarsi anche in un prezioso alleato per l’economia della zona che lo ospita. Al di fuori del mondo Slam, il Masters 1000 di Indian Wells è l’esempio più virtuoso. Uno studio condotto dalla George Washington University ha stimato l’impatto economico generato dallo svolgimento della dieci giorni di tennis californiana sulla “Coachella Valley“, la regione che ospita le strutture dell’Indian Wells Tennis Garden. L’edizione 2017 ha inciso per oltre 400 milioni di dollari ($406,602,107), 32 in più rispetto al rilevamento del 2014 e 187 in più rispetto al 2006.
Come viene calcolato questo dato? Esiste una componente diretta ($262,323,940 nel totale del 2017) – che aggrega gli introiti derivanti dai turisti “dedicati” del torneo, dai fornitori, dagli sponsor e dagli organizzatori del torneo – e una componente indiretta ($144,278,167) che invece stima le redistribuzione di questi introiti nell’economia della regione. Il totale indica una cifra di cui l’economia locale non disporrebbe se il torneo si disputasse in un’altra zona.
Una terza componente che può essere addizionata a quanto già preso in esame è l’impatto del rinnovamento delle strutture dell’Indian Wells Tennis Garden sull’edizione 2017, che fa salire il totale (lordo) a $466,943,364. Includendo il personale utilizzato per i lavori sulle infrastrutture, il torneo ha dato lavoro a 5759 persone.
Non meno positivi i dati che riguardano gli spettatori. Quasi 440.000 spettatori hanno occupato le tribune nell’ultima edizione (per avere un raffronto, all’US Open 2016 sono stati circa 700.000), con una media di 3.09 giorni per spettatore. Il dato più emblematico è probabilmente quello che riguarda la percentuale di spettatori “unici” che non risiede in loco e ha viaggiato per seguire il torneo: l’87% del totale, ovvero 123,675 spettatori. È qui che risiede la chiave del successo del torneo californiano, confermata dal sindaco di Indian Wells Richard Balocco: “L’impatto positivo del BNP Paribas Open sulla nostra città e sull’intera ragione continua a crescere ogni anno, apportando benefici non solo economici ma anche culturali e sociali a residenti, visitatori e ospiti”.
Si può fare un raffronto con gli altri grandi tornei? Il Miami Open, che si svolge a breve distanza (temporale e geografica) da Indian Wells sembra essere il candidato ideale. Il torneo non ha diffuso dati altrettanto dettagliati, ma stima che l’impatto economico del torneo sia di 387 milioni di dollari, quindi leggermente inferiore. Il divario appare sin troppo stretto se si considera qualità delle strutture e incidenza che una manifestazione dello stesso rango può avere nel deserto californiano o nel bel mezzo della Florida.
Per gli Slam la parentesi da aprire sarebbe troppo estesa. È difficile raffrontare quattro tornei che si svolgono in paesi con economie così diverse, in periodi dell’anno così diversi. In termini assoluti Wimbledon è il torneo che “profitta” di più ($79.521M di guadagni nel 2014), ma per introiti totali e impatto economico sul territorio è l’US Open a farla da padrone: l’edizione 2017 avrebbe apportato benefici all’area di New York City per circa 800 milioni di dollari. Fanalino di coda l’Australian Open, che secondo i dati del 2016 contribuirebbe all’economia australiana “iniettando” circa 217 milioni di dollari, pur con un numero di spettatori paragonabili a quelli dello Slam newyorchese (entrambi i tornei si attestano attorno alle 700.000 presenze annue).