Daria Kasatkina si lamenta dell’organizzazione a Mosca: “C’è poca sicurezza”
Il pubblico di Mosca non dovrà dividere il suo tifo. Salta infatti l’ipotesi della finale tutta russa alla Kremlin Cup, trofeo sollevato nelle ultime due stagioni da Svetlana Kuznetsova ai danni di Pavljuchenkova (2015) e Gavrilova (2016). A difendere il giardino di casa sarà questa volta Daria Kasatkina, che supera senza affanni Begu e trova sul suo cammino Julia Georges. La tedesca, alla quarta finale nel 2017, ha stroncato i sogni di Natalia Vikhlyantseva dopo oltre due ore di battaglia. In 24 edizioni del torneo, ben undici volte sono arrivate due russe tra le top four.
Kasatkina ha la meglio in quasi un’ora e mezza su Irina Camelia Begu (finalista qui nel 2014) e conquista così la seconda semifinale stagionale, confermando di vivere un momento positivo. Il primo snodo della partita arriva già nel lunghissimo quinto game (break su servizio Begu), oltre dieci minuti che valgono da libretto di istruzioni per il match. I servizi non sono irresistibili su entrambi i fronti, le seconde risultano attaccabilissime e si tende quindi a giocare nel cuore di ogni scambio. La russa riesce a mettere a frutto le sue variazioni di ritmo sulle giocate difensive e porta a casa il primo set con una strategia lineare: prolungare il palleggio per indurre all’errore la numero quattro di Romania. Begu ci mette anche del suo: 56% di punti vinti sulle prime battute, un tragico 9% sulle seconde che basterebbe già da sé a giustificare il 6-2 maturato in poco meno di 45′. Il secondo parziale inizia con un doppio break e contro break che genera terrore negli occhi di chi si presenta in battuta. La numero 56 del ranking, fresca di successo in doppio a Tianjin, riesce a difendere il turno di servizio solo al termine di un estenuante quinto game, una maratona che le costa però dolori all’avambraccio destro. Chiederà aiuto al fisioterapista. Con la lucidità di lettura che le appartiene, Kasatkina capisce che è il momento di chiudere i conti e abbandona la postazione prevalentemente difensiva per iniziare a entrare nel campo. I colpi in avanzamento puniscono Begu sul piano della mobilità, ma la rumena scrive con le sue mani la sentenza di condanna definitiva: è giusto perdere se ti fai sfuggire sei degli ultimi sette turni di battuta. Kasatkina, che ha iniziato la settimana da numero 28 Wta, arriva così per la prima volta in finale a Mosca dopo aver perso in semi nel 2015 con Pavlyuchenkova.
La sfida con Goerges sarà ricca di spunti di interesse e consegnerà alla vincitrice il pass per l’Elite Trohpy di Zhuhai. Dopo aver fallito i tre tentativi stagionali di alzare un trofeo, questa volta il lieto fine regalerebbe alla ventottenne tedesca un posto tra le top 20 e il numero uno di Germania ai danni di una Kerber in caduta libera. Ha bisogno di tutta la sua esperienza, Julia, per avere la meglio sul piglio combattivo di Vikhlyantseva. Avanti di un break, Goerges si ritrova il primo set tra le mani quando (sotto 4-2) la ventenne di Volgograd scoppia in lacrime e sembra a un passo dal ritiro per il dolore al polso destro. Un problema che si riacutizza dopo averla vista soffrire già nella battaglia di tre ore per superare Cornet. Viene da pensare, sbagliando, che il match possa finire qui. Tutt’altro. La storia cambia incredibilmente nel secondo set, forse per un eccesso di relax della tedesca che crolla nel servizio e va subito sotto di un break, perdendo il controllo del dritto che moltiplica gli errori gratuiti (ben 19). Il secondo set le sfugge di mano per inerzia, complice un crescendo della tennista di casa che sembra aver superato ogni problema di dolore. Vikhlyantseva serve cambiando sempre gli angoli e comanda lo scambio con la maggiore pesantezza di palla, costringendo l’avversaria a monotone ribattute da fondocampo. Scesi dalle montagne russe, il terzo set risulta inizialmente più equilibrato con una maggiore coerenza dei turni di servizio. Goerges ne esce d’esperienza: prima coglie la vulnerabilità della russa sugli spostamenti frontali e va ripetutamente a segno con la palla corta. Poi approfitta del primo turno debole al servizio e si prende il break del settimo game. Pur facendosi rimontare da 5-3 a cinque pari, avrà la lucidità di strappare ancora il servizio decisivo (6-5) per chiudere i conti.
Risultati:
D. Kasatkina b. I. Begu 6-2 6-3
[7] J. Goerges b. N. Vikhlyantseva 6-2 2-6 7-5