Il prossimo Australian Open sarà l’ultimo torneo per il gigante australiano Sam Groth, che dopo appena 13 anni di professionismo ha deciso di concludere con la carriera agonistica. L’annuncio nelle ultime ore: “Ho iniziato a pensare al ritiro dopo Wimbledon. Ero a Newport, un torneo dove in passato ho fatto veramente bene, ma mentre giocavo con Isner una parte di me non voleva essere lì. Non ho mai avuto problemi con la competizione ma con il tempo stare lontano da casa è diventato duro”. Attualmente numero 235, ha un best ranking di 53 nel 2015: “Non ho rimpianti nella mia carriera. Ho giocato sul centrale di Wimbledon, ho fatto il terzo turno in Australia. Se guardo il mio passato trovo la forza per andare avanti più facilmente nel futuro”.
Thanks guys, it’s been one hell of a ride!! https://t.co/9N8cyoZEuS
— Sam Groth MP (@SamGrothMP) October 24, 2017
L’australiano ha deciso di terminare, come Hewitt, la sua carriera agli Australian Open: “Sono eccitato, chiuderò questo libro per sempre e inizierò qualcosa di nuovo. Spero di trovare qualcosa che mi piace molto, sono una persona appassionata e competente e spero di poter fare qualcosa che mi appassioni”. Il ritiro di Groth di certo stupisce per l’età; una scelta totalmente in controtendenza con l’alzarsi dell’età media dei tennisti. Ma evidentemente per il gigante Narrandera il problema è di natura psicologica. Chiude la carriera con zero titoli e zero finali ma detiene ancora il record per il servizio più veloce della storia, 263 Km/h al Challenger di Busan contro il bielorusso Ihnacik.