da Basilea, il nostro inviato
Finora sono state ben poche le sorprese alla St. Jakobshalle di Basilea. Ben sette teste di serie su otto si sono infatti qualificate per i quarti di finale. L’unica testa coronata a saltare è stata l’ottava, nella persona di Mischa Zverev, sorpreso da colpi ficcanti e dai passanti di Leonardo Mayer. Nello spicchio di tabellone lasciato incustodito dal tedesco si è fatto strada a suon di dritti il qualificato Marton Fucsovics. L’ungherese si è guadagnato l’accesso nel main draw, superando in rimonta Franko Skugor e liquidando poi in due semplici set il sempre ostico Florian Mayer. Il percorso nel tabellone principale è stato ancora più autoritario: 6-0 6-1 al giovane Jared Donaldson (qualifcato a Milano per le NextGen di Milano) e poi la seconda vittoria contro un Mayer (stavolta Leonardo), avvenuta per il ritiro di quest’ultimo quando il punteggio era di 3-0 in favore dell’ungherese. Un solo gioco perso in due turni (15-1 il totale), ma soprattutto un livello di tennis decisamente alto e una condizione fisica ottima. Roger Federer ne ha persi 8, Cilic 15 e del Potro16, ovviamente avendo disputato due partite intere.
Curiosamente per Fucsovics questo è il primo quarto di finale a livello ATP. Il dato è sorprendente se si pensa che sette anni fa Marton vinceva il titolo junior a Wimbledon (in finale contro Benjamin Mitchell) e conquistava il trono mondiale under-18. Insomma le premesse erano ottime e i primi successi a livello Challenger (due titoli nel 2013, ad Anning e Andria) lasciavano intendere una carriera di tipo diverso. Come sappiamo però non sempre un brillante passato da junior è garanzia di successo nel circuito maggiore e Fucsovics lo ha scoperto sulla sua pelle. Il 2017 però gli ha portato molte soddisfazioni: altri due titoli Challenger (a Vicenza e Ilkley) e soprattutto la strepitosa prestazione nei play-off di Coppa Davis contro la Russia di Khachanov e Rublev. Oggi lo attende la prova del nove contro Cilic, che finora non ha impressionato. Sognare è lecito.