ATP Bercy, verso Londra: crollano Carreno e Querrey, esulta del Potro
[Q] J. Sousa b. P. Lorenzi 6-4 7-5 (da Parigi, Luca Baldissera)
Nell’autentico “bunker” che è il campo numero 2 di Parigi Bercy, uno spazio non più ampio di una palestra da scuola superiore, l’unico azzurro in gara nel “mille” che chiude la stagione del tennis 2017 (maestri che si sfideranno a Londra a parte), Paolo Lorenzi, esce di scena dopo un match combattuto ed equilibrato. Purtroppo per Paolo, in due-tre momenti chiave della partita un insieme di sfortuna (due nastri a sfavore) e di pallate azzeccate con bravura dall’avversario portoghese Joao Sousa lo hanno condannato alla sconfitta, che archivia un 2017 andato in calando ma comunque non privo di soddisfazioni, su tutte gli ottavi di finale conquistati a New York contro il finalista Kevin Anderson.
Joao scappa subito 3-0 in avvio di match, facilitato da alcune incertezze di Lorenzi (due doppi falli consecutivi che sono costati il break all’italiano), ma subisce un’ottima reazione di Paolo, che si porta 4-3 e servizio con una bella serie di game consecutivi portati a casa a forza di corse e dritti potenti. Ma proprio nel momento in cui sembrava che Sousa potesse perdere il controllo del match (grida ad alta voce, lanci di racchetta, pallate sui teloni di fondo), l’azzurro incappa in un paio di errori gravi, restituisce il break di vantaggio, e finisce poi per cedere nuovamente la battuta e di conseguenza il primo set, 6-4. Peccato, dalle tribunette l’impressione è stata che ci mancasse tanto così a far “sbroccare” definitivamente il fumantino Sousa, ma in particolare un dritto facile fallito malamente da Lorenzi ha rimesso in corsa un avversario che stava decisamente vacillando dal punto di vista psicologico. Coach Claudio Galoppini incoraggia il suo giocatore, dietro a lui siede Corrado Barazzutti. Nel secondo set il gioco procede in modo lineare ed equilibrato, i due contendenti mostrano anche della buona qualità da fondo, loro caratteristica migliore, e Paolo si concede diverse sortite vincenti a rete. Abbastanza all’improvviso, ma sempre a causa di un’incertezza al servizio di Lorenzi (i doppi falli saranno 4 alla fine, ma tutti commessi nei momenti peggiori), il portoghese scappa 5-3 e va a servire per il match. Reagisce di nuovo bene Paolo, con almeno tre punti in difesa e contrattacco da applausi, pareggia 5-5, ma è il suo ultimo sussulto. Sousa si rimette a correre e spingere a testa bassa, si prende gli ultimi due game, e il secondo turno contro Juan Martin del Potro. Arrivederci al 2018 per Lorenzi, che va sempre e comunque applaudito per le gran cose che sta continuando a farci vedere, e per la capacità di migliorarsi anno dopo anno, in barba all’anagrafe.
Sorridente e comunque rilassato, in mixed zone Paolo ha raccontato che fosse per lui, giocherebbe ancora di più, e che la cosa importante è che si sente bene fisicamente. Come al solito simpaticissimo il campione senese, ascoltate l’audio qui sotto!
https://soundcloud.com/ubitennis/lorenzi-giocherei-ancora-di-piu-mi-piace-troppo
Gli altri incontri (da Parigi, Chiara Gheza)
Mentre su Parigi splende il sole, tra le luci soffuse dell’Accor Hotels Arena prende il via sul centrale la sfida tra l’inglese Kyle Edmund e il lucky loser russo Evgeny Donskoy, che deve il suo posto in tabellone proprio al tanto discusso forfait di Roger Federer. Malgrado la presentazione spettacolare dei giocatori all’ingresso in scena, l’atmosfera è ancora tiepida sugli spalti. Sul campo al contrario il gioco si accende. In un match caratterizzato da lunghi scambi e qualche errore di troppo è Donskoy ad avere la meglio per 7 giochi a 5 in un combattuto primo set. Il secondo parziale si svolge sulla falsa riga del primo, ma questa volta Edmund riesce a trascinare al tie-break l’avversario e a restare lucido nel corso dello stesso con tanto di match point annullato, vincendolo. Passata la paura per Kyle il match è ora in discesa. Il terzo set vede l’inglese strappare già nel secondo gioco il servizio al russo. Donskoy tenta di rimanere aggrappato all’incontro, ma Edmund non vuole rischiare oltre e si concentra sui propri turni di battuta, vincendo il parziale decisivo con il punteggio di 6-3. Ad attenderlo ora Jack Sock.
Il campo numero uno vede invece in apertura di giornata la vittoria di Diego Schwartzman su Viktor Troicki. L’argentino fin dai primi scambi copre la superficie di gioco correndo in ogni direzione e recupera i colpi tirati dal serbo, meritandosi gli applausi dell’appassionato pubblico. Il risultato è che, mentre Viktor con il passare dei minuti diventa sempre più nervoso, Diego acquista fiducia e, dopo aver vinto il primo parziale, aumenta l’intensità di gioco andando a conquistare anche il secondo set con il punteggio di 6-3. Per lui nel prossimo turno ci sarà John Isner. Sullo stesso terreno di gioco è poi la volta di Pablo Cuevas e Karen Khachanov. Gli spalti sono davvero a ridosso del campo e per tale ragione il numero uno è un campo molto amato dal pubblico. Il secondo incontro di questo martedì vola però via veloce: l’uruguayano infatti gioca in modo preciso e ha la meglio in un primo set costellato da molti errori di Khachanov. I due giocatori in passato si erano incontrati solamente a Barcellona la scorsa primavera e in quell’occasione la vittoria era andata al russo. Oggi però Pablo non intende ripetere tale esperienza e continua a difendersi alla grande sugli attacchi di Karen. Il secondo parziale non ha storia: un solido Cuevas va a servire per il match sul 5 a 2 e chiude approfittando dell’ennesimo errore avversario al termine di uno scambio infinito. Ora lo aspetta la sfida contro Albert Ramos Vinolas.
Sul centrale scende in campo il primo francese del giorno: Pierre-Hugues Herbert che sfida il veterano spagnolo Feliciano Lopez. La partita è frizzante fin dai primi scambi. Un tweener vincente di Herbert strappa gli applausi del pubblico.
Trick or treat? How about both! Gorgeous 'tweener from @p2hugz 👏🎃 pic.twitter.com/ncFtqHEIgx
— Tennis TV (@TennisTV) October 31, 2017
Feliciano serve per il primo set sul punteggio di 5 giochi a 4 ma il padrone di casa scalda l’atmosfera riuscendo a piazzare un break entusiasmante. Feliciano pur contrariato non si scompone e attende pazientemente il tie-break nel corso del quale riesce a far valere tutta la sua esperienza. Il secondo set continua a regalare colpi divertenti e scambi interessanti. Lopez scende più volte a rete per la gioia degli occhi di tutti gli appassionati. Herbert ha però perso la fiducia che l’aveva accompagnato nel primo parziale e permette così a Feliciano di chiudere in scioltezza per 6-3. Lo spagnolo troverà sul suo cammino il giocatore di casa, Lucas Pouille. In conferenza stampa, il simpatico PierUgo ci ha raccontato che “non è mai facile giocare contro Feliciano, il campo è veloce e lo slice funziona molto bene, ma io mi sentivo scarico fin dall’inizio, probabilmente ho pensato troppo mentre ero in campo, mi succede spesso quando gioco gioco contro avversari come lui. A Paul-Henri Mathieu (che ha salutato definitivamente il tennis oggi perdendo il match di doppio in coppia con Paire n.d.r.) posso solo dire grazie per quello che ha fatto per il tennis francese, gli auguro una vita bella e normale. Perché quella che ha avuto finora proprio normale non è stata!”.
Bastano un’ora e otto minuti di gioco a Borna Coric per avere la meglio sul tedesco Jan-Lennard Struff. Il croato piazza un break per set e tanto gli è sufficiente per conquistare la vittoria finale. Coric trova infatti un’ottima giornata al servizio concedendo una sola palla break a Struff proprio nell’ultimo game dell’incontro. Borna serve per il match e per pochi secondi abbassa la guardia, ma l’illusione per Struff dura un attimo: il croato cancella la palla break e va a prendersi il secondo turno al Rolex Paris Masters, dove ad attenderlo trova il connazionale Marin Cilic. Nel tardo pomeriggio, su un campo numero uno dal pubblico molto caloroso, si incontrano per la seconda volta in carriera Fernando Verdasco e il giovane russo Andrey Rublev. Nella prima occasione a Barcellona 2015 non fu proprio tutto rose e fiori per l’allora diciassettenne russo che vinse e si prese del maleducato dal veterano iberico. Tra i due ora pare tornata la pace anche se sul terreno di gioco si prendono a pallate per l’intera partita. A parità di palle break trasformate (2 a testa) sono necessari a Fernando due tie-break giocati sul filo dell’equilibrio per prendersi la rivincita su Andrey. Lo spagnolo si affida alla propria esperienza per gestire al meglio la tensione nei momenti importanti mentre Rublev commette qualche errore gratuito di troppo sui punti decisivi. Verdasco scarica tutta la tensione nell’esultanza finale che accompagna la sua discesa a rete per dare la mano all’avversario. Ora per lui il sudafricano, finalista a New York in questo 2017, Kevin Anderson.
Little court, big atmosphere! 🔥@FerVerdasco edges out Andrey Rublev in a thriller…#RolexPMasters pic.twitter.com/54dfe1KXdY
— Tennis TV (@TennisTV) October 31, 2017
Chiude il programma diurno di singolo sul campo centrale, nonché il primo turno del Paris Rolex Masters 2017, la vittoria del francese Adrian Mannarino su un combattivo David Ferrer, ex campione a Bercy nel 2012. Dopo un primo parziale perso malamente, lo spagnolo vende cara la pelle nel secondo set. David arriva sul tre pari recuperando un break di svantaggio ma proprio nel corso del settimo gioco perde nuovamente il servizio e frantuma la racchetta sul campo (gesto inusuale per il sempre educatissimo Ferrer). Il match termina qui, Mannarino si prende la vittoria finale e vola al secondo turno dove incontrerà il belga David Goffin.
Il pomeriggio sul campo numero uno si conclude con la sorprendente affermazione di Filip Krajinovic su uno spento Sam Querrey. Il venticinquenne serbo, da sempre dotato di un notevole talento nell’accelerare la palla, così come noto a tutti gli addetti ai lavori, potrebbe aver finalmente trovato la sua strada verso il tennis che conta. Nel 2017 Filip era partito dalla posizione numero 234 della classifica ATP, attraverso ben 5 vittorie challenger ha raggiunto proprio questo mese il best ranking di numero 75. Ora dopo il secondo turno al torneo 250 di Mosca lo troviamo al terzo di un Masters 1000. Krajinovic ha imposto il suo gioco fin dai primi scambi mandando fuori giri l’avversario. Querrey dopo aver perso il primo set e essersi fatto rimontare un break in apertura di secondo ha cominciato a mostrare segni di resa, ma soprattutto di nervosismo: a pagarne le spese una povera pallina. Il periodico 6-4 finale rispecchia perfettamente la netta supremazia che Filip ha mostrato durante tutto l’incontro. Ora il serbo sfiderà Nicolas Mahut, che ha fatto fuori l’altro pretendente alle Finals Carreno Busta.
[5] D. Thiem b. [LL] P. Gojowczyk 6-4 6-7(3) 6-4 (Andrea Ciocci)
Peter e un cognome che è uno stridio di consonanti. Dominic e la sua sfiancante battaglia contro il cemento. Erano i motivi di interesse, chiaramente non in quest’ordine, proposti dall’incontro che chiudeva il programma della seconda giornata del masters 1000 di Bercy. Un match teso, che ha visto Thiem prevalere sul tedesco Gojowczyk. Se grafia e pronuncia del cognome del tennista di Monaco preoccupavano solo telecronisti e correttori di bozze, la “questione del duro“, superficie avara di soddisfazioni per le ampie aperture dell’austriaco, aveva ben altra rilevanza. E per l’ennesima volta Thiem ha mostrato colpi poco efficaci a livello biomeccanico su questi campi. Il primo set registra una prevalenza dell’austriaco, più marcata di quanto non dica il punteggio. Nessun punto perso quando serve la prima, qualche elegante palla corta e alcune efficaci sortite a rete. Il tedesco sbaglia poco, ma non può pensare di spuntarla non impensierendo mai il rivale nei suoi turni di battuta. Dominic galleggia nelle acque del “quanto basta”. Un break sul 2-2 per chiudere la frazione sul 6-4. Ma Gojowczyk non molla. D’altronde, ha appena toccato il suo best ranking (62) e ha vinto il mese scorso il torneo di Metz. Nel secondo parziale i due scambiano di più. Ma la maggior propensione all’errore del teutonico è una pesante cambiale che non può essere onorata. Sul 5-5 arriva il break, grazie anche a un magnifico lob di dritto piazzato sulla riga dall’austriaco. Che incredibilmente, gioca un game horror, sprecando tre matchpoint consecutivi prima di farsi strappare il servizio. Il successivo tie-break mostra tutto l’imbarazzo del numero 6 del mondo sul duro, difficoltà acuita a dismisura dalla tensione. Fra risposte sparacchiate a caso e atteggiamento troppo passivo, Thiem consente all’avversario di allungare la partita al set decisivo. La battaglia di nervi continua. Peter non vuole cedere sul più bello. Ma, sul 4-5, commette un paio di errori fatali. Consegnando il match al più quotato avversario. Che certamente non può essere contento del livello espresso. Ora lo attende il vincente di Verdasco-Anderson. E sarà molto più dura.
Risultati:
Primo turno
D. Schwartzman b. V. Troicki 6-3 6-4
K. Edmund b. [LL] E. Donskoy 5-7 7-6(7) 6-3
[Q] J. Sousa b. P. Lorenzi 6-4 7-5
P. Cuevas b. K. Khachanov 6-4 6-2
F. Lopez b. [WC] P.H. Herbert 7-6(4) 6-3
A. Mannarino vs D. Ferrer 6-2 6-4
[Q] B. Coric b. [Q] J.L. Struff 6-3 6-4
F. Verdasco b. A. Rublev 7-6(1) 7-6(6)
Secondo turno
[Q] F. Krajinovic b. [10] S. Querrey 6-4 6-4
[WC] N. Mahut b. [8] P. Carreno Busta 6-4 6-1
[5] D. Thiem b. [LL] P. Gojowczyk 6-4 6-7(3) 6-4