E chi se lo sarebbe aspettato che Julien Bennetau, classe 1981, n.83 del ranking ATP, alla sua ultima apparizione al Masters 1000 di Parigi-Bercy potesse arrivare in semifinale, battendo tre Top 15 uno dietro l’altro? Nessuno, probabilmente a partire da lui stesso. “Avevo già battuto giocatori con un ranking più alto del mio. Ma quello che ho fatto qui non lo avevo mai fatto prima”, ha ammesso Julien ai giornalisti francesi in una rilassatissima conferenza stampa dopo la sua clamorosa vittoria in due set (7-6 7-5) nei quarti di finale contro Marin Cilic. Un successo ottenuto grazie all’intelligenza e alla tattica, visto che con il suo metro e ottantacinque il tennista di Boulogne Billancourt non è stato mai dotato di grande potenza. “Contro Goffin (in ottavi ndr) è stato incredibile, colpivo la palla bene e avevo sensazioni fantastiche. Oggi ho giocato a tennis in maniera saggia. Dovevo adattarmi ed essere intelligente in alcuni momenti dell’incontro. Specialmente al servizio, dovevo stare attento alla direzione. E poi ci sono stati l’aspetto fisico e quello mentale. Tutto sommato è stato il miglior match da me giocato in carriera”.
E di match ne ha giocati tanti in carriera il transalpino: 546 in totale sul tour maggiore con ben 285 sconfitte ma anche 261 vittorie. Quella contro il gigante croato, campione degli US Open tre anni fa, ha tuttavia sicuramente un sapore speciale. Ma come si posiziona rispetto a tutte le altre? “Credo che questo successo si posizioni abbastanza in alto in tutto quello che ho ottenuto nella mia carriera”, ha detto Benneteau, che una semifinale in un 1000 in realtà l’aveva già ottenuta, A Cincinnati nel 2014. “Quando sarà finita vedremo in quale posizione sarà. È un po’ presto per dirlo. Ma certo, a livello individuale, penso di non aver mai provato un’emozione così grande su un campo da tennis”. La gioia di questo successo è stata probabilmente amplificata dal fatto di giocare in un Palais Omnisport di Bercy come sempre gremito di tifosi francesi pronti ad incitare i loro beniamini. “È un’arena pazzesca. C’è un sacco di rumore e sentiamo la folla molto vicina. È fantastico giocare in uno stadio come questo pieno di gente. È uno degli stadi più belli in Francia e in Europa e avere l’opportunità di giocare in un torneo come questo è magico”, ha commentato Julien.
E ora che succede? La favola proseguirà e Benneteau otterrà quello che sarà indiscutibilmente il suo miglior risultato in singolare in carriera? O si interromperà in semifinale di fronte alle frullate di dritto dello statunitense Jack Sock? Il galletto è determinato a non fermare la sua corsa in semifinale. “Come ho detto ieri, se pensassi a qualcos’altro che non sia il match di domani sarei uno stupido. Quindi cercherò di non essere stupido e fare di tutto per essere pronto per domani”, ha affermato infatti Julien. Potrebbe essere anche un’occasione per finalmente spezzare la maledizione che lo ha visto sempre perdente nelle 10 finali disputate a livello ATP.
Di sicuro il veterano transalpino non cambierà idea riguardo al suo ritiro nella prossima stagione, nonostante questa magnifica cavalcata parigina. Dietro i microfoni della sala stampa, Julien ha spiegato le motivazioni che lo hanno portato a prendere questa decisione, apparentemente definitiva. “Gli ultimi due anni sono stati difficili per me. Non avevo molte soddisfazioni. Al contrario ogni settimana era frustrante e deludente”, ha raccontato l’ex n.25 del ranking ATP. “Poi lo scorso anno è arrivata la finale in doppio a Wimbledon e sono stato selezionato per la Davis a marzo. In quel momento mi sono reso conto che tutto quello che avevo fatto era servito. Successivamente, quando ho avuto difficoltà nei Challenger o quando giocavo male, quello che mi motivava erano gli Slam, nonostante anche lì facessi fatica a vincere degli incontri. Certe volte ho avuto dei sorteggi sfortunati. Ma alla mia età non è semplice andare avanti. In fondo, voglio anche passare più tempo a casa insieme a mia moglie e mio figlio. Il tennis ti porta ad essere sempre in viaggio se vuoi ottenere dei buoni risultati. Ti richiede sforzi e investimenti e io non voglio fare le cose a metà”.
In ogni caso questo risultato gli darà la garanzia di scegliere dove e come ritirarsi. E con tutto il rispetto possibile, ogni tennista preferirebbe giocare il suo ultimo match in un Major rispetto ad un campo secondario di un Challenger. “Non so quale sarà il mio nuovo ranking ma sarà un lusso incredibile, perché significa che quando mi ritirerò sarà in un tabellone principale. Anche se non giocherò molto prima dovrei essere dentro a Wimbledon. Quindi sì, Wimbledon sarà il mio ultimo torneo. Giocherò anche per l’ultima volta il Roland Garros, sperando di non infortunarmi. A 36 anni non potevo chiedere di meglio”, ha spiegato Benneteau, rivelando così i suoi attuali piani per il 2018. E se lo merita pure di concludere il proprio viaggio sul tour in maniera dignitosa questo operaio della racchetta, che ha vissuto molto spesso nelle retrovie e di luci della ribalta ne ha viste decisamente poche. Chissà che non lo faccia addirittura con il titolo del Masters 1000 di Bercy in bacheca. “Negli ultimi due anni ho lavorato molto. Ho fatto tutti i sacrifici. Quindi mi merito tutto quello che sta succedendo“.