Il sipario sui convocati di Yannick Noah per la finale di Coppa Davis si aprirà martedì. L’hashtag è già pronto (#TousEnBlue), un po’ meno le scelte del capitano. Il 2017 del tennis transalpino lascia adito a dubbi e le gerarchie non sono ancora ben chiare, al netto del forfait certo di Monfils.
L’INTOCCABILE – Si riparte da Tsonga, ovviamente. Trascinatore in semifinale contro la Serbia, il numero 15 del mondo sarà certamente uno dei due singolaristi. In verità, da Bercy non sono arrivate buone sensazioni se si pensa al ko arrivato al primo turno contro Benneteau. Tsonga ha rischiato di perdere il numero uno di Francia, ma lo sguardo era rivolto altrove: “Devo riposarmi, la cosa più importante è la Coppa Davis”. Le settimane immediatamente precedenti erano state però incoraggianti. Il successo ad Anversa, poi la finale di Vienna persa da Pouille. Gli scricchiolii sono arrivati al cospetto dei connazionali.
IL BALLOTTAGGIO – Il vero dubbio è sul secondo singolarista. Noah non ha mai schierato la stessa coppia. Gasquet e Simon a Tokyo, Pouille e Chardy contro la Gran Bretagna, Pouille e Tsonga in semifinale. Yannick non sembra vedere particolarmente Mannarino, convocato una sola volta (da quinto uomo) contro la Serbia. Se la giocano Pouille e Gasquet. La campagna elettorale è stata imponente per entrambi. “Per la Davis faccio di tutto, posso giocare il singolare, il doppio, volendo porto anche gli asciugamani”, le parole dell’ex top ten. Che rassicura: “Due anni fa, al picco della mia carriera, non giocavo bene come adesso”. Pouille, dopo il titolo a Vienna (terzo in stagione), ha annunciato: “Voglio arrivare a Lille al 200%”. Il senso dell’autocandidatura era rassicurare tutti dopo l’infortunio muscolare alla coscia sinistra che l’ha frenato nel match perso con Sock. “Niente di serio, altrimenti non sarei sceso nemmeno in campo”.
OUTSIDER – Benneteau, dicevamo. Parigi – dove ha steso tre top 15, Goffin compreso – ha raccontato che è decisamente il più in forma. “Non so se sono tornato tra i candidati, ho solo una piccola possibilità”, ammette Julien. Per il 35enne di Bourg en Bresse un solo cap in questa Davis, nel doppio contro la Gran Bretagna. E andò bene, in coppia con l’intoccabile Mahut. Difficile però ipotizzare una rinuncia alla coppia titolare nella sfida più importante. Il borsino sorride a Pierre-Hugues Herbert.