dalla nostra inviata a Milano
[4] B. Coric (CRO) vs [1] A. Rublev (RUS) (incontro inedito)
Scontro inedito che sa di finale. Le Next Gen Finals hanno ridato linfa vitale non solo al nostro Gianluigi Quinzi, ma anche a Borna Coric. Il croato infatti dopo il primo titolo ATP conquistato quest’anno a Marrakech e i due quarti di finale a Madrid e Wistom Salem, ha racimolato quasi solo sconfitte nei primi turni, anche a causa di un infortunio a metà stagione. Le Finals under 21 lo hanno invece consacrato come uno dei candidati alla vittoria. Durante il torneo il ventenne di Zagabria ha dimostrato di avere la maturità (mentale e fisica) per poter affrontare chiunque tra i suoi coetanei. Ogni volta che Borna ha calcato lo scenario della riproduzione della Scala di Milano, dai suoi occhi trapelava una ferrea determinazione. Il croato ha spazzato via Donaldson e Medvedev, lasciando il primo a secco di set e concedendo al secondo solo le briciole. L’unico ad aver messo in difficoltà Coric è stato il numero due del seeding, Karen Khachanov, che lo ha costretto ad una battaglia al quinto set. Proprio in quest’ultima partita, in cui era sfavorito in partenza e anche all’inizio del match trovandosi sotto di due set, Coric ha incantato il pubblico meneghino con una remuntada inaspettata. Grazie ad una solidità mentale da tennista navigato, Borna si è rimboccato le maniche, difendendo palla su palla fino a far andare fuori giri i colpi potenti di Khachanov, per poi infilare delle stoccate finali di dritto irraggiungibili.
Andrey Rublev, testa di serie numero uno, all’inizio delle Finals era candidato alla vittoria. Il 2017 ha regalato al russo il suo primo titolo ATP a Umago (in finale contro il nostro Paolo Lorenzi), il best ranking (35), l’ascesa straordinaria fino ai quarti di finale agli US Open e a Pechino. Durante il corso del torneo è incappato dapprima in un Quinzi, che lo ha costretto agli straordinari, portandolo al quinto set, poi in un Chung infallibile tanto da rifilargli un secco 3-0, fino ad arrivare all’incontro più bello di questa prima edizione delle Next Gen Finals, quello contro Shapovalov, sconfitto anche lui in cinque set molto combattuti. A differenza del suo avversario, Andrey ha dovuto faticare non poco per raggiungere la semifinale, ma alla fine il suo tennis aggressivo, la sua potenza nei colpi sono stati premiati.
Da una parte un difensore dalla tempra d’acciaio, dall’altra l’impeto esplosivo di un attaccante da fondo. Rublev ha un gioco più spettacolare, fatto di dritti e rovesci potenti ed esplosivi, ma spesso eccessivamente energici, a discapito della precisione. Coric, invece, è decisamente più regolare e la chiave dell’eventuale vittoria potrebbe essere quella di trasformarsi in un muro, ribattendo le bordate del russo fino a farlo andare fuori palla. D’altro canto il moscovita potrà fare leva sul suo sevizio (raramente al di sotto dei 200 km/h) per comandare il gioco. “L’attacco fa vendere i biglietti, ma la difesa fa vincere la partita”, diceva un certo John Madden. Sarà vero anche in questa partita tra giovani rampanti?
[6] H. Chung (KOR) vs [7] D. Medvedev (RUS) (incontro inedito)
La seconda semifinale vede opposti due campioni del futuro a cui manca il titolo nel circuito maggiore. Il numero 54 del ranking, Hyeon Chung, quest’anno ha ottenuto ottimi risultati: dalla semifinale di Monaco ai quarti di finale a Barcellona fino ad arrivare al terzo turno nel Master 1000 di Montreal. Dalla testa di serie numero 6 del tabellone, con i favoriti Rublev, Khachanov e Shapovalov in corsa, nessuno si sarebbe mai aspettato un exploit del genere dal timido coreano. Hyeon ha destato simpatia per la sua bonaria ingenuità e spontaneità: emblematico l’episodio alla fine del match con Rublev in cui Chung non sapeva di essersi qualificato con una giornata d’anticipo. Il viso da ragazzino ancora con l’apparecchio ai denti, contrasta con il suo fisico prestante e soprattutto con il suo gioco impeccabile. Hyeon non sbaglia un colpo: è preciso, costante ed equilibrato, aggressivo nei momenti più opportuni e tenace fino all’ultimo punto. In questo torneo non ha mostrato segni di debolezza, non pago ha vinto anche l’incontro con Quinzi, nonostante avesse già ottenuto il pass per le semifinali e stesse sotto di un set.
Dall’altra parte della rete c’è Daniil Medvedev, un buon giocatore, ma tra i quattro è probabilmente il meno talentuoso. Protagonista di due episodi sgradevoli con un arbitro e un giudice di sedia, nel capoluogo lombardo si è presentato come un ragazzo pacato, capace di dire la sua senza essere presuntuoso, così come ha dimostrato di essere quando gli è stato chiesto un parere sulle nuove regole delle Next Gen Finals. Medvedev è stato l’unico del girone B a cedere un set a Donaldson, complice anche la tensione visto che la vittoria del match lo avrebbe tenuto in corsa per le semifinali. Sconfitto da Coric, ha dimostrato coraggio da vendere contro Khachanov, battuto in quattro set in maniera del tutto inaspettata. Daniil ha servizio e rovescio bimane molto potenti, un dritto ancora in fase di rodaggio, ma soprattutto pecca nel gioco a rete, che potrebbe sfruttare di più data la sua altezza (198cm) e la battuta, spesso arma vincente. Contro Chung parte da sfavorito: il coreano infatti cercherà di giocare sul dritto del russo e di farlo spostare da una parte all’altra del campo. Tuttavia Medvedev potrà utilizzare come chiave di volta le leve lunghe per cogliere Chung alla sprovvista, togliendo il tempo all’avversario per evitare di fare il tergicristallo in campo. Il numero sette del seeding ha coraggio da vendere, chissà se basterà contro l’infallibile (per ora) Hyeon Chung.