Gruppo Becker (2a giornata)
ATP Finals: Sock si riscatta, Cilic è fuori
[2] R. Federer b. [3] A. Zverev 7-6(6) 5-7 6-1 (dal nostro inviato a Londra)
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Un ulteriore ritocco al libro dei record, di cui è già ampiamente la firma di punta: Roger Federer si qualifica per la quattordicesima volta alle semifinali delle Finals, in quindici partecipazioni. Solo nel 2008 mancò l’appuntamento, quando nel round robin batté Radek Stepanek (che oggi ha dichiarato conclusa la sua carriera) e perse contro Andy Murray e Gilles Simon. Lo svizzero passa il girone con un turno di anticipo, superando in tre set di alto livello Sascha Zverev, numero tre del mondo alla sua prima apparizione a Londra.
Sedici anni di differenza che sulla carta avrebbero potuto costare caro a Federer nel terzo set, e invece ancora una volta si sono rivelati un bagaglio di esperienza immenso e inestimabile. Zverev reagisce con enorme forza mentale nel secondo set, quando l’incontro stava già avviandosi verso la conclusione, ma si spegne nel parziale decisivo, cedendo tre volte il servizio che fino ad allora era stato difficilissimo da gestire. Terzo successo in cinque confronti diretti per Federer, che aveva perso l’ultimo in estate nella finale di Montrèal, quando dolori alla schiena lo costrinsero a mezzo servizio.
La vittoria di Sock nel pomeriggio consegna a Federer le chiavi della semifinale, cui avrebbe acceduto comunque vincendo in due set: splendido lo sforzo di nervi in chiusura di primo set, quando al tie-break Roger si ritrova sotto 0-4 prima di infilare un pauroso parziale di 16-3 che lo porta addirittura a condurre di un break nella seconda frazione. Nel mezzo, un set point annullato quando Zverev non contiene un dritto incrociato che termina in corridoio. Arena gremita, nettamente schierata dalla parte dello svizzero, campione alle Finals per sei volte in carriera: addirittura molesto il tifo, che costringe l’impeccabile arbitro Dumusois a richiamare l’ordine per schiamazzi e flash sugli spalti, stanti le lamentele di Zverev.
Federer gioca un incontro di qualità, sebbene non straordinario, cercando con insistenza il dritto dell’avversario già dal servizio, per evitare di rimanere impantanato sulla diagonale sinistra, lontana dai fasti di inizio anno per la diversa (e media) velocità del campo. Si rivede frequente lo slice (secondo una statistica addirittura il triplo rispetto a quanto giocato finora in stagione), che Zverev cerca di impattare al meglio piegandosi fino a sfiorare il suolo con le ginocchia, dimostrando una mobilità non comune per i suoi due metri, ma spesso non riesce a gestire. Il tedesco, che approfitta dell’unico passaggio a vuoto di Federer in chiusura di secondo set, fallisce l’allungo che sembrava imminente ad inizio di terzo parziale, e perde l’incontro sul piano psicologico, quello che invece ha dimostrato di padroneggiare alla grande nel match d’esordio contro Cilic: un solo game conquistato nel set decisivo, inutile una palla break non convertita quando Federer era già in vantaggio 4-1. Si chiude in due ore e dodici minuti.
Lo svizzero, che in tutto ha giocato dieci finali qui, ha perso tre volte in semifinale in carriera: 2002 (Hewitt), 2009 (Davydenko) e 2013 (Nadal). Nel terzo incontro del girone troverà Marin Cilic, già eliminato, per una amichevole utile solo per le statistiche. Zverev avrà invece di fronte Jack Sock, che da apparente turista si è trasformato in candidato a passare il round robin: chi vince, infatti, è in semifinale. 1-1 i precedenti, giocati entrambi nel 2016.
Gruppo Becker (1a giornata):
Gruppo Sampras (1a giornata):