Rafael Nadal non proseguirà il suo cammino alle Finals di Londra, fermato, ancora una volta, da un problema al ginocchio. Tra ritiri anticipati e forfait a metà corsa, è la sesta defezione delle spagnolo al torneo dei maestri. Un dato che sottolinea, sempre più, lo scarso feeling di Rafa con la manifestazione di fine anno.
In questa statistica, postata gentilmente dal nostro utente The Swiss Turista, viene elencato il cammino di Nadal post US Open stagione dopo stagione a partire dal 2005. I dati sono eloquenti, in sedici anni di carriera lo spagnolo solo nel 2005 è riuscito a vincere un torneo dopo le fatiche newyorchesi. In realtà ne vince due, e arriva anche il primo titolo indoor della carriera. A Madrid supera in finale Ljubicic, all’epoca numero 12 del mondo, e porta a casa il titolo senza dover superare nessun top 10. Per completezza, inoltre, sono due in totale i titoli indoor di Nadal in carriera, l’altro arriverà a San Paolo 2013, ma su terra (batte Nalbandian in finale dopo aver superato Souza, Berlocq e Alund). Cinque, invece, le finali indoor perse: 2007 Bercy, da Nalbandian con tanto di bagel al secondo set; 2009 a Rotterdam, contro Murray (anche qui bagel al terzo); 2010 al Master, perde da Roger; 2013 al Master, da Djokovic dopo aver superato Federer in semi; 2015 a Basilea, da Federer.
2005: W Pechino, W Madrid, poi infortunio e non gioca Bercy e Masters.
2006: R16 Stoccolma, QF Madrid, salta Bercy, SF Masters Cup.
2007: QF Madrid, F Bercy, SF Masters Cup.
2008: SF Madrid, QF Bercy, poi infortunio e salta il Masters.
2009: SF Pechino, F Shanghai, SF Bercy, esce nel RR al Masters con 3 sconfitte in 2 set.
2010: SF Bangkok, W Tokyo, R16 Shanghai, salta Bercy, F al Masters.
2011: F Tokyo, R16 Shanghai, esce nel RR al Masters con 1 sola vittoria su Fish.
2012: non gioca nessun torneo dopo Wimbledon
2013: F Pechino, SF Shanghai, SF Bercy, F Masters Cup.
2014: QF Pechino, R32 Shanghai, QF Basilea, poi infortunio e salta Bercy e Masters.
2015: F Pechino, SF Shanghai, F Basilea, QF Bercy, SF Masters Cup.
2016: QF Pechino, R32 Shanghai, fine stagione.
2017: W Pechino, F Shanghai, QF Bercy, ritirato al Masters per infortunio.
Insomma, a leggere tutti i risultati ne vien fuori una cosa ben precisa: parlare di maledizione al Master è semplicemente riduttivo. Certo, si può discutere quanto si vuole che il Master si giochi solo indoor ma il problema di Nadal è da cercare molto più a monte. Tutti sanno che lo spagnolo in carriera ha portato a casa ben 75 titoli, se solo il 2,6% è arrivato in un palazzetto forse il problema non sono solo le condizioni di gioco. C’è anche il calendario, è vero, il maiorchino troppo spesso arriva agli appuntamenti di fine anno troppo logoro, anche perché durante la stagione più dura – quella sulla terra – chi arriva sempre in fondo è lui. Senza considerare inoltre quanto sia dispendioso il suo gioco rispetto a quello degli altri. Forse, senza cercare troppe articolazioni, nella carriera di ogni tennista ci sono delle priorità, ovviamente in base alle caratteristiche di gioco: quelle di Nadal non hanno il tetto sulla testa. Ovvio che lo spagnolo non lo dirà mai, anche perché non sarebbe nemmeno nella sua indole di lottatore. A Nadal piace provarci sempre, è risaputo. Ma se Federer salta l’intera stagione su terra per preservarsi dove sa di avere più chance perché Nadal non dovrebbe fare lo stesso?
Piuttosto c’è rammarico proprio per questo 2017 che meritava l’ultima sfida contro lo svizzero al torneo dei maestri. Rafa fino a Shanghai era in buona forma, forse ottima. Ma purtroppo dopo la tournèe asiatica il ginocchio ha detto: “Basta. La stagione è finita”. È andato a Bercy solo ed esclusivamente per avere la certezza di essere numero uno al termine della stagione. Sapeva che altrimenti avrebbe perso il primo posto a Londra. Come non biasimarlo, il suo cammino nel 2017 è stato incredibile, al pari con Federer, sapeva di avere solo una chance di restare numero uno e ha preferito prenderla al volo. Dopo tutto se il suo corpo gli permetteva di essere in grado di difendere il n.1 a Parigi andava fatto. Probabilmente ha sacrificato Londra per questo ma restano scelte di carriera.
L’anno prossimo, per Nadal, le primavere saranno 32: difficilmente avrà ancora una chance di chiudere il cerchio magico dei successi vincendo anche le ATP Finals. L’ultima finale è arrivata ben quattro anni fa, la seconda della carriera dopo il 2010. Inutile girarci intorno: il Master non sarà mai il torneo di Nadal e forse è giusto anche così.