Non è stato un anno facile per Milos Raonic. Prima gli infortuni a ripetizione, che lo hanno costretto a chiudere anticipatamente la stagione agonistica, con la conseguente caduta libera in classifica, dal numero 3 al 24. Ora la separazione dallo storico coach, Riccardo Piatti, cui lo legava una proficua relazione professionale iniziata 4 anni fa. La notizia è arrivata per bocca, anzi tastiera, dello stesso allenatore comasco. Che l’ha affidata a un tweet carico di ringraziamenti e auguri rivolti al 26enne canadese di origine montenegrina.
Thank you @milosraonic for these fantastic years…#tennis pic.twitter.com/hfur5ssvVI
— Riccardo Piatti (@RPiatti) November 14, 2017
“È stata un’avventura fantastica”, scrive Piatti nel suo post, “ma è ora di affrontare nuove sfide”. Se l’ex coach di Ivan Ljubicic, si riferisca a un’altra giovane promessa da traghettare nelle alte sfere del tennis mondiale o alla sua accademia di Bordighera non è dato sapere. Quel che è stato già consegnato alla cronaca, è l’impetuosa cavalcata di Raonic, che le sapienti mani di Piatti hanno trasformato da quell’acerbo servebot degli esordi nel giocatore capace di raggiungere il ranking più alto, la posizione numero 3, mai toccato da un tennista canadese. L’acme è stata toccata lo scorso anno, con la finale di Wimbledon, dove Milos viene fermato a un passo dal sogno da Andy Murray. In mezzo, tanti bei risultati, prevalentemente sul cemento, la superficie d’elezione. Un percorso fatto di piccole tappe e di un arricchimento del bagaglio tecnico che lo rendesse meno dipendente dalla sua devastante battuta. A testimoniare la crescita, i buoni risultati sulla terra battuta, frutto di un notevole lavoro sugli spostamenti. Oltre alla finale ai Championships, il binomio con Piatti ha fruttato 3 titoli, Washington 2014, San Pietroburgo 2015 e Brisbane 2016. E diversi piazzamenti negli Slam, come le semifinali agli Australian Open 2016 e i quarti al Roland Garros 3 anni fa.
Consensuale o meno, la separazione arriva in un momento molto delicato della carriera del tennista dell’Ontario. Mentre all’orizzonte si staglia l’ingombrante figura del connazionale Denis Shapovalov, giovanissimo Next Gen dal tennis divertente e dal notevole appeal mediatico, Milos è fermo nel bacino di carenaggio dal torneo di Tokyo. E recentemente si è lasciato andare a considerazioni sull’eccessiva lunghezza della stagione tennistica. Fra le cause, a suo dire, dei tanti ritiri che hanno caratterizzato il 2017. Dal canto suo, Piatti augura al suo ex pupillo “i più grandi successi”. Il tennis, prima ancora che il Canada, ne ha bisogno. Gli stessi auguri rivolgiamo a Riccardo Piatti, mentore di alcuni dei migliori giocatori italiani, Furlan, Caratti e Camporese su tutti. E coach di caratura internazionale. Una delle figure più spendibili nel panorama italiano.