[6] G. Dimitrov b. [7] D. Goffin 7-5 4-6 6-3 (dal nostro inviato a Londra)
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La vittoria più importante, di una carriera marchiata a fuoco da una somiglianza troppo palese. Grigor Dimitrov supera in tre set David Goffin per laurearsi Maestro, alla sua prima partecipazione assoluta alle Finals. L’ultimo esordiente a vincere era stato Alex Corretja nel 1998. Un match vibrante e di qualità media, segnato da evidenti tracce di tensione specialmente in avvio e in chiusura. Goffin dà tutto, galvanizzato dalle vittorie su Federer e Nadal dei giorni scorsi (il sesto della storia a battere entrambi nello stesso torneo), ma capitola pur avendo avuto occasioni importanti nel parziale decisivo. Dovrà recuperare energie fisiche, e soprattutto mentali, in vista della finale di Coppa Davis che lo vedrà impegnato a Lille il prossimo weekend.
Il dritto di Goffin è l’arma regina, contrariamente a quanto visto durante la settimana; con Nadal ad esempio aveva dominato sulla diagonale sinistra. Dimitrov tiene duro quando sotto nel punteggio (due volte indietro di un break nel primo set), pur limitandosi ad un compitino ordinato almeno all’inizio: lascia sfogare l’avversario e accetta di inseguirlo nello scambio, ma è chirurgico quando ha l’opportunità. Goffin avrebbe una palla per andare al tie-break, ma spreca con un doppio fallo: Grigor rimane concentratissimo e accelera, fino al quinto set point, quando costringe l’avversario ad affondare un dritto in rete. 7-5 in un’ora.
Il pubblico dimostra ancora una volta di adorare Dimitrov, preferendogli forse soltanto David Beckham come intensità e calore degli incitamenti, quando l’inglese appare inquadrato sul maxischermo (numerose le bandiere bulgare in tribuna). Grisha sale di tono progressivamente con servizio slice da destra e dritto lungolinea a chiudere, limitando al meglio le velleità di Goffin: entrambi si muovono benissimo, e il ritmo è sostenuto, piacevole. È però il belga, quasi inaspettatamente, a reagire e rimettere in pari la questione, vincendo il secondo parziale 6-4: una palla break di importanza immane salvata nel quarto gioco, poi lo scossone ottenuto specialmente grazie alla verticalità, con continue sortite a rete e attacchi in controtempo, per lo più, ancora, con il dritto.
Il livello cala sensibilmente nel terzo set, l’ultimo di un stagione che ha regalato valanghe di emozioni, ritorni, e sorprese. Sotto gli occhi del mitico Sir Patrick Stewart, Dimitrov risale da una enorme buca in apertura di frazione, salvando quattro palle break e resistendo alle fiondate di dritto di Goffin: il giudice Lahyani è chiamato agli straordinari per sedare gli animi irrequieti del pubblico, che interrompe più volte il movimento al servizio dei tennisti con urla inopinate. Grigor strappa definitivamente nel sesto game: c’è solo lo scatto d’orgoglio con cui Goffin annulla tre match point e arringa la folla. Dimitrov può finalmente alzare le braccia al cielo dopo due ore e mezza: splendida la sportività di David, che scavalca la rete per andare ad abbracciare il suo avversario.
“Grisha” chiude il torneo imbattuto per un assegno da due milioni e mezzo, e 1500 punti, come altri grandissimi prima di lui: nove in totale, l’ultimo Djokovic tre anni fa. Inizierà il 2018 come numero 3 ATP, al best ranking. E finalmente può togliersi la scomoda etichetta di Baby Federer: Dimitrov è definitivamente cresciuto, e saprà dire la sua anche nei prossimi appuntamenti importanti.